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Conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo del 16 dicembre a Bruxelles. Da destra: la presendente della Commissione Europea Von del Layen, il presidente del Consiglio Europeo Michel e il primo ministro sloveno Jansa Conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo del 16 dicembre a Bruxelles. Da destra: la presendente della Commissione Europea Von del Layen, il presidente del Consiglio Europeo Michel e il primo ministro sloveno Jansa 

Consiglio Ue: nulla di fatto sul caro energia, terza dose del vaccino entro sei mesi

Nessun accordo nell'Unione Europea sulle misure per combattere gli aumenti dei prezzi dell'energia e assicurare al Vecchio Continente la transizione verde. I leader dei 27 nel Consiglio hanno rimandato tutto al prossimo vertice, mentre per la lotta alla pandemia il green pass rimane valido nove mesi ma si raccomanda un richiamo al massimo dopo sei mesi dall’ultima dose

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Le misure per combattere il caro energia e assicurare la transizione verde dividono l’Unione Europea. Ieri a Bruxelles i leader dei 27 Paesi dell’Ue, dopo ore di trattative, hanno deciso di non decidere e rimandare tutto a un prossimo appuntamento del Consiglio Europeo, facendo saltare il capitolo energia dalle conclusioni del summit. Ad annunciare il fallimento è stato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che nella conferenza stampa finale ha spiegato che tra i leader c'è stato "un lungo dibattito su una questione molto importante per i cittadini e le imprese". Ma, ha ammesso, "abbiamo dovuto constatare che le divergenze sul tavolo hanno reso impossibile adottare conclusioni sull'energia".

Troppe divisioni sull’energia

Il dossier, come previsto già alla vigilia, si è rivelato estremamente divisivo. I Paesi dell'Est, Polonia in testa, accusano il sistema Ets, che è alla base del mercato delle emissioni, di essere non solo soggetto a speculazioni eccessive, ma anche di creare difficoltà improprie alle loro economie, specie nella prospettiva degli interventi che dovranno essere fatti per la lotta ai cambiamenti climatici. Quello dell'energia, dove gli interessi economici sono enormi, è purtroppo un tema dove nessun Paese vuole rinunciare alle sue priorità. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, al suo debutto a un vertice europeo, pur essendosi presentato in conferenza stampa al fianco del presidente francese Emmanuel Macron, ha ammesso che tra i due Paesi ci sono posizioni divergenti.

Il saluto tra il presidente francese Macron (a sinistra) e il nuovo cancelliere tedesco Scholz
Il saluto tra il presidente francese Macron (a sinistra) e il nuovo cancelliere tedesco Scholz

Sul nucleare Germania e Francia hanno idee diverse

"Già da tempo - ha ricordato Scholz - la Germania ha preso la decisione che l'energia nucleare non prenderà parte alla transizione energetica". Mentre Parigi non intende rinunciarvi. Francia e Spagna chiedono poi una revisione del mercato energetico per sganciare i prezzi dell'energia da quelli del gas, una tesi che i Paesi del Nord Europa respingono. E l'Italia punta ad ottenere che il gas venga considerata una fonte utilizzabile durante la transizione verde.

Covid: Green pass valido 9 mesi, terza dose entro sei

Sul fronte della lotta alla quarta ondata della pandemia, la Commissione europea, ha spiegato la presidente Ursula von der Leyen ai giornalisti, assicurerà un comune approccio nei Paesi Ue sulla validità del certificato digitale e sui richiami del vaccino anti-Covid. Che sono raccomandati al massimo dopo sei mesi dall’ultima vaccinazione, mentre il green pass rimarrà valido per 9 mesi. Ribadendo i timori per la variante Omicron del Covid-19, von der Leyen ha annunciato un accordo con Pfizer per avere in tempi rapidi 180 milioni di dosi di vaccini adeguati a combatterla.

Il premier italiano Draghi (al centro) saluta il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel (a sinistra) accanto al capo del governo polacco Morawiecki (a destra)
Il premier italiano Draghi (al centro) saluta il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel (a sinistra) accanto al capo del governo polacco Morawiecki (a destra)

Stretta dell’Italia agli arrivi, per frenare Omicron

Il presidente del Consiglio Europeo Michel ha ribadito che per i singoli Paesi è "possibile" adottare misure aggiuntive, ma è importante anche che ci sia il necessario coordinamento a livello dell’Unione Europea. Chiaro il riferimento alla linea dura decisa dall’Italia sugli arrivi, e giustificata dal premier Mario Draghi per mantenere il "vantaggio in termini di minore diffusione di Omicron, della Penisola rispetto agli altri Paesi, e proteggere il Sistema sanitario nazionale. Grazie ai "numeri elevati" della campagna di vaccinazione, con l’85 per cento di immunizzati, e le 500mila terze dosi effettuate, ha sottolineato Draghi, l’Italia non ha "per ora" la tragica impennata di contagi che da giorni altre capitali internazionali sono costrette a registrare.

Draghi chiede uniformità su richiami dei vaccini e Green pass

La stretta, che prevede fino al 31 gennaio l'obbligo di un test negativo in partenza per chi proviene dai Paesi Ue e, in aggiunta, una quarantena di 5 giorni per chi non è vaccinato, quindi, è necessaria, ha spiegato il premier italiano, per non tornare a dover pagare un prezzo che è già stato troppo alto, con 135 mila morti e la caduta del 9% del Pil. Bruxelles continua a chiedere un approccio coordinato nelle misure di contrasto al Covid, che non ostacoli la libera circolazione tra gli Stati o i viaggi all'interno dell'Ue. Draghi concorda, ma rilancia: il coordinamento a livello Ue "deve essere guidato dal principio di massima cautela", ha detto, chiedendo di rafforzare la definizione di alcuni aspetti: vaccinazioni, data di scadenza del Green pass e campagna sulla terza dose. 

Ascolta il commento di Antonio Villafranca, responsabile desk Europa dell'Ispi

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17 dicembre 2021, 10:16