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Mostra "Lockdown Italia" ai Musei Capitolini Mostra "Lockdown Italia" ai Musei Capitolini 

"Lockdown Italia", una mostra fotografica racconta la pandemia

Attraverso 70 immagini, l’Associazione Stampa Estera racconta la pandemia in Italia. Una mostra fotografica ai Musei Capitolini che rappresenta un tributo al popolo italiano e in particolare a quanti si sono spesi per gli altri anche a rischio della propria vita.

Alessandro Gisotti

“Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore”. La celebre affermazione del padre del fotogiornalismo, Henri Cartier-Bresson, descrive bene lo spirito che anima gli oltre 70 scatti che danno vita alla mostra “Lockdown Italia”, realizzata dall’Associazione della Stampa Estera in Italia e ospitata dai Musei Capitolini. La mostra, inaugurata il 7 ottobre e visitabile fino al primo novembre, vuole essere – nelle intenzioni dei promotori – soprattutto un tributo a un Paese, e a un popolo, duramente colpito dalla pandemia ma che ha saputo dare prova di resistenza e resilienza suscitando ammirazione unanime a livello internazionale. “Noi corrispondenti in Italia”, sottolinea il presidente dell’Associazione Stampa Estera, la giornalista statunitense Trisha Thomas, “abbiamo raccontato come gli Italiani hanno affrontato questa crisi senza precedenti con coraggio, disciplina e solidarietà. Queste immagini testimoniano e rendono omaggio a un Paese che con i suoi sforzi ha dato l’esempio al resto del mondo”.

Gli scatti in esposizione di 30 fotografi, provenienti da dieci Paesi diversi – compresi alcuni corrispondenti italiani delle tre principali agenzie rappresentate nella Stampa Estera, Reuters, Associated Press e Agence France Presse – ci restituiscono, senza retorica, il dramma dei lunghi mesi segnati dal lockdown. Il percorso espositivo è costruito in modo da farci rivivere le diverse fasi della pandemia, attraverso un itinerario che è al tempo stesso cronologico ed emozionale. Nella prima sala della mostra, quella che probabilmente suscita le emozioni più forti, si viene investiti dal dolore. Scorrono davanti ai nostri occhi le immagini delle terapie intensive, i volti sfiniti di medici e infermieri al termine del loro turno in ospedale, le bare stipate all’interno delle chiese. A queste immagini drammatiche, sono accostate istantanee che ci riportano alla dimensione “surreale” del silenzio vissuto tra marzo e giugno scorsi nelle strade e nelle piazze delle città italiane. Un posto a sé lo hanno la Statio Orbis e la Via Crucis guidate da Papa Francesco nella Piazza San Pietro vuota, tra le immagini che più restano impresse nella memoria collettiva e non solo dei credenti.

La mostra non si ferma alla tragedia dei giorni più cupi, ma ci testimonia anche la speranza, la voglia di reagire e di rinascere del popolo italiano. Nella seconda parte della mostra incontriamo, infatti, le immagini dei canti e delle danze sui terrazzi, le riaperture degli esercizi commerciali autorizzati e quindi il ritorno ad una normalità che però, le foto lo descrivono bene, non può essere più quella che ha preceduto l’irruzione della pandemia. Le mascherine, il distanziamento sociale, le misure per difendersi dal Covid-19 prendono spazio prima dell’ultima sezione della mostra dedicata proprio al lavoro dei fotoreporter stravolto anch’esso dal lockdown. Il visitatore può così cogliere le difficoltà che i corrispondenti hanno dovuto affrontare per svolgere un’attività, quella dell’informazione, che durante la pandemia si è rivelata ancor più fondamentale per tenere saldo il tessuto di una società messa a dura prova. Quello che non si vede negli scatti, ma si può intuire, sono le emozioni, l’empatia, la sofferenza condivisa, la paura dei fotografi. Uno di loro, in occasione della presentazione della mostra, ha affermato che questa esperienza è stata per lui come un tatuaggio impresso dentro il suo corpo, che non potrà più essere cancellato. Un altro ha confidato che, anche a distanza di mesi, non riesce a trattenere le lacrime riguardando uno scatto che ha fissato un momento drammatico nella vita di una persona colpita dal virus.

A sottolineare l’importanza anche simbolica di questa iniziativa, un dono della stampa estera all’Italia e a Roma in particolare, la mostra è stata inserita nel programma degli eventi culturali di Roma Capitale. “Queste foto”, ha commentato la sindaca Virginia Raggi, “oltre a documentare una pagina della nostra storia attraverso l’immediata forza comunicativa delle immagini, saranno un contributo prezioso per custodire la memoria di una tragedia che ha sconvolto la nostra esistenza”. Visitata in anteprima dal presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, la mostra “Lockdown Italia” riceverà nei prossimi giorni anche la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, anche lui presente nella mostra attraverso uno scatto che lo ritrae all’Altare della Patria, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica.

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08 ottobre 2020, 13:00