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Una foto della mostra in corso all'École française de Rome Una foto della mostra in corso all'École française de Rome

L'École française de Rome ospita la mostra fotografica: “Luoghi Sacri Condivisi"

L’esposizione propone al visitatore un viaggio di esplorazione del Mediterraneo che tocca diversi spazi di culto. Si tratta di una versione più piccola rispetto all’originale accolta negli anni precedenti da alcuni dei più importanti musei mondiali. Dionigi Albera, uno dei curatori: ci piacerebbe portarne nella capitale la versione più ampia durante il Giubileo del 2025

Ilaria Sambucci – Città del Vaticano

È stata inaugurata il 6 dicembre la mostra "Luoghi Sacri Condivisi - Un pellegrinaggio fotografico nel Mediterraneo". Il progetto presentato da Brigitte Marin, direttrice dell'École française di Roma, insieme ai curatori della mostra, Dionigi Albera, direttore di ricerca del Centre national de la recherche scientifique (CNRS) e Manoël Pénicaud fotografo e ricercatore presso il CNRS, vuole offrire uno sguardo diverso e ricco di sfumature sulle interazioni interreligiose nel Mediterraneo. La visita ruota attorno a 35 immagini ed è suddivisa in quattro parti: Santi e profeti, Maria cristiana e musulmana, architetture, attori e mediatori. "Questa esposizione fotografica vuole lanciare un messaggio di conoscenza reciproca - afferma Dionigi Albera ai microfoni di Radio Vaticana Vatican News - è importante mostrare che le religioni non sono dei blocchi monolitici, ma che esistono molti aspetti in comune tra loro e ciò fa sì che siano possibili anche delle forme di dialogo, che passano attraverso la condivisione”. La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 19 gennaio 2023.

Ascolta l'intervista con Dionigi Albera

Sensibilizzare alla condivisione dei luoghi sacri

“L'iniziativa nasce da una serie di ricerche condotte da antropologi, storici, sociologi e geografi che hanno lavorato sulle tematiche della condivisione di luoghi sacri nel Mediterraneo – spiega Albera – così, una decina di anni fa, abbiamo deciso di esporre i risultati di queste analisi sotto forma di mostra per avere un pubblico più ampio rispetto ai lettori delle pubblicazioni accademiche”. Queste esposizioni sono chiamate 'di società' perché affrontano tematiche contemporanee e si caratterizzano per la contaminazione di vari linguaggi: fotografie, video, opere di arte classica e non solo. “Ciò viene fatto per affrontare in modo nuovo le tematiche di valenza sociale ed è quello che abbiamo voluto fare anche noi - prosegue Albera – e prima di quest’edizione romana, che è in forma ristretta, la nostra mostra è stata presentata negli anni precedenti in diverse gallerie artistiche”. Nel 2015 Luoghi sacri condivisi ha infatti debuttato al Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo di Marsiglia. L’esposizione si estendeva su 1200 metri quadri e oltre alle fotografie erano presenti opere di varia natura. “Nonostante il progetto non fosse pensato per avere un’itineranza, ci sono state delle richieste da parte di diversi musei per presentarlo”, precisa Albera, il quale ci tiene a specificare che dal 2016 la mostra ha fatto tappa a Tunisi, Parigi, Marrakech, New York,  Istanbul e Ankara.  

Una delle foto esposte
Una delle foto esposte

Un dialogo interreligioso rinnovato 

La tematica è quella della condivisione di luoghi sacri da parte di fedeli di religioni diverse. Potrebbe sembrare una contraddizione, in realtà non è così, osserva il curatore. Si tratta di una tematica che attualmente è al centro di importanti sviluppi di riflessione dal punto di vista teologico. “Anche Papa Francesco negli anni passati ha parlato di una teologia del Mediterraneo che ha al centro un dialogo interreligioso rinnovato”, sottolinea Albera, il quale sostiene che la conoscenza di questi fenomeni può offrire degli spunti di riflessione interessanti per coloro che sono attenti alle tematiche religiose e spirituali. “Mi piacerebbe portare a Roma anche la versione grande della mostra – conclude Albera - magari durante il Giubileo del 2025”. Un modo per sensibilizzare ancor di più l’opinione pubblica sulla condivisione dei luoghi sacri.

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13 dicembre 2022, 15:19