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Campi estivi per bambini ucraini in Polonia Campi estivi per bambini ucraini in Polonia 

Ucraina, bambini rifugiati in Europa ansiosi e preoccupati per il loro futuro

Una ricerca condotta da Save the Children rivela che un minore ucraino su due tra quelli che hanno lasciato il Paese soffre per l'allontanamento dal proprio Paese. L’ong chiede ai governi maggiori sforzi per offrire una vera integrazione. La responsabile Antonella Inverno: i ragazzi ucraini desiderano creare amicizie con i coetanei del posto

Marco Guerra – Città del Vaticano

Non c’è pace per i bambini ucraini colpiti dal conflitto. Anche quelli che hanno trovato rifugio in altri Paesi europei si portano dietro le ferite della guerra nell’anima e nella mente. Una sofferenza che è stata ancora una volta evidenziata da Papa Francesco, domenica, durante la Messa nella Basilica vaticana, quando ha parlato dell’ingiustizia e della persecuzione subite dal popolo ucraino.

I dati della ricerca

Secondo una ricerca di Save the Children, dal titolo "Questa è la mia vita e non voglio sprecarne un anno: le esperienze e il benessere dei minori in fuga dall'Ucraina", almeno un minore ucraino su due, tra quelli che hanno lasciato il Paese per rifugiarsi in altri Stati europei, è ansioso e preoccupato per il proprio futuro. In particolare il 50% di adolescenti di età inferiore ai 16 anni e il 78% di quelli di età superiore ai 16 soffre di ansia, mentre il 57% del totale si sente meno felice da quando ha lasciato l'Ucraina. Non va bene nemmeno sul fronte dell’istruzione: i tassi di iscrizione scolastica nei Paesi europei ospitanti per gli adolescenti fuggiti dalla guerra rimangono bassi. Circa un terzo non ha frequentato la scuola prima delle vacanze estive e un quarto non aveva intenzione di iscriversi a un istituto locale nell'anno scolastico 2022-2023.

Il richiamo ai governi ospitanti

Per questo motivo l’organizzazione umanitaria impegnata nel settore dell’infanzia invita i governi ad aumentare gli sforzi per abbattere le barriere che impediscono ai minori ucraini di frequentare le scuole, al fine di garantire il pieno godimento dei diritti alla protezione, alla salute e all'istruzione e a crescere sereni nei Paesi ospitanti.

Ostacoli nella creazione di amicizie

La ricerca basata su oltre mille interviste con minori rifugiati e i loro caregiver dimostra che i bambini che hanno frequentato la scuola hanno meno probabilità di sentirsi soli. Vale la pena sottolineare anche che più della metà dei bambini, bambine e adolescenti intervistati crede che la loro situazione potrebbe migliorare grazie alla presenza di amici della comunità ospitante (57%), all’opportunità di praticare sport o hobby (56%) e all’apprendimento della lingua locale (54%). I ragazzi sono significativamente più propensi delle ragazze a segnalare il desiderio di avere amici nella comunità ospitante (rispettiva-mente 64% rispetto al 52%). Il rapporto mostra infatti che la lingua è un chiaro ostacolo alla creazione di amicizie locali, nel testo diversi ragazzi raccontano la difficolta a comunicare e a stringere relazioni.

Quasi di 8 milioni di rifugiati

Save the Children ricorda quindi che dal 24 febbraio circa 7,7 milioni di rifugiati sono fuggiti dall'Ucraina per cercare sicurezza in altri Paesi europei, il 40% dei quali si stima siano minori. Molti di loro hanno assistito a eventi devastanti, sono stati costretti a fuggire dalle loro case e a lasciare i propri cari alle spalle. I governi dei Paesi ospitanti hanno un ruolo fondamentale da svolgere nel sostenere questi bambini e ragazzi in modo che condizioni come l'ansia e l'infelicità non si trasformino in problemi di salute mentale a lungo termine.

Inverno: condizioni dei rifugiati non facilitano amicizie

“Abbiamo intervistato mille ragazzi rifugiati che hanno espresso sentimenti di inquietudine, ma abbiamo scoperto soprattutto che nonostante lo sforzo dei governi ancora troppi sono fuori dai sistemi scolastici dei Paesi ospitanti e che quello che più manca loro è la presenza di amici, le condizioni in cui sono ospitati non facilitano la conoscenza con coetanei”, spiega Antonella Inverno, responsabile politiche infanzia e adolescenza di Save the Children Italia.

Ascolta l'intervista ad Antonella Inverno

Offrire sport e hobby

Inverno parla poi della necessità di offrire anche movimenti di svago e formazione fuori dalla scuola come l’opportunità di praticare sport e hobby. C’è la necessità quindi di costruire relazioni umane e sociali “perché non ci si aspetta che questi ragazzi potranno tornare presto a casa, non è più una fuga veloce dal loro Paese”. I ragazzi intervistati sono tra i primi fuggiti quindi non riportano particolari traumi legati ad episodi di guerra ma quello che ci riportano molto spesso gli adolescenti è un senso di preoccupazione per i parenti rimasti in Ucraina.

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14 novembre 2022, 12:15