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Secondo una proiezione del Fondo Monetario Internazionale, il 2022 vedrà circa 676 milioni di persone costrette a vivere con meno di due dollari al giorno Secondo una proiezione del Fondo Monetario Internazionale, il 2022 vedrà circa 676 milioni di persone costrette a vivere con meno di due dollari al giorno 

Povertà, allarme di Oxfam: interventi immediati su scuola, sanità e alimentazione

In occasione della Giornata mondiale dedicata allo sradicamento delle ristrettezze economiche nel mondo, l’Onlus sottolinea gli impatti devastanti di Covid e guerre. Il policy advisor Francesco Petrelli: "Intervenire per riavviare i Paesi in condizioni di resilienza. Il tempo non è una variabile indipendente, il mondo non può voltarsi dall'altra parte"

Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano

La Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà rappresenta l’occasione per riflettere sulle difficili condizioni di vita in cui tante persone sono costrette a vivere. I dati Oxfam Italia, forniti dal policy advisor Francesco Petrelli e risalenti al meeting annuale del Fondo Monetario Internazionale, evidenziano una proiezione, per l’anno corrente, che vede circa 676 milioni di persone costrette a vivere con meno di due dollari al giorno. “Senza la pandemia – sottolinea Petrelli – sarebbero stati tra gli 80 e i 90 milioni di meno”. Le zone più afflitte dalla piaga delle ristrettezze economiche sono l’Africa, in particolare l’area sub-sahariana, e diversi Stati mediorientali (Yemen e Siria su tutti), colpiti dall’altro driver della povertà: la guerra. Gli ultimi dati forniti dall’Istat, risalenti al 2021, sottolineano come la questione interessi anche il nostro Paese. Circa il 25,4% della popolazione era risultato a rischio di povertà o esclusione sociale, con un indice di disuguaglianza che vedeva il reddito delle famiglie più abbienti 5,8 volte maggiore rispetto a quello dei nuclei più in difficoltà dal punto di vista economico.

Ascolta l'intervista a Francesco Petrelli

Disuguaglianze interne

Il policy advisor di Oxfam Italia ha rimarcato la presenza di un nuovo fenomeno che vede la povertà come causa ed effetto di fenomeni di disuguaglianza all’interno dei singoli Paesi: il 95% di 161 Stati analizzati non ha infatti aumentato il prelievo fiscale sui redditi e i patrimoni più elevati, cioè su quella che viene definita “la fascia alta della piramide”. Per illustrare i fattori che causano le carenze economiche più gravi, Petrelli spiega come “metà dei Paesi poveri hanno ridotto la spesa pubblica durante la pandemia e il 70% ha ridotto i contributi all’istruzione”.

Aiuto e rilancio umanitario

Il primo passo per contrastare la povertà, ad oggi, deve essere fatto dalle istituzioni internazionali. Sia in termine di aiuto, che di rilancio umanitario. “Il tempo non è una variabile indipendente – avverte Petrelli – e il mondo non può voltarsi dall’altra parte”. A questo proposito, il policy advisor spiega come solo il 27% delle richieste esposte dalle Nazioni Unite in favore dello Yemen siano state portate a compimento. Tra gli altri provvedimenti necessari, l’introduzione di criteri per una maggiore equità fiscale e la ricostruzione di una minima rete di produzione sociale. “Scuola, sanità di base e sicurezza alimentare sono le condizioni necessarie per riavviare i Paesi in condizioni di resilienza”, spiega Petrelli.

La questione climatica

Un danno importante, spesso non tenuto in adeguata considerazione, è causato anche dalla questione climatica. L’Africa contribuisce al 3% del riscaldamento globale, ma soffre le conseguenze più gravi della moltiplicazione di eventi atmosferici estremi. “Ci sono temi di giustizia sociale, economica e climatica che vanno posti all’ordine del giorno in tempi brevi - conclude Petrelli - altrimenti la comunità globale rischia di pagare un prezzo altissimo. Se è vero che saremo al sicuro solo quando saremo tutti al sicuro, le istituzioni e gli organi internazionali diano risposte serie e concrete.”

L'insensatezza della guerra

Papa Francesco ha più volte messo la lotta alle carenze economiche al centro del suo pontificato. Nel corso dell’Angelus di ieri, domenica 16 ottobre, il Pontefice ha evidenziato che se il Signore venisse oggi sulla terra “vedrebbe, purtroppo, tante guerre, tanta povertà, tante disuguaglianze”. Nel 2016, a conclusione del Giubileo dell’anno della Misericordia, Francesco aveva rinnovato il suo impegno, istituendo la Giornata mondiale dei poveri. Presentando la ricorrenza di quest'anno, che si celebrerà il prossimo 13 novembre, sempre il Papa ha tracciato un parallelo tra lo scenario dei conflitti e le numerose condizioni di miseria presenti nel mondo. “Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra! Sono milioni le donne, i bambini, gli anziani costretti a sfidare il pericolo delle bombe pur di mettersi in salvo cercando rifugio come profughi nei paesi confinanti”, ha detto. Nel 2021, sempre in occasione della Giornata mondiale dei poveri, Francesco aveva dichiarato come la povertà non sia frutto del destino ma “conseguenza dell’egoismo”.

La lotta alle ristrettezze economiche

La Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà è stata ufficialmente istituita il 17 ottobre 1992 dalle Nazioni Unite con lo scopo di promuovere iniziative “volte all’eliminazione della povertà e dell’indigenza”. La lotta alla indigenza è anche il primo obiettivo dell’Agenda ONU 2030. Per raggiungere tale scopo sono state stabilite sette missioni che comprendono, tra gli altri punti, la riduzione di almeno la metà delle persone che vivono in condizioni di difficoltà economica e il miglioramento dei sistemi di protezione e sicurezza nazionali. 

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17 ottobre 2022, 13:05