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Una motovedetta impegnata a Lampedusa (Ansa /Elio Desiderio) Una motovedetta impegnata a Lampedusa (Ansa /Elio Desiderio)

Salvate 500 persone migranti a Crotone, numeri record a Lampedusa

Il mare forza 6 ha reso difficili le operazioni di salvataggio, ma ora sono tutti al sicuro. Una forza superiore a quella della tragedia di Cutro, registratasi 10 giorni fa. Decine gli sbarchi a Lampedusa, il cui hotspot accoglie oltre 3mila persone

Andrea De Angelis e Alessandro Guarasci - Città del Vaticano 

Nel cuore della notte, quando il colore del cielo e del mare non conosce contorno, un difficoltoso salvataggio di centinaia di donne, uomini e bambini è avvenuto a largo delle coste calabresi. Nelle stesse acque dove dieci giorni fa si è consumata la tragedia di Cutro, costata la vita ad oltre 70 persone. Proseguono dunque ininterrotti gli sbarchi in Italia, considerando anche i numeri delle presenze all'hotspot di Lampedusa, dove sono decine i barchini giunti negli ultimi tre giorni. 

Tutti al sicuro

È dunque attraccata al porto di Crotone poco dopo la mezzanotte l'imbarcazione che trasportava circa 500 migranti soccorsi al largo della costa calabrese dalla Guardia costiera. Si tratta di un peschereccio in pessime condizioni, che stava navigando in un mare forza 6. La barca è arrivata scortata da tre motovedette della Capitaneria di Porto di Crotone e protetta da un rimorchiatore. Donne, uomini e bambini sono stati condotti al centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto. 

Un salvataggio difficile 

"Non è stato possibile effettuare il trasbordo dei migranti sulle unità della Guardia Costiera a causa delle condizioni meteomarine avverse", ecco perché il peschereccio con circa 500 persone a bordo ha fatto ingresso "nel porto di Crotone con l'ausilio di un rimorchiatore". Lo fa sapere la Guardia costiera, e dalla Capitaneria di Porto si sottolinea che le motovedette hanno provveduto all'assistenza. Un mare forza 6, dunque, inferiore a quello della tragedia di Cutro avvenuta la scorsa settimana, quando il livello era intorno alle cinque unità. 

L'hotspot di Lampedusa

Sono almeno 3.300 le persone migranti arrivate in meno di 72 ore a Lampedusa, con decine di carrette del mare intercettate nelle acque antistanti l'isola. L’hotspot è al collasso, si attende il trasferimento in Sicilia ed altre regioni. Il Mediterraneo centrale è stata la rotta più attiva nei primi due mesi di quest'anno per gli arrivi irregolari di migranti, con quasi 12mila attraversamenti, il doppio rispetto a un anno fa, il triplo solo nel mese di febbraio, come riferisce Frontex nel suo bollettino. Il direttore della Caritas diocesana di Agrigento, Valerio Landri, sottolinea come le criticità a Lampedusa siano, purtroppo, all'ordine del giorno. 

Ascolta l'intervista a Valerio Landri

Chi sta su questo territorio si rende conto che quello che da un punto di vista mediatico è una novità, in realtà è una ordinarietà. Io sono stato a Lampedusa a dicembre e stava scoppiando, in quella giornta erano stati portati 800 migranti, ma ne stavano arrivando degli altri e già si trovavano nell'hotspost mille persone. In realtà, quello che sta accadendo è quello che accade assolutamente tutti gli anni a febbraio e marzo, al miglioramento delle condizioni meteo. Inoltre quest'anno anche a dicembre sono proseguiti gli sbarchi, mentre solitamente non è così. Il problema di Lampedusa ormai davvero non è più una questione emergenziale! Da 14 anni assisto a queste dinamiche: periodici arrivi, continui sbarchi sull'isola. Di fatto una cosa che mi stupisce è che in questi 14 anni dal punto di vista istituzionale non si è fatto un granché. Il centro di accoglienza è rimasto quello che era, i trasferimenti sono rimasti lenti e si arriva sempre a situazioni di grave esasperazione, di criticità.

Come Caritas che cosa fate per superare questa emergenza?

Non ci è consentito di operare all'interno del centro di Contrada Imbriacola. Di fatto i migranti sull' isola di Lampedusa oggi non possono uscire dal centro, cosa che invede poteva avvenire qualche anno fa, e in quel caso ci facevamo prossimi provando per soddisfare le esigenze delle persone, si pensi all'orientamento, alla consulenza, anche ai contatti con i propri cari. Adesso il nostro lavoro con i migranti si svolge sulle coste siciliane quando purtroppo una gran parte delle persone che arrivano ricevono un provvedimento di respingimento. In questo modo si trovano a non sapere come continuare il loro viaggio, non sanno come proseguire, non sanno neanche dove si trovano. Quindi in quel caso ci  sono decine e decine di persone che girano per la città di Agrigento nell'attesa di riuscire a prendere un primo mezzo di trasporto, un autobus, un treno per continuare il viaggio verso Roma o altre mete.

E queste persone di che cosa hanno bisogno una volta arrivate, nel territorio di competenza della vostra Caritas?

Quelle che arrivano con una domanda di protezione internazionale vengono inserite nei circuiti di accoglienza. Quelle che invece ricevono un provvedimento di respingimento, perché magari non hanno neanche ben capito che cosa sia una richiesta di protezione internazionale, hanno bisogno di un alloggio, di cibo, di coperte se dormono all'aperto. Soprattutto necessitano di un supporto legale, di qualcuno che gli spieghi dove si trovano, quali sono le norme italiane ed il loro diritto a presentare domanda internazionale. Per questo li mettiamo in contatto con alcuni avvocati che sono esperti nella materia.

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11 marzo 2023, 07:45