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La protesta dei camionisti in Canada La protesta dei camionisti in Canada 

Gli Usa: pronti ad aiutare il Canada per il blocco dei camion

Non accenna a spegnersi la protesta dei camionisti contro le misure per contrastare la diffusione della pandemia. Si teme un effetto a catena anche in altri Paesi, in Nuova Zelanda sono 120 gli arresti effettuati

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

E’ la Casa Bianca ad intervenire direttamente nella protesta dei camionisti, che oltre ad aver paralizzato Ottawa e varie città del Paese ha bloccato i ponti lungo il confine dove passa un quarto degli scambi commerciali. Gli Stati Uniti hanno chiesto al Canada di usare i suoi "poteri federali" per togliere i blocchi dei camionisti che manifestano contro l'obbligo vaccinale per le tratte transfrontaliere e si sono detti pronti ad offrire il loro "aiuto pieno e totale". Intanto i gruppi Toyota, General Motors, Ford e Stellantis sono stati costretti a cancellare o ridimensionare la produzione. Una paralisi che costerà 300 milioni di dollari al giorno.

Rischio di allargamento della protesta

La protesta fa scuola in altre parti del mondo. In Nuova Zelanda sono oltre 120 gli arresti durante le operazioni di sgombero davanti al Parlamento di Wellington dove si erano accampati da 3 giorni i manifestanti. Il Belgio ha già vietato l’accesso ai cosiddetti 'convogli della libertà', partiti dal sud della Francia per arrivare nel fine settimana a Parigi e poi a Bruxelles. “Convogli della vergogna” li ha definiti il segretario di Stato francese agli Affari europei, anche a Parigi si stanno mettendo in campo tutte le contromisure per evitare i blocchi. Mano dura pure in Austria.

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11 febbraio 2022, 12:06