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I soccorritori impegnati a Kalamata, la città greca dove vengono trasferiti in queste ore i sopravvissuti al naufragio (Afp) I soccorritori impegnati a Kalamata, la città greca dove vengono trasferiti in queste ore i sopravvissuti al naufragio (Afp)

Migranti, 79 i morti nel naufragio in Grecia. Centinaia i dispersi

La tragedia è avvenuta nella notte del 14 giugno, quando un peschereccio è affondato mentre trasportava fino a 700 persone provenienti da Siria, Egitto e Pakistan. A dare l'allarme le autorità italiane. I sopravvissuti ora trasferiti nella città greca di Kalamata. Il cordoglio del Centro Astalli: "Un'ecatombe annunciata"

Andrea De Angelis - Città del Vaticano

Settantanove corpi recuperati e un centinaio di superstiti: sono le cifre ufficiali - fornite dall'Organizzazione internazionale delle migrazioni - del naufragio di un grosso peschereccio al largo di Pylos, in Grecia. "Il numero dei morti aumenta di ora in ora e diverse persone raccontano che a bordo c'erano circa 600 persone", ha detto al Guardian un funzionario del governo greco, mentre altre fonti parlano di 750 passeggeri.

I migranti erano diretti in Italia

L’imbarcazione è affondata a circa 80 chilometri a sud-ovest dalla città greca di Pylos. Al momento dei soccorsi, nessuna delle persone migranti a bordo, stando a quanto riportano i media locali, era provvista di giubbotto di salvataggio. La barca su cui viaggiavano era salpata dalla Libia per dirigersi in Italia. Sono state proprio le autorità italiane ad allertare le autorità greche del naufragio, intorno alle 3 di notte di oggi, mercoledì 14 giugno. Donne e bambini erano nelle stive, provienienti principalmente da Siria, Pakistan, Egitto.

I soccorsi

Gli ospedali di Tripoli, Kalamata, Kyparissia e Sparta sono stati messi in allerta, con quello di Kalamata in cui già sono ricoverate ventisei persone con ferite lievi o ipotermia. Sono impegnate nelle operazioni di soccorso 6 navi, una motovedetta della guardia costiera e un aereo militare C-130. In 78 si trovano ora nei locali della Guardia Costiera e saranno trasferite in una struttura di accoglienza a Malakasa. Nel pomeriggio è attesa sul luogo la presidente della Repubblica greca, Katerina Sakellaropoulou.

Il cordoglio del Centro Astalli

Nell’esprimere profondo cordoglio e dolore per le vittime che si continuano a contare in queste ore, il Centro Astalli non può far a meno di sottolineare che si tratta di "un’ecatombe che l’Europa avrebbe potuto e dovuto evitare". "A pochi giorni dal nuovo Patto UE per la migrazione e l’asilo, la vacua retorica securitaria e l’ipocrita propaganda emergono davanti al terribile naufragio in cui hanno perso la vita esseri umani in cerca di salvezza", si legge in una nota, in cui si denunciano le motivazioni per cui si continua ancora a "morire alle frontiere d’Europa". Ovvero l'assenza di "un’azione comune di ricerca e soccorso dei migranti" e l'investimento, invece, di risorse "sulla chiusura e l’esternalizzazione delle frontiere", la mancanza di "volontà degli Stati europei di istituire vie d’accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa", il mancato "coraggio" di "varare un piano europeo per l’accoglienza e la redistribuzione di richiedenti asilo e rifugiati nei 27 Stati membri che superi il Regolamento di Dublino e che non sia gestito solo su base volontaria". Per padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli: “L’Europa continua a proteggere i confini e a difendersi da coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto. Dovremmo aver imparato negli anni, ormai troppi, che non si fermano gli arrivi ostacolando le partenze, rendendo più difficoltosi i viaggi”.

Ultimo aggiornamento ore 18.40

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14 giugno 2023, 14:21