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Nizza, Forze di polizia  e investigatori Nizza, Forze di polizia e investigatori 

Nizza, Macron: "Siamo sotto attacco"

Il presidente francese parla di "un attentato terroristico islamista". Le indagini riconducono intanto al killer, Brahim A., che fonti degli apparati di sicurezza italiani confermano essere arrivato da poco da Lampedusa. Stato d'allerta massimo in Francia dove i militari dell'antiterrorismo passano da 3mila a 7mila

Gabriella Ceraso e Fausta Speranza - Città del Vaticano 

"Un attentato terroristico islamista": il presidente francese non ha dubbi parlando da Nizza e dichiarando il Paese sotto attacco. L'aggressore che ha ucciso oggi tre persone nella basilica di Notre-Dame si chiama Brahim Aoussaoui è un tunisino di 21 anni ed era arrivato prima in Italia, a fine settembre a Lampedusa e poi, a inizio ottobre, in Francia. Da Emmanuel Macron il sostegno della nazione intera ai cattolici di Francia e del mondo. "Dopo l'assassinio del padre Hamel nell'estate 2016 - ha detto il presidente - i cattolici sono di nuovo attaccati nel nostro paese, minacciati. La nazione intera è al loro fianco e ci resterà perché la religione possa continuare ad esercitarsi liberamente nel nostro paese". Rimandata a domani l'adozione di nuove misure per la protezione del territorio e dei luoghi di culto nella riunione in programma del Consiglio sicurezza.

La ricostruzione dei fatti

L'attacco con un coltello è avvenuto questa mattina, intorno alle 9, nella basilica Notre-Dame nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin. L'aggressore, che ha urlato “Allah Akbar”, ha decapitato una donna e ha sgozzato un uomo - il sacrestano di 45 anni  -  che sono morti sul colpo all'interno della chiesa e ha colpito alla gola un'altra donna che è scappata rifugiandosi in un bar, dove però è deceduta dopo poco. Ha fatto in tempo a dire:  "Dite ai miei figli che li amo".  Gli agenti hanno fatto irruzione sparando. L'attentatore è stato arrestato dopo essere rimasto ferito. Il sindaco di Nizza, Cristian Estrosi, che ha  immediatamente parlato di attacco terroristico, ha disposto che tutte le chiese fossero messe sotto sorveglianza o chiuse, così come tutti gli altri luoghi di culto della città.  Lo stesso sindaco ha poi riferito che "mentre stavano medicando l'attentatore, questi continuava a gridare "Allah è grande". Sembra si tratti di un uomo di 25 anni. 

 Il primo ministro Jean Castex ha lasciato precipitosamente l'Assemblea nazionale, dove avrebbe  dovuto presentare le nuove misure introdotte per fare fronte all'epidemia di coronavirus, per partecipare alla riunione di crisi organizzata subito al ministero degli Interni dal ministro Gerald Darmarin. Riattivato lo stato di emergenza attentati in Francia "al massimo livello".

Paura a Lione

Nel primo pomeriggio, la polizia francese ha reso noto che un afghano armato di coltello è stato fermato a Lione. Nella città del centro della Francia solo sei giorni fa c'è stato un altro allarme: è stata evacuata la stazione ferroviaria Part-Dieu per una donna coperta dal burqa che minacciava di farsi esplodere al grido di "Allah akbar". Il traffico ferroviario è stato totalmente interrotto finché la donna non è stata fermata dai reparti antiterrorismo.  

La condanna del Grande imam di Al-Azhar

Ahmed Al Tayyib, il Grande Imam di Al-Azhar, il più influente centro teologico e universitario dell'islam sunnita, ha condannato l'attacco alla basilica di Notre Dame a Nizza ribadendo che "le religioni non c'entrano in questi atti criminali".  In un messaggio diffuso anche su facebook, Al-Azhar  afferma che "non vi è alcuna giustificazione per queste odiose azioni terroristiche che contraddicono gli insegnamenti tolleranti dell'Islam e di tutte le religioni divine che si appellano alla necessità di lottare contro ogni atto di violenza, estremismo, odio e intolleranza". Ci sono anche parole che intendono "mettere in guardia  dall'escalation del linguaggio di violenza e odio, con un appello affinché prevalga la voce della saggezza e la ragione". 

