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All’ingresso del carcere di Vasto un murales parla di libertà

È stato inaugurato nei giorni scorsi “Solo chi sogna può imparare a volare”, l’opera di street art che abbellisce l’entrata della casa di lavoro della cittadina abruzzese. A realizzarla l’artista Lorenzo Faini con due clown dell’associazione promotrice Ricoclaun e detenuti in semilibertà

Roberta Barbi – Città del Vaticano

C’è un aeroplanino di carta che segna la propria rotta puntando verso l’alto, simbolo di quella libertà che se non è reale può diventarlo almeno con la fantasia. E poi c’è quel richiamo forte, diretto, ai sogni, nutrimento essenziale di ogni anima che voglia imparare a volare, o almeno reimparare a camminare con le proprie gambe. È la nuova opera di street art appena inaugurata sul muro esterno adiacente all’ingresso della casa di lavoro di Vasto, in provincia di Chieti, ideata dall’artista Lorenzo Faini, progettata assieme a due volontari dell’associazione Ricoclaun da anni presente nell’istituto di pena, e realizzata assieme a un gruppo di detenuti in semilibertà. “Il giorno dell’inaugurazione erano presenti molti volontari e un gruppo di internati appena ammessi alle licenze, che per noi sono il primo passo verso la libertà vigilata, quindi è stato un momento molto simbolico e toccante”, è la testimonianza di Maria Giuseppina Rossi, funzionario giuridico pedagogico della struttura.

Ascolta l'intervista a Maria Giuseppina Rossi:

Vasto, una comunità sempre stretta intorno ai suoi carcerati

Un messaggio di bellezza che hanno voluto regalare agli ospiti della casa di lavoro le associazioni Ricoclaun – promotrice dell’iniziativa - ma anche Un Buco nel tetto e Avi Alzheimer, che accanto a loro vivono e lavorano, o semplicemente che i detenuti li portano nel cuore, segno che la comunità vastese ha una grande sensibilità e molto da insegnare. “Quando nel 2013 fu inaugurata la casa lavoro – racconta ancora la funzionaria – ci fu un primo momento di difficoltà legato al pregiudizio. I detenuti di qui sono in una situazione particolare: a Vasto abbiamo una piccola sezione circondariale, ma è soprattutto una casa di lavoro, perciò chi arriva da noi ha già scontato quasi tutta la pena e ricomincia pian piano a lavorare, a ricostruirsi un futuro pensando al dopo, al fuori”.

La Street art carceraria, esempio di bellezza

E tra le tante esperienze di lavoro che i detenuti sono stati chiamati a vivere, anche questo murales e un altro realizzato davanti alla sezione dei semiliberi lo scorso anno. Ora le fotografie di entrambi andranno a impreziosire una pubblicazione sulla street art realizzata dal Club Unesco di Vasto. Un lavoro impegnativo, fatto di sudore anche a causa del grande caldo che non molla, in questa estate italiana: “Ognuno ci ha messo qualcosa di sé, perciò questi murales sono così belli e hanno suscitato tanto interesse – ha detto Maria Giuseppina Rossi – si tratta di riqualificazione, anzi di più, di rigenerazione urbana attraverso i colori, che sono la sintesi della vita”.

Il lavoro come messaggio di speranza

Nella casa di lavoro di Vasto, come rivela la stessa denominazione, sono molte le esperienze a disposizione dei detenuti che stanno qui concludendo il loro percorso prima di reinserirsi nella società: “Abbiamo un’azienda agricola che speriamo di rilanciare al più presto, poi una sartoria che al momento si occupa di confezionare biancheria come lenzuola e federe per le esigenze interne – spiega in conclusione la funzionaria – stiamo completando i primi due corsi di formazione per pizzaioli e inoltre, a breve, dovrebbe aprire un birrificio. Sono tutte attività interne, ma che per essere gestite hanno bisogno di collaborazioni esterne ed è proprio questo ponte tra dentro e fuori a rivelarsi fondamentale per il futuro degli internati anche in termini di diminuzione della recidiva. Abbiamo bisogno di puntare su questo: la prosecuzione del lavoro una volta fuori di qui”. E non c’è dubbio che ancora una volta la comunità di Vasto ci sarà, presente e disponibile come sempre.   

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22 luglio 2022, 12:58