Cerca

Kiev, la Carovana della pace davanti alla statua del Mahatma Gandhi (foto di Marco Di Marcantonio) Kiev, la Carovana della pace davanti alla statua del Mahatma Gandhi (foto di Marco Di Marcantonio) 

La Carovana della Pace in Ucraina chiede protezione per gli obiettori

E’ in corso la quarta missione della Carovana della Pace in Ucraina. Gli attivisti pacifisti italiani portano beni di prima necessità e fondi per aiutare gli obiettori “che si rifiutano di uccidere”. Don Sacco di Pax Christi: “Chiediamo a Ucraina e Russia di riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza”

Marco Guerra – Città del Vaticano

La Carovana per la Pace, sotto la sigla ‘Stopwarnow’, è in Ucraina per la quarta volta, con lo scopo di portare vicinanza e aiuti concreti, in vista dell’inverno, alla popolazione colpita dalla guerra scatenata il 24 febbraio scorso dall’Invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Il convoglio organizzato da 175 organizzazioni italiane cattoliche e laiche, oltre a consegnare beni alimentari, medicinali e coperte, questa volta si pone anche un obiettivo sociale, ovvero allacciare legami di cooperazione con le realtà ucraine che credono ad un’alternativa all’uso delle armi e sostenere gli obiettori di coscienza, che spesso subiscono processi e inchieste a causa del loro rifiuto di imbracciare le armi.

Gli incontri con i movimenti non violenti

Per comprendere i particolari di questa nuova missione abbiamo raggiunto telefonicamente a Kiev, don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi, il quale ha evidenziato che lo scopo di questa quarta carovana, rispetto alle tre già fatte, vuole essere stare accanto a chi rifiuta il conflitto. “Siamo infatti coordinati dal Movimento non violento e dall’associazione ‘Un Ponte per’ e in questi giorni stiamo incontrando espressioni dei movimenti non violenti ucraini”, racconta il sacerdote. Il sostegno è per gli obiettori di coscienza sotto processo che, secondo l’esponente di Pax Christi, “danno concretezza alle parole di Papa Francesco, che parla di terza guerra mondiale da non alimentare”. Queste persone in alcuni casi sono considerate dei traditori che non amano la patria. “Così come in Italia c’è una legge che riconosce l’obiezione di coscienza – afferma ancora il sacerdote - così chiediamo che in Ucraina e in Russia sia riconosciuto questo diritto”.

Ascolta l'intervista a don Sacco

Aprire le porte agli obiettori

Don Sacco porta sempre un nastrino verde sui suoi abiti, che è il simbolo di coloro che in Russia rifiutano la guerra. Persone che pagano un prezzo altissimo per questa scelta, per questo motivo ‘Stopwarnow’ chiede che gli stati europei riconoscano il diritto all’obiezione e che, insieme alle comunità cristiane, aprano loro le porte. Per il sacerdote è necessario non farsi travolgere dalla mentalità della guerra e dall’economia di guerra che porta all’odio. Don Sacco suggerisce di riconoscere lo status di rifugiato come primo passo per proteggere gli obiettori: “In questo modo tanti russi e ucraini siederebbero allo stesso tavolo per realizzare quello che don Tonino Bello chiamava la convivialità delle differenze”.

La raccolta fondi

Per realizzare una serie di strumenti concreti di protezione degli obiettori, Pax Christi e tutta la Carovana per la Pace hanno aderito alla raccolta fondi lanciata da un ‘Ponte per’ per sostenere le spese di chi si oppone alla guerra e sceglie il primato dell’obiezione. Infine don Sacco fa una fotografia del contesto e delle preoccupazioni che si percepiscono nella capitale ucraina, Kiev: “Qui la guerra è lontana, ora è combattuta da altre parti, ma ci hanno fatto scaricare un’applicazione sul cellulare che avverte di andare nei bunker in caso di bombardamento. Qui le prospettive potrebbero ora peggiorare dopo il referendum sull’annessione dei territori occupati e a causa del continuo invio di armi”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

30 settembre 2022, 12:53