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Shinzo Abe, 67 anni, ha guidato per dieci anni il Giappone (Reuters / Jorge Silva) Shinzo Abe, 67 anni, ha guidato per dieci anni il Giappone (Reuters / Jorge Silva)

L'ex premier giapponese Shinzo Abe ucciso in un attentato

67 anni, per dieci è stato alla guida del Governo nipponico. Abe è stato colpito da due proiettili alla schiena durante un evento elettorale a Nara. Arrestato un uomo che gli ha sparato a pochi metri di distanza

Andrea De Angelis e Marco Guerra - Città del Vaticano 

L'ex primo ministro giapponese Shinzo Abe non ce l'ha fatta: è morto per le ferite riportate dopo essere stato raggiunto da due colpi di arma da fuoco durante un evento elettorale nella regione di Nara. "Secondo un alto funzionario del Partito Liberaldemocratico, l'ex premier Abe è morto all'ospedale della città di Kashihara, nella regione di Nara, dove stava ricevendo cure mediche", ha affermato l'emittente Nhk. La prima a dare la notizia, ripresa subito dalle principali agenzie internazionali. Abe è stato colpito da due colpi di arma da fuoco, esplosi a tre secondi di distanza l’uno dall’altro. L'ex premier stava pronunciando il suo discorso a sostegno di un candidato del Partito Liberal Democratico in vista delle elezioni per la Camera alta di domenica quando si è sentito il rumore degli spari.

Fermato un uomo

Abe non mostrava segnali vitali subito dopo essere stato colpito alla schiena, come comunicato dalle testate locali. Dopo essere giunto in ospedale in arresto cardo-respiratorio, il tentativo disperato di salvargli la vita. Il leader giapponese è stato colpito a morte mentre era in piedi su un piccolo podio, mentre stava parlando in pubblico, in mezzo alla strada. Fermato un quarantenne, che nascondeva l’arma in un obiettivo fotografico, come si vede da una foto pubblicata dai media giapponesi. Si tratta di un uomo con una mascherina, pantalone verde scuro, in una tasca una bottiglia d'acqua e poi l'arma, appesa al collo come fosse parte di una macchina fotografica. In altre immagini si vede Abe a terra, con macchie di sangue sulla camicia bianca, vicino al collo. 

Alla guida del Giappone per 10 anni

Il Paese è sotto choc: Abe, 67 anni, è il primo ministro più longevo della storia del Giappone essendo stato in carica nel 2006 per un anno e di nuovo dal 2012 al 2020. Il governo giapponese ha confermato poco fa l'attentato, avvenuto alle 11:30 locali (le 4:30 in Vaticano), dando notizia dell’arresto di un uomo. Tra le prime reazioni, quella dell’ambasciatore statunitense a Tokyo, Rahm Emanuel, che ha affermato di essere "rattristato e scioccato" per l'attacco contro Abe, "un leader – ha detto - eccezionale del Giappone e un alleato incrollabile degli Usa. Il governo degli Stati Uniti e il popolo americano stanno pregando per la sua vita”. Gli Stati Uniti sono "profondamente preoccupati" per l'attentato contro Shinzo Abe, ha dichiarato poi il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si è detto "profondamente scioccato" dall'attacco "atroce" all'ex premier gipponese e ha assicurato che l'Alleanza, di cui Tokyo è uno stretto alleato, "è al fianco" dei giapponesi e del loro governo. "Il Governo italiano esprime la sua ferma condanna per l'attentato a Shinzo Abe. L'Italia è vicina ad Abe e al popolo giapponese in questo momento drammatico", si legge in una nota del presidente del Consiglio, Mario Draghi. "Assolutamente inorridito e rattristato nel sentire dello spregevole attacco a Shinzo Abe. I miei pensieri sono con la sua famiglia e i suoi cari", ha scritto su Twitter il premier britannico Boris Johnson commentando l'attentato. Affida il dolore a un tweet anche il presidente francese, Emmanuel Macron, che invia "pensieri alla famiglia e alle persone vicine ad un grande primo ministro. La Francia - aggiunge - è al fianco del popolo giapponese". Si moltiplicano in questi minuti, dopo la notizia della morte di Abe, i messaggi di cordoglio, provenienti da ogni continente.

Vecchia: Abe può aver attirato antipatie tra i nazionalisti

Per mettere a fuoco questo omicidio maturato in un Paese dove i contrasti sociali solitamente non sfociano in fenomeni estremi, Marco Guerra ha intervistato Stefano Vecchia, giornalista esperto di Estremo Oriente e corrispondente dall’Asia per diverse testate.  

Ascolta l'intervista a Stefano Vecchia

Abe persona molto esposta

“Apparentemente il Giappone è un Paese dove tanti fenomeni sono sfumati ma ce sempre una carica di tensione di gruppi o singoli che può esplodere in maniera eclatante, ricordiamo l’attentato con il gas nervino nella metropolitana di Tokyo”, spiega Vecchia che ricorda che Abe è una persona molto esposta con una lunga carriera politica e quindi le possibilità “che sia finito per dispiacere a qualcuno non sono remote”, oltretutto stava partecipando alla campagna elettorale del suo partito, il Liberal democratico, in vista elle elezioni di domenica prossima per il ricambio di metà della camera dei consiglieri.

La figura di Abe

“Abe ha avuto il più lungo premierato del Giappone e ha guidato un periodo di transizione non concluso – prosegue Stefano Vecchia - è un nazionalista che ha cercato di modificare la costituzione pacifista per consentire l’intervento militare anche all’estero se necessario e ha cercato di tenere a banda la Corea del Nord e la crescente potenza cinese. Sul piano interno – aggiunge - ha cercato di rilanciare l’economia con un piano che prende il suo nome, l’Abenomics, non ha pienamente raggiunto i risultati sperati ma ha ammodernato il Paese fra tante resistenze”.

La questione delle forze armate

Secondo il giornalista esperto di Asia le politiche di Abe possono aver attirato diverse insoddisfazioni su vari fronti. “L’economia non è al meglio – spiega ancora -, poi elementi nazionalisti e dell’estrema destra vedono disattese alcune promesse sul piano militare, la costituzione non è stata modificata nella sua parte più pacifista”. Questo potrebbe spiegare il fatto che l’attentatore è un ex appartenente alle forze di autodifesa, termine che viene utilizzato per indicare le forze armate che non possono essere utilizzate fuori dal territorio giapponese. “Il fatto che sia un esercito ancora non riconosciuto ufficialmente – dice Vecchia - può aver attirato malumori soprattutto da ambienti dell’estrema destra”. Vecchia ritiene quindi che il Giappone che si ripropone come potenza regionale vede come un vulnus questa situazione dell’esercito perché si trova a fronteggiare la crescita esponenziale della Cina che cerca di affermarsi su aree che Tokyo ritiene sotto la sua influenza come alcuni arcipelaghi nel Mar Cinese Orientale.

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08 luglio 2022, 07:18