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Reparto Covid dell'ospedale Lozenets di Sofia Reparto Covid dell'ospedale Lozenets di Sofia 

Bulgaria: record di morti per coronavirus. L'impegno di Caritas

Nel Paese meno vaccinato di Europa ci sono tra i numeri più alti di decessi e contagi procapite. Il segretario della Caritas bulgara: manca una leadership chiara che indica la strada. Bloccati gli interventi non essenziali in tutti gli ospedali

Michele Raviart - Città del Vaticano

Nuovo picco di morti per coronavirus in Bulgaria, in piena crisi per la quarta ondata della pandemia. I decessi sono stati ieri 334, con oltre cinquemila nuovi casi. Oltre ottomila le persone ospedalizzate con 734 ricoveri in terapia intensiva.

Manca una visione chiara

“La situazione è critica”, spiega a Vatican News Emanuil Patashev, segretario generale di Caritas Bulgaria. “Siamo i primi per i morti, i primi per malati e i primi per occupazioni degli ospedali, che sono chiusi per gli altri ricoveri. Anche le scuole e le università sono chiuse. Il problema grandissimo è che non c’è una chiara visione su quello che dobbiamo fare. Forse contribuisce anche l’instabilità del sistema politico. Tra pochi giorni ci saranno le terze elezioni in un anno per il nuovo parlamento e forse anche questo ha un ruolo per la situazione attuale del Covid”.

Ascolta l'intervista integrale a Emanuil Patashev

Il Paese meno vaccinato d'Europa

Su sette milioni di persone, solo una percentuale tra il venti e il trenta percento è vaccinata, la percentuale più bassa in tutta l’Unione Europea.”Sono così pochi”, sottolinea ancora Patashev, “perché non ci sono autorità in Bulgaria che dicono che dobbiamo essere vaccinati. Tutto è lasciato alla volontà del nostro popolo e anche i medici non sono uniti in questo. Non c’è una persona che guida la popolazione. La volontà è nostra, e questo è buono, ma non c’è un leader che indica una strada”. Sospesi anche gli interventi chirurgici ed i ricoveri non urgenti, ad eccezione di trapianti, cure oncologiche e parti.”Gli ospedali sono pieni”, conferma il segretario della Caritas, “non possono ricevere nuove persone e anche gli infermieri e i medici non sono moltissimi perché in tanti sono andati nel resto d’Europa per trovare un lavoro migliore”.

L'impegno di Caritas

In questo contesto la Caritas nazionale cerca di aiutare il più possibile. ”All’inizio, come per tutti, c’era un po’ di paura, ma poi abbiamo capito che la Caritas non può chiudere la porta. Diamo diversi servizi alle persone in difficoltà sia online sia lavorando regolarmente con i malati di covid. Facciamo campagna di promozione per la vaccinazione alle persone anziane e ai senzatetto. Stiliamo degli elenchi e accompagniamo queste persone all’ospedale per vaccinarsi”.

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09 novembre 2021, 16:57