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I soccorsi ad Haiti dopo il terremoto I soccorsi ad Haiti dopo il terremoto 

Haiti, Terre des Hommes resta a fianco di minori soli e famiglie di accoglienza

Mentre il bilancio delle vittime del sisma è di 2200 morti, la solidarietà internazionale è in moto. Nell'emergenza post-terremoto, la Ong continua l'impegno nella tutela dei piccoli già provati per la separazione dalle famiglie biologiche. Sara Persico, da Port-au-Prince: continuiamo a guardare a questo Paese che non ha tregua

Antonella Palermo - Città del Vaticano

E' nuovamente cresciuto il bilancio provvisorio delle vittime del terremoto di magnitudo 7,2 Richter che sabato scorso ha sconvolto tre dipartimenti sud-occidentali di Haiti. I morti sono quasi 2.200 persone e i feriti oltre 12.000. Arrivano a 600mila i senzatetto. Ancora tra i 300 e i 400 i dispersi. L'uragano Grace ha ulteriormente aggravato la situazione: ingenti danni ha causato sull'Isola Hispaniola nei Caraibi.

All'opera la solidarietà internazionale

Il direttore generale della Protezione civile, Jerry Chandler, ha dichiarato che il governo ha inviato nei giorni scorsi per via aerea e marittima, nel più breve tempo possibile, le scorte di generi di prima necessità che esistevano presso il ministero dell'Interno. Ma ora, ha aggiunto, "i primi segnali concreti della solidarietà internazionale cominciano ad arrivare e questo ci permette di migliorare l'efficacia dei nostri interventi". Il Brasile ha annunciato che questo fine settimana invierà sull'isola personale e materiale di supporto. Dal canto suo, anche il Presidente spagnolo Sanchez ha detto che "la cooperazione internazionale è decisiva per permettere al popolo di Haiti di riprendersi". La Cooperazione italiana ha messo a disposizione della Croce rossa internazionale "500.000 euro per interventi di urgenza". Anche l'Unione europea ha annunciato un esborso di tre milioni di euro, denaro che, per poter essere utilizzato subito, è stato dirottato verso le associazioni umanitarie già attive fra gli sfollati.

La forza della Chiesa del continente

Non si arresta neanche la macchina della solidarietà messa in moto dalla Chiesa del continente : dopo l’appello lanciato il 15 agosto dal Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) affinché “il mondo unisca le forze per non lasciare sola Haiti”, gli episcopati di singoli Paesi hanno avviato iniziative solidali specifiche. Dal Messico al Cile, dalla Repubblica dominicana all'Argentina i presuli fanno sentire la loro vicinanza e attivano le Caritas nazionali per “aiutare ai risolvere i bisogni più immediati” della popolazione haitiana. “

Il lavoro delle Ong

La ong Avsi denuncia che i tanti pozzi che servivano le comunità di campagna sono improvvisamente privi di acqua, che è difficile raggiungere questi villaggi remoti poiché tante strade sono interrotte, i fiumi sono infatti difficilmente percorribili per le grandi piogge cadute nei giorni scorsi. Bruno Maes, rappresentante Unicef sull'isola, ha riferito anche la difficile condizione dell'edilizia scolastica, indicando che nel solo dipartimento del Sud, un centinaio delle 255 scuole sono state totalmente o parzialmente distrutte. 

Sara Persico, capo delegazione di Terre des Hommes Italia, è appena rientrata ad Haiti dove aveva lavorato in passato. Dalla capitale, Port-au-Prince, organizza la missione della ong che qui è incentrata da una decina d'anni, dallo scorso terremoto del 2010, soprattutto nell'ambito della protezione dell'infanzia.

Ascolta l'intervista a Sara Persico

Manca l'acqua e c'è paura per le scosse che continuano

La raggiungiamo telefonicamente e ci riferisce che i soccorsi stanno ancora cercando fra le macerie. "Si parla di 50mila le case distrutte e 77mila case danneggiate. Noi, visitando le famiglie, abbiamo visto che i problemi ci sono soprattutto nei Comuni limitrofi a Les Cayes". Conferma che le strade sono state danneggiate da smottamenti e che si sta intervendo per liberare i passaggi. I ponti sono gravemente compromessi e questo complica tutto. A Ley Cayes ci sono problemi di approvvigionamento e distribuzione di acqua, essendo andata distrutta la cisterna di rifornimento centrale. "Le persone hanno paura a rientrare nelle abitazioni anche se non sono completamente inagibili - racconta - poiché ci le scosse continuano. Si stanno creando dei campi spontanei anche se il governo scoraggia questo tipo di sistemazione. Si stanno cercando soluzioni alternative. Del resto, siamo solo all'inizio dell'emergenza". 

Forte il trauma psicologico nei minori

In questo frangente, l'équipe nel dipartimento a Sud, a Les Cayes, sta raffornzando il supporto l'Agenzia statale che si occupa proprio della protezione dei bambini e ragazzi separati dalle famiglie. "La missione consiste nella valutazione dei loro bisogni negli istituti che li accolgono e nelle famiglie di accoglienza", spiega Sara Persico. "Le maison d'enfance che abbiamo visitato non hanno gravi danni strutturali ma è forte il trauma psicologico. Purtroppo - precisa - non c'è tregua per questo Paese", dove Terre des Hommes è presente con équipes stabili dal devastante terremoto del 2010. 

Nelle carceri danni amplificati

Nonostante le carceri dove opera Terre des Hommes non siano crollate, il carcere di Les cayes ha subito dei danni interni che hanno reso necessaria sia una evacuazione di alcuni prigionieri sia una ridistribuzione interna di alcune sezioni in via precauzionale; si sta quindi creando una situazione di sovraffollamento dove manca tutto. I minori detenuti hanno bisogno di cibo, che già scarseggiava, acqua potabile, materiali igienici e disinfettanti, ma anche di un supporto piscologico per gestire lo shock.

E' una sfida quotidiana per un Paese che non ha tregua

"Si spera di poter avere delle tende al più presto, acqua, kit alimentari", dice Sara che segnala anche una fatica da parte degli ospedali a rispondere a tutte le necessità che riguardano i numerosi feriti. "L'appello è di poter guardare ancora ad Haiti per poterla sostenere. Nonostante gli sforzi i bisogni sono tanti perché la crisi socio-politica ed economica che il Paese sta attraversando da diversi anni non aiuta", sottolinea. "In questi dieci anni è difficile fare un bilancio": qualche passo in avanti viene vanificato dall'assenza di stabilità. "Se in alcune cose si avanza, per altre ci si ferma o addirittura si torna indietro. E' una sfida quotidiana. Le difficoltà legate alla criminalità, all'insicurezza, all'alto tasso di rapimenti che coinvolge un po' tutti tiene la popolazione sempre in bilico. Non si sa mai come potrà essere il giorno dopo".

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21 agosto 2021, 07:23