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Immagine di repertorio di una seduta del Consiglio di sicurezza ONU Immagine di repertorio di una seduta del Consiglio di sicurezza ONU 

Assemblea ONU: tante le sfide in tema di pace

A New York un Forum sull’Africa e un summit dedicato all’istruzione danno avvio alla settimana della 77esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. I leader tornano a confrontarsi in presenza ma gli incontri slittano per i funerali della regina Elisabetta II. Intanto, si parla delle potenzialità del continente africano nell'ambito delle energie rinnovabili e dell’importanza di formare cittadini e cittadine all’altezza del contesto storico, come sottolinea la professoressa Gioia Di Cristofaro

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Ha preso il via, per la prima volta dall'inizio della pandemia in modalità non virtuale, la settimana dell'Assemblea Generale dell'Onu. I leader del mondo tornano a New York dopo la versione ibrida dell'anno scorso per confrontarsi su alcune delle maggiori crisi globali. Solo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky potrebbe inviare un messaggio pre-registrato, dopo il via libera delle Nazioni Unite al suo intervento virtuale, anche se fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro non escludono che alla fine decida di partecipare di persona. Il suo intervento è in calendario mercoledì, salvo cambiamenti dell'ultima ora. A New York sono attesi la first lady, Olena Zelenska, e il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba.

La crisi ucraina

La guerra in Ucraina è al centro dei lavori questa settimana a New York. L'Ucraina sarà protagonista in molte sessioni a margine, nei discorsi dallo scranno dell'Assemblea, così come negli incontri bilaterali e in una riunione a livello ministeriale del Consiglio di Sicurezza, in calendario giovedì. Il segretario generale Antonio Guterres ha dichiarato che le possibilità di un accordo di pace ora sono "minime", ma sul tavolo ci sono anche altre questioni, dall'energia alla sicurezza alimentare, inclusa l'iniziativa sui cereali del Mar Nero. E poi c'è il tema del prezzo sul gas. A rappresentare Mosca all'Onu sarà il ministero degli Esteri Serghei Lavrov. "Al momento", come fa sapere Washington, non c'è in programma un incontro con il segretario di Stato Antony Blinken. 

La 77/esima Assemblea Generale sarà l'ultimo evento sul palcoscenico internazionale per il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, in arrivo questa sera a New York. Il suo discorso al dibattito generale è previsto per martedì sera, mentre ancora incerto è un eventuale bilaterale con Biden. Accompagnano Draghi la viceministra degli Esteri Marina Sereni, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Altri orizzonti tematici

Oltre alla guerra in Ucraina, fra i temi caldi ci sono pure l'accordo sul nucleare con l'Iran - il presidente Ebrahim Raisi dovrebbe parlare all'Assemblea mercoledì, salvo aggiornamenti – e i cambiamenti climatici, con Guterres che tenta di fare pressione sui leader mondiali per adottare azioni più ambiziose.  Tra i leader in arrivo al Palazzo di Vetro ci sono il presidente del Brasile Jair Bolsonaro (in apertura della prima giornata), il francese Emmanuel Macron, il turco Recep Tayyip Erdogan e il venezuelano Nicolas Maduro. Prima volta al consesso di New York per la premier britannica Liz Truss - che avrà un bilaterale con Biden mercoledì – e per il cancelliere tedesco Olaf Sholz, accompagnato dalla ministro degli Esteri Annalena Baerbock. Presenti anche i vertici dell'Ue - il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l'Alto rappresentante per gli Affari Esteri Josep Borrell - e il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Omaggio a Elisabetta II

Il presidente statunitense Joe Biden non interverrà, come di consueto, nella giornata di apertura dei dibattiti, domani martedì, ma apparirà mercoledì poiché prima sarà a Londra per i funerali della Regina Elisabetta II. E sarà Blinken a co-presiedere assieme ad Ue, Onu e Spagna il summit sull'insicurezza alimentare.

Sguardo all'Africa

L'Africa potrebbe diventare leader nelle energie rinnovabili. Dispone di importanti fonti di energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica e la transizione verso l'energia pulita potrebbe creare più di 6 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2050 nel continente. A sottolinearlo è stato Guterres aprendo a New York l’incontro intitolato 'Global African Business Initiative'. Ha detto che l'Africa è un continente con un potenziale enorme nonostante le crisi e le sfide che lo riguardano, sottolineando che “non possiamo fermare l'Africa”. “L'Africa è una parte vitale del commercio globale e una destinazione importante per gli investimenti – ha aggiunto - e include alcune delle economie in più rapida crescita al mondo”. Dunque un appello: “l'Africa ha di più, molto di più, da offrire''. Guterres ha osservato che tutti i settori dell'economia africana sono in crescita, dall'industria all'agricoltura, dai servizi alla finanza; la popolazione giovanile qui rappresenta una forza lavoro dinamica e un enorme mercato dei consumatori e delle imprese; e l'Accordo sull'area di libero scambio continentale africana accelererà ulteriormente le opportunità di investimento e commercio. Dunque, secondo Guterres è giunto il momento di agire per sostenere l'Africa. Infine, il Segretario Generale dell'Onu ha chiesto l'impegno per una ''piena inclusione delle donne: non è possibile costruire un continente africano prospero, sostenibile e stabile senza il pieno contributo di metà della popolazione".

