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Segregazione ed emancipazione, ebrei italiani protagonisti del Risorgimento

Al via al Museo Ebraico di Roma la mostra "1849-1871 Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione", che tramite pitture, sculture e documenti scritti, illustra la partecipazione delle comunità ebraiche alle vicende che portarono all’unità d’Italia. Di Castro: il movimento risorgimentale si identificava nell’epopea del popolo ebraico e gli ebrei erano mossi da un sincero sentimento patriottico e dal desiderio di emancipazione

Marco Guerra – Città del Vaticano

Militari, artisti, intellettuali e politici, la partecipazione delle comunità ebraiche italiane al Risorgimento fu tutt’altro che marginale. La fervente partecipazione degli ebrei al lungo processo che portò all’Unità d’Italia non fu dovuta solo al desiderio di raggiungere la piena emancipazione e il riconoscimento dei diritti civili, ma soprattutto fu alimentata dall’anelito patriottico di rivendicazione di piena italianità di tutti gli ebrei italiani e in particolare di quelli romani. E’ questa la cornice storica messa in luce dalla mostra "1849-1871 Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione", allestita presso il Museo Ebraico di Roma.

La liberazione dai ghetti

L’esposizione, aperta al pubblico dal 10 novembre 2021 al 27 maggio 2022, si avvale dei prestiti dei più importanti musei italiani del Risorgimento e di prestigiose collezioni private, con lo scopo di far conoscere e raccontare l’impegno e il coinvolgimento degli ebrei italiani in tutte le vicende cruciali del Risorgimento. Dall’eroica Repubblica Romana del 1849 alla proclamazione di Roma capitale nel 1871, si fece evidente l’identificazione tra lo spirito risorgimentale e la millenaria storia ebraica. Una comune idea di riscatto e orgoglio identitario portò alla costruzione dell’Italia unita e alla liberazione dalla secolare costrizione nei ghetti.

I quadri dei pittori soldato ebrei

I grandi protagonisti del Risorgimento intrecciarono le loro storie personali e politiche con il mondo ebraico, trovando anche il sostegno di molti che combatterono in prima linea in nome della futura patria. Tutto questo viene raccontato tramite dipinti, sculture e testimonianze documentarie. L’esercito piemontese e poi italiano contò molti ufficiali ebrei che si distinsero sul campo come Giacomo Venezian, Enrico Guastalla e Giacomo Segre. In tal senso, una delle esperienze più significative è quella dei pittori soldato ebrei che presero parte alle guerre risorgimentali. Quadri come il ritratto di Mazzini di Serafino De Tivoli o l’Ultimo vittorioso assalto al Colle di San Martino di Raffaele Pontremoli sono diventate icone del Risorgimento.

Il Risorgimento ispirato dalle vicende del popolo ebraico

“La storia del popolo ebraico diventa una vicenda paradigmatica e di riferimento per il Risorgimento, il popolo che vagheggia la patria bella e perduta del Nabucco. Il Movimento risorgimentale identifica quindi nel popolo ebraico quel paradigma di perdita e riconquista della patria che in quegli anni riguardava il popolo italiano”, spiega a Vatican News Alessandra Di Castro, presidente della Fondazione del Museo Ebraico di Roma.

Ascolta l'intervista alla presidente Di Castro

La cultura antidoto contro l’antisemitismo

“L’unità d’Italia e Roma capitale – prosegue Di Castro – significano per gli ebrei la conquista delle libertà, è stata quindi molto attiva la partecipazione degli ebrei italiani alla costruzione dell’Italia”. La cultura e la conoscenza della storia patria diventano quindi uno dei migliori antidoti per combattere l’antisemitismo e favorire l’integrazione, sottolinea ancora Di Castro: “Dalla mostra emerge il desiderio di acquisire la piena italianità, gli ebrei si sentivano pienamente italiani e questo ci deve far riflettere sulla complessità della storia, sui processi di integrazione e sulla ricchezza culturale e spirituale di questa nazione”.

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12 novembre 2021, 08:00