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Bambini in attesa di ricevere aiuti alimentari per le loro famiglie a Sana'a, Yemen Bambini in attesa di ricevere aiuti alimentari per le loro famiglie a Sana'a, Yemen  (ANSA)

Aumentano i bambini in zone di conflitto. Nello Yemen la situazione peggiore

Quasi 450 milioni di bambini - 1 bambino su sei - nel 2021 ha vissuto in una zona di conflitto con un incremento del 9%. La situazione più grave si registra nel Medio Oriente, dove a vivere in zone pericolose è 1 bambino su 3. Secondo il Rapporto “The forgotten ones”, diffuso oggi in Italia da “Save the Children”, il peggior Paese per i minori è lo Yemen

Pawel Rytel-Andrianik - Città del Vaticano

Ricorre a marzo prossimo l'ottavo anniversario dello scoppio del conflitto nello Yemen. Tra il marzo 2015 e il settembre 2021, nel Paese ci sono stati 23.000 bombardamenti, circa 10 al giorno, con l’uccisione o il ferimento di 18.000 civili. Intanto i bisogni umanitari continuano ad aumentare, con oltre 20 milioni di persone che necessitano di assistenza. Prime vittime di una guerra che non accenna a finire sono i più piccoli. Nel Rapporto di Save the Children “The forgotten ones”, diffuso oggi, si legge la testimonianza di un bambino di nove anni che ha perso una gamba a causa di un bombardamento mentre giocava con gli amici. “È difficile vivere senza una gamba - dice -. Prima giocavo a calcio, correvo e stavo con i miei amici, ma poi una granata mi ha colpito. Ora resto a casa a giocare con i miei giocattoli”.

Nello Yemen scuole distrutte o trasformate in centri militari

Oltre all'insicurezza alimentare che l'affligge, lo Yemen è anche uno dei Paesi peggiori per quanto riguarda le strutture scolastiche. Molte delle sue scuole sono state danneggiate, distrutte o utilizzate per altri scopi, ad esempio come centri militari e basi militari”, afferma a Vatican News/Radio Vaticana Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children Italia. "Nel Paese si devono assicurare protezione e giusti programmi per poter permettere ai più piccoli una vita decente, dignitosa, che comprenda soprattutto l'educazione e il recupero psicologico”. Il Rapporto dell'organizzazione include anche un’analisi della copertura mediatica nei 10 Paesi più colpiti dai conflitti. Lo Yemen ha avuto solo il 2,3% di copertura mediatica rispetto all'Ucraina. “I conflitti peggiori - si legge - sono spesso quelli di cui si parla di meno”.

Nelle zone di conflitto 22 bambini uccisi o feriti al giorno 

I dati presentati dalla ricerca di Save the Children sono allarmanti: “In un anno più di 8mila bambini sono morti o sono stati mutilati con una media di 22 al giorno. Il maggior numero di bambini feriti nei conflitti vive in Africa, dove se ne contano 180 milioni. Afghanistan, Somalia e Siria – alcune delle principali nazionalità di provenienza delle persone che hanno perso la vita nel naufragio di Crotone – sono tra i dieci Paesi peggiori per i bambini in cui vivere”, si legge ancora nel rapporto, che non include ancora la situazione in Ucraina che certamente a causa della guerra in corso incide rendendo ancora peggiore il quadro generale.

I bambini vittime di gravi violazioni

Filippo Ungaro afferma: “Il nostro appello alla comunità internazionale è quello di creare dei momenti di tregua in tutte le zone dei conflitti, di sospendere la commercializzazione di armi verso i Paesi in guerra e di fare in modo che il diritto internazionale venga rispettato, soprattutto i diritti dei minori”. Secondo il Rapporto i bambini continuano a soffrire a causa di sei gravi violazioni nelle zone di guerra: uccisioni, mutilazioni, reclutamento e utilizzo da parte di forze e gruppi armati, rapimento, stupri e altre forme di violenza sessuale, negazione dell'accesso umanitario e attacchi alle scuole e agli ospedali.

Ascolta l'intervista a Filippo Ungaro

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28 febbraio 2023, 16:53