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Mondiali di calcio in Qatar: la squadra dell'Iran ascolta in silenzio, senza cantare, l'inno nazionale prima della partita contro l'Inghilterra Mondiali di calcio in Qatar: la squadra dell'Iran ascolta in silenzio, senza cantare, l'inno nazionale prima della partita contro l'Inghilterra 

Iran, le proteste si allargano al mondo dello sport

Aumentano gli sportivi iraniani che solidarizzano con quanti manifestano nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini. Nella prima partita dei Mondiali di calcio in Qatar, la squadra dell'Iran, opposta all'Inghilterra, non ha cantato l'inno nazionale. Arrestate anche due popolari attrici. I giudici emettono la sesta condanna a morte contro chi protesta

Michele Raviart - Città del Vaticano

Le proteste che da settimane stanno scuotendo l’Iran arrivano a lambire anche i mondiali di calcio, iniziati ieri in Qatar. A parlare è stato Ehsan Hajsafi, capitano della nazionale iraniana, che ha inviato a nome della squadra le condoglianze a chi ha perso la vita nelle manifestazioni, nate dalla morte, lo scorso 16 settembre, della 22enne Mahsa Amini, uccisa dopo essere stata arrestata per non aver indossato in modo corretto il velo islamica. “La nostra gente non è contenta. Noi siamo qui, ma questo non vuol dire che non dobbiamo essere la loro voce”, ha aggiunto il calciatore, auspicando un cambiamento nel Paese “secondo le aspettative del popolo”.

In Qatar la squadra di calcio non canta l'inno nazionale

L’Iran è sceso in campo oggi pomeriggio contro l’Inghilterra (che ha vinto 6 a 2) e i giocatori non hanno cantato l’inno nazionale, come hanno già fatto le nazionali di pallanuoto e beach soccer. Solo uno degli assistenti del commissario tecnico Queiroz, in panchina, è colto dalle telecamere mentre muove le labbra. E se sugli spalti parte del pubblico iraniano accoglie il gesto con i fischi, non manca chi esibisce cartelli con le scritte 'Freedom for Iran' e 'Woman Life Freedom".

La solidarietà di una squadra di basket femminile

Protesta anche una squadra iraniana di basket femminile che posta una foto di gruppo senza hijab su Instagram. L'allenatrice, Farzaneh Jamami, scrive: “Insegna a tua figlia che cose come i ruoli di genere non sono altro che sciocchezze. Sei prezioso e insostituibile. Se ti dicono il contrario, non crederci. Digli: non nasconderti. Alzati, tieni la testa alta e mostra loro cosa sai fare! Digli che sei potente e capace sei una donna di libertà”. Anche il presidente della Federboxe iraniana, in questi giorni in Spagna per i mondiali juniores, ha annunciato che non rientrerà in Iran, per poter rappresentare al meglio “coloro che non vengono ascoltati”, in particolare la popolazione del Sistan Balochistan, dove secondo gli attivisti sarebbero state uccise almeno 80 persone.

Ong: oltre 400 le vittime della repressione

Secondo le Ong che si occupano di diritti umani in Iran le vittime della repressione sarebbero 400, con circa quindicimila arresti. Tra questi due attrici molto note a livello nazionale, Hengameh Ghaziani e Katayoun Riahi. La prima, che aveva postato un video sui social senza aver indossato il velo, è stata arrestata per incitamento e sostegno ai disordini e per aver comunicato con i media di opposizione, mentre la seconda aveva concesso un’intervista a testa scoperta all’Iran international tv, considerata ostile al governo. Da Teheran arriva intanto la notizia della sesta condanna a morte emessa dalla Corte rivoluzionaria nei confronti di chi protesta. La decisione riguarda un manifestante che, secondo le autorità, aveva “l’intenzione di uccidere”.

Raisi: il sostegno alle proteste non porterà benefici all’Occidente

Sostenere “rivoltosi e terroristi” in Iran non porterà alcun beneficio agli americani o ai Paesi occidentali, ha ribadito intanto il presidente iraniano Ebrahim Raisi, specificando come il Ministero degli Esteri abbia ricevuto istruzioni per adottare strategie diplomatiche e legali e prendere le misure necessarie per annullare e affrontare in modo efficace” quella che è stata definita come una “sedizione pianificata nei Paesi stranieri”.

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21 novembre 2022, 13:05