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Soldati israeliani Soldati israeliani  (AFP or licensors)

Israele: scontri tra esercito e palestinesi in Cigiordania e Gaza

L’aviazione israeliana ha colpito Hamas, tra cui una base nel nord della Striscia e una struttura nel campo profughi Maghazi. Lancio avvenuto dopo l’attacco di ieri alla città di Jenin, che ha provocato dieci morti. “Escalation di tensione che la comunità internazionale non sta facendo nulla per smorzare” afferma Giorgio Bernardelli, coordinatore editoriale di Asia News ed esperto di Medio oriente

Francesca d’Amato – Città del Vaticano

Sono stati 5 i razzi lanciati ieri da Gaza nel corso della notte verso il sud di Israele. Secondo i media 3 vettori sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, mentre uno è caduto in una zona aperta e un altro all'interno della Striscia stessa. "L'Israel Defence Forces sta attualmente colpendo nella striscia di Gaza", si legge in un comunicato dell'esercito. Secondo fonti della sicurezza di Hamas ci sono stati 15 attacchi, e nessuna vittima. In risposta all’offensiva, l'aviazione israeliana ha colpito gli obiettivi di Hamas, tra cui una base nel nord della Striscia e una struttura sotterranea per la costruzione dei razzi nel campo profughi di Maghazi nella parte centrale di Gaza. Secondo fonti della sicurezza di Hamas ci sono stati 15 attacchi, e nessuna vittima. Il lancio da Gaza è avvenuto dopo i fatti di ieri a Jenin, in Cisgiordania, dove nel corso di scontri a fuoco tra esercito e palestinesi, sospettati di far parte della Jiahd islamica, sono morte 10 persone, tra cui una donna anziana.   

L’attacco rivendicato dalla Jihad islamica

La Jihad islamica ha rivendicato il lancio di razzi della scorsa notte da Gaza verso Israele. Il suo portavoce Tarek a-Salmi ha precisato in un comunicato citato dai media che si è trattato di un "avvertimento'" destinato ad Israele, per chiarire che le fazioni armate di Gaza seguono da vicino gli sviluppi in Cisgiordania e a Gerusalemme e sono pronti a intervenire a difesa degli abitanti di Jenin e Gerusalemme, ha affermato Tarek a-Salmi. L'ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Kassam, ha intanto fatto sapere che la scorsa notte la sua contraerea ha aperto il fuoco contro l'aviazione israeliana, mentre essa puntava verso obiettivi a Gaza. 

La comunità internazionale non interviene

Come afferma Giorgio Bernardelli, coordinatore editoriale di Asia News ed esperto di Medio Oriente, si tratta di un'escalation di tensione che la comunità internazionale non sta facendo nulla per smorzare, dall’altro ci si interfaccia con una crisi che il nuovo governo non ha intenzione di affrontare in chiave diplomatica. La speranza era che con il governo di Netanhyau si potesse passare a una nuova politica di dialogo con i palestinesi, ma per Bernardelli la strada è ancora lunga e difficile da percorrere. 

Ascolta l'intervista a Giorgio Bernardelli

Una storia che ciclicamente si ripete

Quello in medio Oriente è dunque un conflitto abbandonato a se stesso, commenta Bernardelli.  “Sono almeno 10 anni che la situazione va avanti, e la comunità internazionale non sa più da che parte cominciare. La cosa più preoccupante è che ogni volta che esplode una tensione in Cisgiordania, poi è Gaza ad essere coinvolta" a dimostrazione che la storia ciclicamente si ripete. La speranza è quella di un dialogo tra le parti, fatto di moderazione e fatti concreti che possano portare a mitigare le tensioni. Il problema principale resta che del conflitto israeliano - palestinese se ne parla pochissimo: “il 2022 è stato l’anno con maggiori violenze, dalla seconda intifada ad oggi, e il problema è che non ce ne siamo accorti;  il 2023 si annuncia in queste prime settimane con un bilancio ancora peggiore” conclude Bernardelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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27 gennaio 2023, 14:33