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Abusi, protezione dei minori: al primo posto la formazione

L'immpegno è quello preso, nel progettto Safe, da tre associazioni: Azione Cattolica, Centro Sportivo Italiano e Comunità Papa Giovanni XXIII perché nei rispettivi ambienti i minori possano essere tutelati

Tiziana Campisi - Città del Vaticano 

Sono 289 gli operatori, 97 gli studenti universitari del corso di criminologia dell'Università di Bologna e 317 gli educatori pronti alla formazione che Azione Cattolica, Centro Sportivo Italiano e Comunità Papa Giovanni XXIII hanno deciso di impegnare nella prevenzione degli abusi sessuali sui minori. I dati sono stati resi noti in occasione della “Giornata europea per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento sessuale e gli abusi sessuali” che si celebra il 18 novembre.

Il progetto Safe e l'impegno nella formazione

Impegnate nel progetto “Safe”, cofinanziato dall’Unione Europea, le tre associazioni hanno voluto formare i propri associati perché nei rispettivi ambienti e nelle diverse attività, i minori possano essere tutelati. Una problematica, quella della tutela dei minori, tornata alla ribalta in questo particolare tempo di pandemia. Il Consiglio d’Europa ha recentemente segnalato un incremento dei rischi del web: nel periodo del lockdown è aumentata circolazione di materiali abusivi ed è cresciuto lo sfruttamento sessuale dei minori online. “Rimettere al centro le buone relazioni tra individui e tra generazioni è più che mai fondamentale per alimentare fiducia e speranza in tempi migliori - afferma Matteo Truffelli, presidente di Azione Cattolica -. Ciò significa anche ridare centralità e attenzione ai processi educativi, e in particolare al ruolo, alla responsabilità, che gli adulti hanno nella formazione delle giovani generazioni”.

Vittorio Bosio, presidente del Centro Sportivo Italiano, parlando del progetto “Safe” spiega che la parola safe vuole essere quella password di sicurezza fisica, di incolumità alla salute e anche di protezione da abusi di ogni tipo: sessuale, emotivo, intellettivo, che possono accadere anche negli ambienti dello sport. Per questo motivo si punta alla formazione di allenatori e tecnici capaci di intercettare preventivamente i rischi. Infine, secondo Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII “scommettere sulla formazione di adulti affidabili significa non solo garantire ambienti e attività sicure per la crescita dei minori, ma rimettere al centro l’educazione, come via per custodire le relazioni e generare speranza e fiducia nel futuro”.

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18 novembre 2020, 08:10