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Sono in calo le scorte di grano nei silos in Nord Africa (Reuters / Mohamed Abd El Ghany) Sono in calo le scorte di grano nei silos in Nord Africa (Reuters / Mohamed Abd El Ghany)

Crisi del grano, nuovo botta e risposta tra Kiev e Mosca

Mentre prosegue l'offensiva russa nel Lugansk, preoccupano le conseguenze del conflitto a livello globale. Nelle ultime ore il presidente ucraino Zelensky ha parlato con il presidente del consiglio italiano, Draghi, mentre il presidente russo Putin ha avuto un colloquio telefonico con il cancelliere austriaco Nehammer

Andrea De Angelis - Città del Vaticano 

La possibile, devastante crisi alimentare mondiale legata alla guerra in Ucraina resta uno dei temi centrali del conflitto in corso da ormai 94 giorni nel Paese dell'Est Europa. Mentre prosegue l’offensiva russa nel Lugansk, preoccupa sempre di più la cosiddetta crisi del grano: l'Ucraina annuncia di avere grano a sufficienza per tutto l’anno per garantire il consueto export mondiale, a patto che cessi il fuoco nel mar Nero, mentre la Russia si sarebbe detta pronta a sbloccare la situazione, purché si revochino le sanzioni. Nelle ultime ore si registra un nuovo, acceso scambio di accuse reciproche tra Mosca e Kiev. Quest'ultima denuncia che a causa dell’invasione russa 22 milioni di tonnellate di grano ucraino è bloccata nei silos. Secca la replica del Cremlino, secondo cui a minare i porti sono stati gli ucraini.

Zelensky e Draghi: sbloccare i porti 

Sul fronte diplomatico si moltiplicano le iniziative per cercare di sbloccare i porti e scongiurare lo scenario più temuto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito su Twitter di aver avuto un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi, nel corso del quale ha discusso di aiuti militari, ma anche delle modalità per scongiurare la crisi alimentare. "L'ho informato della situazione sulla linea del fronte", ha precisato, aggiungendo che Kiev si "aspetta ulteriore aiuto per la difesa dai nostri partner". "Ho sollevato il problema dell'approvvigionamento di carburante", ha scritto inoltre, e "sono state discusse modalità per prevenire la crisi alimentare". "Dobbiamo sbloccare insieme i porti ucraini", ha concluso. Palazzo Chigi ha confermato il colloquio e spiegato in una nota che “il colloquio si è focalizzato sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno, con particolare riguardo alle regioni orientali del Paese”, oltre alle prospettive di sblocco delle esportazioni di grano dall’Ucraina per far fronte alla crisi alimentare che minaccia i Paesi più poveri del mondo.

Putin a Nehammer: stop alle sanzioni 

Il presidente russo, Vladimir Putin, è pronto a dialogare sull’apertura di “corridoi verdi” per permettere le esportazioni di grano bloccato nei porti ucraini. Lo ha detto il cancelliere austriaco Karl Nehammer in una conferenza stampa dopo avere avuto una conversazione telefonica di 45 minuti “molto intensa e seria” con lo stesso capo di Stato russo. Secondo il cancelliere austriaco, Putin ha “dato segnali” per consentire il passaggio del grano dai porti. “Le conseguenze di una potenziale crisi alimentare colpiranno in particolare i Paesi del Nord Africa o il Pakistan che dipendono fortemente dalle esportazioni dall’Ucraina”, ha detto. Il capo del governo di Vienna ha spiegato inoltre che Putin sarebbe disponibile a negoziare con Kiev sullo scambio di prigionieri di guerra e ha promesso di parlare della questione, che per il Cremlino si incentra sulla revoca delle sanzioni europee ed americane alla Russia. 

La Chiesa ortodossa ucraina

La parte della Chiesa ortodossa ucraina ancora legata a Mosca afferma di aver tagliato tutti i legami con la Russia per l'invasione dell'Ucraina, dichiarando "piena indipendenza". "Non siamo d'accordo con la posizione del patriarca di Mosca Kirill sulla guerra", ha affermato la chiesa in un comunicato dopo aver tenuto un consiglio incentrato sulla "aggressione" della Russia contro l'Ucraina, dove ha dichiarato la "piena indipendenza e autonomia della Chiesa ortodossa ucraina". Il consiglio ha anche lanciato un appello sia all'Ucraina che alla Russia affinché "continuino il processo negoziale" e trovino un modo per "fermare lo spargimento di sangue". “La Chiesa ortodossa russa non ha ricevuto alcun appello dalla Chiesa ortodossa ucraina, quindi non possiamo rispondere alle informazioni che riceviamo dalla stampa: noi preghiamo per la conservazione dell'unità della Chiesa ortodossa russa”. Questa la replica del portavoce della Chiesa ortodossa russa, Vladimir Legoyda, secondo quanto riportano le agenzie internazionali. 

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28 maggio 2022, 09:28