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Una manifestazione a sostegno delle donne iraniane (Ansa / Tino Romano) Una manifestazione a sostegno delle donne iraniane (Ansa / Tino Romano)

L'Onu ammonisce l'Iran sul pugno duro verso i manifestanti: è un omicidio dello Stato

Le Nazioni Unite definiscono in questo modo quanto sta accadendo nel Paese asiatico, ma Teheran non arretra sul velo obbligatorio per le donne in luoghi pubblici. Anche l'Italia esprime ferma condanna per la repressione delle manifestazioni

Andrea De Angelis - Città del Vaticano 

"L'utilizzo come arma delle procedure penali per punire le persone che esercitano i loro diritti fondamentali, come partecipare alle manifestazioni per esprimere il proprio pensiero, equivale a un omicidio” dello Stato. Così il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk proprio nel giorno in cui l'ong 'Iran Human Rights' denuncia il fatto che 109 persone, arrestate durante le dimostrazioni anti governative in corso da quasi 4 mesi nel Paese, rischiano di essere condannate a morte o giustiziate se già c’è stata la pronuncia della magistratura.

Non portare il velo resta un crimine

Il vice procuratore di Stato, Abdolsamad Khorramabadi, è intevenuto alla tv di Stato per assicurare che "le donne che non osservano il velo obbligatorio e si trovano senza hijab in luoghi pubblici commettono un crimine evidente e la polizia è incaricata di affrontare duramente e arrestare chi non rispetta la legge e di segnalarle alla Magistratura".  L'ordine della magistratura riguarda anche chi non si copre completamente i capelli. Secondo il codice penale islamico, in Iran le donne che non portano il velo devono essere condannate alla reclusione da 10 giorni a 2 mesi, pena che può essere sostituita da una multa, l'esilio, il divieto di essere assunte, il licenziamento e altre misure legate alla vita pubblica dell'individuo, compreso l'obbligo di svolgere dei lavori pubblici senza una retribuzione. La durata della pena aumenta in modo esponenziale però per le donne che convincono altre a non portare il velo. In questo caso infatti comprende anche la detenzione per un massimo di 10 anni.

La dura presa di posizione dell’Italia

Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarellaha ricevuto ieri pomeriggio al Quirinale, per la presentazione delle Lettere Credenziali, il nuovo ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran, Mohammad Reza Sabouri. Nel breve colloquio - informa il Quirinale - il Presidente Mattarella ha espresso la ferma condanna della Repubblica Italiana e la sua personale indignazione per la brutale repressione delle manifestazioni e per le condanne a morte e l'esecuzione di molti dimostranti. Sempre ieri, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiesto una moratoria immediata della pena di morte. "Non si può condannare chi ha partecipato a manifestazioni e - ha aggiunto l'esponente del governo - chiediamo a Teheran che si confronti con donne e giovani". 

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12 gennaio 2023, 07:45