In apertura il Focus sull’istruzione

In apertura della 77.ma sessione dell'Assemblea generale dell'Onu, si deve parlare di istruzione. L’Unesco ha previsto oggi un vertice dal titolo Trasformare l’istruzione, che fa seguito al summit tra esperti e giovani della società civile che si è svolto a Parigi dal 28 al 30 giugno scorso. L’obiettivo dichiarato è coinvolgere i grandi leader mondiali per assicurare la scolarizzazione a tutti i bambini e soprattutto alle bambine nel mondo, ma anche cambiare l’approccio ai sistemi educativi dopo il Covid, in particolare per gli studenti più emarginati che stanno affrontando gravi perdite di apprendimento.

L'appello dell'Ue contro i tagli alla spesa per la scuola

L’incontro arriva in un momento critico in cui la spesa pubblica per l'istruzione ovunque non sta al passo con la crescente crisi dell'apprendimento. Si stima che circa il 40 per cento dei Paesi a reddito basso e medio-basso abbia ridotto la spesa per l'istruzione con l'inizio della pandemia nel 2020, con un calo medio della spesa reale del 13,5 per cento. Inoltre, nel 2020, 43 donatori bilaterali hanno ridotto i loro aiuti all'istruzione, mentre le famiglie dei Paesi più poveri stanno assumendo il 39 per cento del costo totale dell'istruzione rispetto a solo il 16 per cento nei Paesi ad alto reddito. E’ il momento di invertire il processo al ribasso risultante dalla pandemia, dal clima e dalle interruzioni dei conflitti e cercare cambiamenti in materia di istruzione, apprendimento, insegnamento, tecnologia e finanziamento dell'istruzione.

La Commissaria UE per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, è intervenuta al vertice sull'istruzione chiedendo di portarla in cima all'agenda internazionale. Ha invitato la comunità internazionale a unire le forze per aumentare gli investimenti e per avviare azioni volte ad affrontare le profonde disuguaglianze nell'accesso alla scuola, all'apprendimento di qualità e alla connettività digitale. Sottolineando che investire nell'istruzione è fondamentale per perseguire la pace, la prosperità e il benessere delle persone e del pianeta, al fine di conseguire tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, la Commissaria ha ricordato che per l'Ue si tratta di un pilastro fondamentale della strategia Global Gateway da 300 miliardi di euro e che l'UE e i suoi Stati membri sono il principale investitore mondiale nel settore dell'istruzione, con il 55 per cento delle borse di istruzione nell’ambito dell'aiuto pubblico allo sviluppo.

Si deve assicurare l’accesso all’istruzione per tutti i bambini e soprattutto le bambine,  e si deve promuovere un apprendimento permanente di qualità che vada oltre le logiche del nozionismo, sottolinea la professoressa Gioia Di Cristofaro Longo, presidente della Libera Università dei Diritti Umani (Lunid) e già ordinario di Antropologia culturale presso La Sapienza:

Ascolta l'intervista con Gioia Di Cristofaro

E’ il momento giusto per fare il punto sull'educazione sostenibile, nonché per agire, sottolinea la presidente Di Cristofaro raccomandando di non fare solo discorsi astratti ma di scendere nel concreto di situazioni e sfide. Innanzitutto mette in luce l’importanza di interventi per proteggere e dare priorità all'istruzione in situazioni di crisi, tantissime nel mondo. Precisa l’importanza di discutere, così come previsto al summit, di crisi globale dell'apprendimento difendendo o assicurando un livello di apprendimento di base che non sia solo sul piano delle nozioni. E’ fondamentale – afferma – pensare la formazione in termini di obiettivi e il primo obiettivo è quello di formare cittadini e cittadine – e per le donne è più difficile in troppi casi – all’altezza del difficile contesto storico che stiamo vivendo.

Se digitale fa rima con neutrale

Il dibattito sulla digitalizzazione – spiega Di Cristofaro – non si esaurisce solo pensando alla tecnologia necessaria per seguire la didattica a distanza, che in Italia è stata definita con la sigla 'dad', ma si tratta di formare i ragazzi all’universo digitale e si tratta di garantire l'accesso per studenti, insegnanti e famiglie a contenuti educativi digitali di alta qualità anche attraverso piattaforme nazionali di apprendimento aperte e gratuite. Per tutto, Di Cristofaro raccomanda un serio livello di riflessione ma anche approcci concreti. Sottolinea le potenzialità dell’universo digitale ma anche i rischi. Ricorda che Papa Francesco ha parlato nei giorni scorsi di persone “connesse ma distanti” spiegando che con la connessione digitale c’è il rischio che si affermi una sorta di alibi di neutralità: è come se le nostre azioni non avessero le stesse conseguenze che hanno nella vita reale. Suggerisce, dunque, una sorta di road map per il mondo della scuola in cui non manchino alcuni passaggi chiave: bisogna insegnare cosa siano i diritti umani; cosa significhino valori come l’empatia, la solidarietà, il bene comune; educare alla pace.   

Una scuola per l’ecologia

C’è poi il tema dell'educazione ecologica: preparare ogni studente alle sfide dei cambiamenti climatici. Stabilire obiettivi per rendere le scuole più ecologiche, integrando l'educazione al clima nei programmi scolastici, formando gli insegnanti nell'educazione al clima e fornendo opportunità di apprendimento per gli adulti su questi temi.

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19 settembre 2022, 16:45