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Gen Verde: un tour nell'est dell'Europa per costruire il dialogo e la pace con i giovani

Si è concluso il primo tour europeo, dopo la pandemia, della band artistica internazionale. Concerti, workshop e incontri in Germania, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca con sullo sfondo la drammatica realtà della guerra in Ucraina. "E' stato una conferma di quanto l'arte sia strumento efficace per favorire il dialogo e l'integrazione", affermano le componenti del Gen Verde. Particolarmente emozionante lo spettacolo offerto in un carcere tedesco femminile

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Un tour di 42 giorni per il Gen Verde, la band internazionale tutta al femminile sorta nel 1966 a Loppiano, cittadella del Movimento dei Focolari vicino a Firenze, una delle espressioni musicali e artistiche della spiritualità dell'unità di Chiara Lubich. Quattro i Paesi europei toccati tra luglio e agosto: Germania, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Otto le città, 4600 i km percorsi per dar vita a diversi concerti, incontri, workshop artistici anche all’interno di manifestazioni organizzate localmente per i giovani. E poi un'infinità di momenti che resteranno nei cuori delle 19 artiste del Gruppo a conferma che costruire un mondo di pace, avere il coraggio di crederci, sperare ancora, è possibile. “In queste settimane per le strade d’Europa - riferisce un comunicato stampa, a conclusione del tour - la band ha incontrato tanti e tanti che vivono e lottano per un mondo più giusto per tutti”.

Guarda il video “Gen Verde: European Tour 2022” per rivivere alcuni momenti di un tour carico di emozioni

Apre il tour un evento ecumenico

Il 2 luglio scorso è Stadthagen (Bassa Sassonia), la prima citta del tour in Germania, ad accogliere il Gen Verde. L’invito, arrivato dal vescovo luterano dr. Karl-Hinrich Manzke, era a partecipare ad un festival sul tema della giustizia L’iniziativa coinvolge tutte le scuole della diocesi, con oltre 3000 giovani che hanno partecipato ai diversi progetti proposti e, tra questi, lo “Start Now Workshop Project” della band di Loppiano. “È stata una ricchissima esperienza di dialogo ecumenico profondo, oltre al lavoro con i giovani nei workshop che sono andati molto bene”, racconta la manager del Gen Verde, Sally McAllister che proviene dall’Irlanda, “ancora una volta la conferma di quanto l’arte sia uno strumento efficace e forte per favorire il dialogo, l’integrazione e la pace”.

Workshop con i giovani
Workshop con i giovani

In Germania il concerto in un carcere femminile

Uno dei momenti più intensi del tour è stato quello vissuto a Vechta, ancora in Germania, dove il Gen Verde ha suonato per circa 70 detenute. Forte l’empatia e l’ emozione sia per loro, sia per le componenti della band. “Questo è stato uno dei concerti più belli della mia vita e ne ho fatti tanti - dice la statunitense Nancy Uelmen, cantante, pianista e compositrice del Gen Verde -, non dimenticherò mai le facce di queste donne, mentre ascoltavano così attentamente ogni parola che cantavamo. E mentre si incrociavano i nostri sguardi, era come un colloquio profondo con ciascuna”. “Le storie delle canzoni sono anche il mio passato ed è per questo che non mi sento sola con il mio dolore”, scrive una delle donne detenute presente al concerto, “ora so che anche altre persone con le stesse storie, con lo stesso dolore, sono riuscite a ritrovare la felicità”.

“We Choose Peace”, l’inno dell'intera tournée 

La canzone “We Choose Peace”, “Scegliamo la pace”, lanciata nel maggio scorso, invita ad alzare la voce, come una sola famiglia umana, per dire “no” alla guerra e all'ingiustizia. Cantato dal vivo per la prima volta in questo tour è il brano che risuona più forte vista la situazione drammatica che si vive a pochi chilometri. Tutti si alzano in piedi per cantarla durante gli ultimi concerti in Germania, a Garrel e a Schwerte, prima di partire per la Polonia. La presenza del Gen Verde a Cracovia rientra nell’incontro internazionale di “socioMovens”, una rete sociale giovanile dell'Europa centrale ed orientale. Anche lì la band internazionale ha proposto a un centinaio di giovani di Ucraina, Kazakistan, Polonia, Romania, Croazia e Ungheria, il progetto artistico e musicale chiamato “Start Now Workshop Project” e che ha come obiettivo l’educazione alla pace e al dialogo nell’accettazione delle diversità culturali.

Volti di alcuni ragazzi tra il pubblico
Volti di alcuni ragazzi tra il pubblico

Abbiamo scoperto una piccola luce dentro ciascuno di noi

Per completare il tour ancora due tappe: la prima a Prešov, nell’est della Slovacchia a soli 122 km dalla frontiera con l’Ucraina. E ci sono anche 50 ragazzi di Kiev a partecipare, insieme a oltre 100 slovacchi, allo “Start Now Workshop Project”. “Prima di venire non sapevamo bene a cosa andassimo incontro. All’inizio non volevamo neanche uscire da noi stesse… poi nei workshop abbiamo scoperto che tutti avevamo tanto in comune, anche se non ci conoscevamo o non potevamo capirci per le lingue diverse. Così abbiamo scoperto che ognuno di noi ha una piccola luce dentro di sé, nonostante portiamo anche le nostre oscurità. Questa esperienza è indimenticabile: la porterò con me per il resto della mia vita”, hanno detto Alžbetka e Elishka due giovani ragazze della Slovacchia a workshop finito. La tappa conclusiva è stata nella Repubblica Ceca, con un incontro nella cornice dell’“Incontro Nazionale dei Giovani 2022” a Hradec Králové dove la band ha dialogato con giovani di diverse nazionalità realizzando con loro programmi e laboratori artistici.

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21 agosto 2022, 06:53