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Il campo Bentiu del Cuamm in Sud Sudan Il campo Bentiu del Cuamm in Sud Sudan  (nicolaberti_cuamm)

Cuamm, presentato il bilancio 2022. Si punta alla formazione di 10 mila giovani africani

Oltre due milioni i pazienti lo scorso anno dell'organizzazione che opera in 8 Paesi dell'Africa sub-sahariana occupandosi della salute dei bambini e delle loro madri. Il direttore Dante Carraro: con l'emergenze internazionale in corso dell'Africa non parla più nessuno

Michele Raviart - Città del Vaticano

Migranti, formazione, mobilitazione. Sono queste le tre direttrici su cui si muoverà anche il prossimo anno Medici con l’Africa – Cuamm, che ha presentato a Padova il bilancio sociale per il 2022. Oltre 2 milioni e trecentomila pazienti, più di un milione le visite ai bambini sotto i cinque anni, circa 400 i parti assistiti sono invece alcune delle le cifre dell’organizzazione, che opera in otto Paesi dell’Africa subsahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda), occupandosi della cura di mamme e bambini, dalle vaccinazioni alle malattie croniche.

La difficile situazione del Sud Sudan

L’80% delle migrazioni che coinvolgono cittadini africani, si legge nel comunicato di presentazione del bilancio, avviene all’interno del continente e, in particolare, ha affermato la Program Manager Chiara Scanagatta, “il Sud Sudan si trova in una situazione fragilissima”. “Se non sei sfollato oggi”, sottolinea, “potresti esserlo domani a causa di carestie, fame, guerra. E adesso si assiste anche all’arrivo di profughi dal vicino Sudan, dove la guerra continua da due mesi, senza che nessuno ne parli più”.

Carraro: l'obiettivo è triplicare i giovani formati in Africa

“L’Africa, con la crisi internazionale che c’è stata nell’ultimo anno e mezzo, è completamente scomparsa, non ne parla più nessuno”, ha spiegato il direttore Dante Carraro. “Quello che non si vede”,  è infatti il nome dell’appello lanciato dal Cuamm per il prossimo anno e, ribadisce Carraro, “sono quei 5 milioni di persone che in Etiopia scappano, su 120 milioni di abitanti; 4 milioni su 12 in Sud Sudan; 6/700 mila in Mozambico, tutto questo non lo racconta nessuno”. Il ringraziamento del direttore è andato “a chi dà voce a quest’Africa che c’è, che soffre, che fa fatica. Noi cerchiamo, con umiltà e tenacia, di far la nostra parte, di dare alternative soprattutto ai giovani africani. Se l’anno scorso abbiamo formato 3.000 persone, l’obiettivo che ci siamo posti, per il 2023, è triplicare i giovani formati. Ci servono 500€ per formare un infermiere e 3.000€ per formare un medico. Questo è l’appello che stiamo lanciando”. La campagna per raggiungere questo obiettivo sarà presentata al meeting annuale del 2023, in programma per il 4 novembre prossimo a Milano.

Rafforzare i sistemi sanitari e dare una prospettiva futura

“Investire in formazione in Africa è fondamentale per tre motivi: per la scarsità di risorse umane qualificate; per rafforzare i sistemi sanitari locali e infine per dare una prospettiva di futuro ai giovani” – ha spiegato Giovanni Putoto, Responsabile Programmazione e Ricerca operativa, sottolineando come nella formazione il Cuamm lavori sia sul campo – affrontando problemi clinici e organizzativi – sia a livello istituzionale con tre scuole (A Wolisso, in Etiopia, a Rumbek in Sud Sudan e a Matany in Uganda) e con la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Mozambico a Beira. Sempre attiva anche la collaborazione con l’Università di Padova in Mozambico e la possibilità per gli specializzandi italiani – in vigore da venti anni – di poter andare in Africa a fare un tirocinio.

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27 giugno 2023, 18:39