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Haikou - L'impennata dei contagi in Cina sta mettendo a dura prova il Paese. Qui un uomo mentre riceve una dose di vaccino anti-Covid-19 Haikou - L'impennata dei contagi in Cina sta mettendo a dura prova il Paese. Qui un uomo mentre riceve una dose di vaccino anti-Covid-19  (AFP or licensors)

Covid in Cina, si impennano i contagi e scoppiano le proteste

Il colosso asiatico è alle prese con la peggiore ondata di diffusione del coronavirus dagli inizi della crisi di Wuhan, a gennaio 2020. I casi di infezione sono saliti ieri a oltre 30 mila e la popolazione reagisce con proteste sempre più ricorrenti, sfiancata da quasi tre anni di politica della "tolleranza zero"

Vatican News

Pechino ha annunciato nei giorni scorsi la correzione della controversa strategia dello "zero-Covid" basata su lockdown, test di massa e quarantena, sebbene la rapida diffusione di varianti molto contagiose ha messo le amministrazioni locali in gravi difficoltà. Il popolo scoppia in disordini diffusi.

Verso chiusure sempre più rigide

Sono 49 le città cinesi interessate da vari gradi di restrizioni, pari a quasi un terzo della popolazione. A livello economico le ripercussioni riguardano oltre il 20% del Pil. Da oggi, dunque, Shanghai – una delle meno toccate dalle infezioni - ha iniziato a vietare ai visitatori una serie di luoghi; nella capitale, che ha segnato in questo mese 10 mila contagi, disposte chiusure sempre più rigide perché la "fase è ritenuta più complicata e grave". Ningbo, popolare località turistica, ha messo fuori legge i viaggi interprovinciali. Manca la necessaria immunità e il sistema sanitario cinese non potrebbe reggere. 

Frequenti e dure proteste

Le misure, ancora rigorose, sono motivo di frustrazione diffusa a quasi tre anni dall'inizio della pandemia: disordini e proteste sono scoppiati con più frequenza, da Lhasa a Guangzhou (dove milioni di persone sono in isolamento), fino agli scontri violenti tra la polizia e i lavoratori della più grande fabbrica della Foxconn di assemblaggio degli iPhone di Apple, a Zhengzhou. Un post online, diventato virale, ha invitato la Commissione sanitaria nazionale a spiegare la logica di alcune delle sue politiche: "Su cosa si basa il nostro modello?", chiedeva il post moltiplicando le visualizzazioni prima di essere oscurato. "Perché dobbiamo controllare una variante che non è mortale. Se non possiamo eliminare il virus, quale costo dobbiamo pagare per attuare la politica zero-Covid?".

Ema: timori in Europa per le sottovarianti Omicron

Ma anche in Europa – dove pure non si sono registrati aumenti significativi di casi - ci sono timori per le nuove sottovarianti Omicron emergenti, che pare stiano sfuggendo alla neutralizzazione da parte di farmaci con anticorpali monoclonali attualmente disponibili, come ha avvertito Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell'Agenzia europea del farmaco. Il suo monito è aumentare i tassi di rivaccinazioni per le persone maggiormente in pericolo. In Italia continua la risalita della curva Covid. Secondo i dati del report Covid basati sul monitoraggio della Cabina di regia ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, sale l'incidenza settimanale a livello nazionale: 388 ogni 100mila abitanti (18-24 novembre contro 353 ogni 100mila abitanti (11-17 novembre). Sale anche l'incremento dell'indice Rt di trasmissibilità del virus e delle ospedalizzazioni. Restano stabili invece le terapie intensive occupate.

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25 novembre 2022, 10:09