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Un'industria del ferro a Ipatinga, nello Stato Minas Gerais in Brasile Un'industria del ferro a Ipatinga, nello Stato Minas Gerais in Brasile 

Diritto e cambiamenti climatici: nuove sfide per le democrazie

Al Forum per la democrazia a Strasburgo si discute di surriscaldamento globale, che interpella il mondo della politica e quello del diritto, come spiega l'avvocato Luca Saltalamacchia. Intorno al tavolo si ritrovano non solo rappresentanti istituzionali ma molti giovani attivisti e promotori di iniziative green nel vecchio continente o nel mondo perché serve uno sguardo globale e uno locale, come sottolinea Claudia Luciani del Consiglio d'Europa

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Intellettuali, politici, attivisti, esperti e giovani di tutto il mondo discutono da ieri di sistemi democratici e ambiente al Consiglio d’Europa, a Strasburgo. Si tratta del Forum mondiale per la democrazia che, in questa decima edizione che si conclude domani, è concentrato sulle sfide ambientali. Un anno di dibattiti  online a livello mondiale ha preparato la piattaforma degli incontri in corso al Palazzo d’Europa. Diverse le voci, come quella concreta di Virag Kaufer, rappresentante della società civile in Iraq che parla di serie difficoltà ad arginare meccanismi industriali distruttivi.

Governance e diritto pubblico e privato

Si discute su quale tipo di governance sia maggiormente in grado di affrontare le sfide ambientali, sul ruolo tra pubblico e privato. Ma anche sul concetto stesso di diritto ambientale, come sottolinea l’avvocato Luca Saltalamacchia, incontrato a Strasburgo in uno dei laboratori del Forum:

Ascolta l'intervista con Luca Saltalamacchia

L’avvocato ricorda che si sta cercando di affermare il diritto a vivere in un ambiente salubre sottolineando che è molto importante ma aggiungendo che bisognerebbe stabilire anche il diritto a vivere in un clima stabile, un diritto che aiuti a contrastare quei perturbamenti dovuti ad esempio alle emissioni nocive che provocano stravolgimenti dei cicli vitali e conseguenze sulla salute.  

Ci si confronta sulle responsabilità di governi nazionali e organizzazioni internazionali, ma non si deve dimenticare - ribadisce Lidia Naronha, assistente del Segretario generale dell’Onu -  che i cittadini vogliono avere voce in capitolo. Delle priorità del Forum mondiale per la democrazia 2021 e dell’organizzazione, a Strasburgo ci parla Claudia Luciani, a capo della Direzione Uguaglianza Dignità umana e Governance del Consiglio d’Europa:

Ascolta l'intervista con Claudia Luciani

Luciani ricorda che al Consiglio d'Europa interessa tutto ciò che concerne la democrazia e si occupa di cosa può rafforzarla. Poi evidenzia aspetti particolari della questione ambientale che ovviamente tocca la vita di ognuno e il vivere comune di tutti e dunque già solo per questo interpella le democrazie, ma che ha anche la caratteristica di essere una questione a breve e a lungo termine, che riguarda le generazioni presenti e future.

Esperienze concrete e preziose dalla società civile

Luciani racconta l'avvio della campagna, un anno fa, per raccogliere candidature tra realtà della società civile per selezionare i partecipanti al Forum mondiale per la democrazia. Si sofferma sulle sfide che la questione ambientale presenta a tutti i Paesi, ricordando che al Consiglio d'Europa il focus non può che essere quello del punto di vista dei diritti umani. Dunque riferisce di come siano state considerate e selezionate iniziative che vengono presentate nei vari laboratori nell'ambito del Forum al Palazzo d'Europa, sede a Strasburgo del Consiglio d'Europa. Si tratta - riferisce - anche di piccole realtà e di inziative concrete che si distinguono perché si presentano come efficaci e ripetibili in altri contesti.  In particolare cita esempi dall'Africa che hanno la caratteristica di avere donne come protagoniste. 

La sfida della fiducia

Luciani sottolinea inoltre un aspetto emerso negli ultimi rapporti redatti dagli esperti del Consiglio d'Europa: la pandemia ha portato dolore e disorientamento in tutte le popolazioni dei 47 Stati membri ma ha anche fatto risalire la percentuale di persone che hanno fatto riferimento a informazione, documentazione, indicazioni provenienti da fonti istituzionali e ha fatto registrare un indice di maggiore fiducia nei confronti degli organismi istituzionali, rispetto al recente passato prima della diffusione del coronavirus. Resta però preoccupante il numero di cittadini che non si reca alle urne, minando così - afferma Luciani - la base della democrazia, che si fonda proprio sull'espressione della volontà del popolo. E Luciani avverte: nei trend tracciati dagli esperti da qui al 2050 si prevede un ulteriore calo generalizzato dei votanti. Secondo Luciani dunque è fondamentale promuovere occasioni di confronto tra rappresentanti "dal basso" delle realtà locali e leader politici a diverso titolo per mettere a fuoco esigenze reali e per conquistare la fiducia dei cittadini. 

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09 novembre 2021, 09:23