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Haiti, Les Cayes, una delle zone colpite dal terremoto Haiti, Les Cayes, una delle zone colpite dal terremoto 

Haiti, si teme per i minori non accompagnati

Abbandono, abusi e tratta sono i rischi che corrono i bambini che hanno perso i genitori nel terremoto che ha colpito l’isola caraibica. A lanciare l’allarme è Save the Children, che chiede maggiore protezione per questi bimbi già estremamente vulnerabili. Il portavoce Prosperi: “Importante fare rete con le altre organizzazioni”

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

La sicurezza dei minori non accompagnati è in pericolo ad Haiti, dopo che un sisma di magnitudo 7.2 ha funestato l’isola lo scorso 14 agosto, provocando 2.200 vittime e migliaia di feriti, distruggendo case, ponti e infrastrutture, soprattutto nelle zone rurali. Danni a cui si sommano gli ulteriori provocati dal successivo passaggio della tempesta tropicale Grace. Forte la preoccupazione per la salute e il futuro di un imprecisato numero di bambini che probabilmente sono rimasti orfani. Save the Children parla del danneggiamento del 30% di 48 case famiglia nel sud del Paese, dove vivono circa 1.700 bambini, costretti a dormire in strada. Alcuni di essi sono ora in famiglie affidatarie. “Abbiamo trovato situazioni difficilissime: genitori che hanno perso i figli e figli che hanno perso i genitori. Ci si rende conto immediatamente che i bambini sono veramente i più vulnerabili” dichiara a Vatican News Michele Prosperi, portavoce italiano di Save the Children. La ong sta aiutando alcune delle case famiglia colpite, fornendo beni di prima necessità, teli cerati e taniche. “Per i bambini rimasti soli – aggiunge - c’è il rischio molto grave di finire vittime di violenze e di abusi. Per questo devono essere protetti”.

Ascolta l'intervista a Michele Prosperi

Le necessità di famiglie e minori

Nelle aree colpite le persone sono costrette a vivere all’aperto e dopo l’uragano Grace è ancora più difficile poter creare dei rifugi per intere famiglie, mentre continua la staffetta internazionale per far arrivare nel Paese acqua potabile, cibo, medicinali e qualsiasi cosa possa aiutare la popolazione a sopravvivere e a evitare l’insorgere di malattie. “Ad Haiti- dice ancora il portavoce - non abbiamo potuto organizzare i soliti punti di distribuzione,  perché l'area era molto difficile da raggiungere, c’erano i ponti crollati e le strade impraticabili e abbiamo dovuto organizzare una distribuzione capillare per raggiungere i villaggi e fare una stima delle esigenze. Il sostegno della comunità internazionale è importante, perché bisogna aiutare un numero molto alto di famiglie in cui sono tantissimi bambini”. Accanto all’aiuto dei donatori, fondamentale per attivare la macchina della solidarietà, Save the Children sottolinea anche l’importanza di fare rete in situazioni di emergenza quale quella haitiana. “Stiamo riattivando – spiega - una coordinamento con le altre organizzazioni che lavorano sulla protezione, proprio per creare una rete che possa verificare le opportunità per i bambini rimasti di essere accolti da parenti o famiglie allargate”.

Il timore delle adozioni illegali

Un ulteriore rischio alla sicurezza dei bambini non accompagnati riguarda il timore di adozioni illegali. “Dopo il terremoto del 2010 centinaia di bambini sono stati portati illegalmente fuori dal Paese da organizzazioni occidentali. Non può succedere di nuovo” ha affermato Perpetue Vendredi, vicedirettore di Save the Children ad Haiti. In situazioni catastrofiche, come quelle che sta attraversando l’isola dei Caraibi, rimarca la ong, l’adozione sembra la soluzione più facile, più immediata e più logica, ma l’interesse superiore dei bambini è quello di rimanere nella loro comunità, con i familiari. “Naturalmente l'adozione è una risorsa importantissima – conclude Prosperi - ma deve essere portata a termine con tutte le garanzie, soprattutto col tempo necessario per farlo in modo trasparente e sicuro. Ad Haiti, spesso, i bambini sono rimasti magari con un solo genitore, che però non ha risorse sufficienti. Ecco, bisogna fare in modo che il contatto con le famiglie resti un contatto vivo e un punto di riferimento per questi bambini che hanno perso tutto e sono in una situazione difficilissima rispetto al loro futuro”.

Il Ponte aereo dell’Ue per gli aiuti all’isola

Dall'Unione europea, intanto, giungeranno ad Haiti 125 tonnellate di materiali salvavita grazie al ponte aereo umanitario. Un primo volo è già partito per la capitale Port-au-Prince, mentre un secondo è atteso nei prossimi giorni. Il carico comprende attrezzature mediche, medicinali, acqua, servizi igienici e articoli per l'igiene e altro materiale fornito da partner umanitari europei. "In questo momento critico -  commenta il Commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic - l'Ue continua a sostenere le persone ad Haiti che stanno soffrendo le conseguenze del terribile disastro che ha colpito il Paese. Assistenza medica, riparo e accesso all'acqua sono bisogni urgenti che non possono essere lasciati inascoltati”.

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29 agosto 2021, 09:00