Due settimane fa l'uccisione di Samuel Paty 

L’attacco arriva mentre la Francia è ancora sotto choc per la decapitazione di Samuel Paty, l’insegnante ucciso il 16 ottobre  per aver parlato agli studenti delle vignette di Charlie Hebdo che ritraggono il Profeta Maometto. Inoltre la tensione è aumentata nelle scorse ore dopo la pubblicazione da parte di Charlie Hebdo di nuove vignette contro il presidente turco Erdogan e dopo le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron.

La strage del 2016

Torna alla mente la strage avvenuta a Nizza alle 22.30 del 14 luglio 2016, costata la vita a 84 persone. Allora  un uomo, alla guida di un autocarro, investì volontariamente la folla che assisteva ai festeggiamenti pubblici in occasione della festa nazionale francese nei pressi della Promenade des Anglais. La corsa del veicolo proseguì per 1.847 metri, durante la quale il conducente sparando all'impazzata, forzò la zona pedonale e provocando il numero massimo di vittime. E in quell’estate inoltre  due militanti del sedicente Stato islamico assassinarono in una chiesa della Normandia padre Jacques Hamel.

La comunità internazionale

Dai vertici dell'Unione europea arrivano parole di condanna e di vicinanza alla Francia. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dice: "Restiamo uniti e determinati di fronte alla barbarie e al fanatismo". Il presidente dell'europarlamento, David Sassoli, sottolinea: "Questo dolore è sentito da tutti noi in Europa: abbiamo il dovere di stare insieme contro la violenza e contro coloro che cercano di incitare e diffondere l'odio". 

Per riflettere sulle modalità, sul contesto territoriale e quello geopolitico, abbiamo intervistato Marco Lombardi, docente di politiche della sicurezza dell'Università Cattolica di Milano: 

Ascolta l'intervista a Marco Lombardi

Lombardi sottolinea che siamo di fronte all'ennesimo attentato che ci riporta alla scia già vista. In particolare la modalità operativa con il coltello è una dinamica facile da replicare che fa pensare che non ci debba essere una organizzazione vera e propria dietro ma che basti una cellula a livello familiare o di relazioni pseudo amicali per far maturare la decisione e la messa in atto. Lo studioso poi si sofferma sul contesto in cui avviene: la Francia, già colpita e l'ultima volta solo due settimane fa, ma soprattutto la Francia che si ritrova al centro di dinamiche geopolitiche difficili con altri attori internazionali e in cui dunque un atto terroristico va letto pensando a quanti - tanti, sottolinea Lombardi - possano avere interesse a strumentalizzare le forze terroristiche stesse. E - spiega - anche se la pandemia ha distratto l'opinione pubblica dall'allarme terrorismo, in realtà il silenzio mediatico non ha significato alcun fermo di tali attività. Lombardi poi ricorda non solo l'uccisione dell'insegnante francese ma anche i tragici fatti sulla Promenade des Anglais di 4 anni fa. E, a proposito del contesto territoriale di Nizza e della Francia del sud, spiega che ci sono delle caratteristiche che tornano: il disagio di alcuni strati della popolazione, le diseguaglianze, sacche di mancata integrazione. Avviene in tutto il territorio francese ma in particolare nel sud. Lo studioso di dinamiche di sicurezza però avverte: capire l'humus in cui maturano non solo gli atti di sangue ma anche la pianificazione degli episodi terroristici non deve significare fermarsi a questo livello di analisi e pensare che tutto ciò giustifichi, motivi l'odio e il terrorismo. Il punto è che se le realtà difficili esistono, come in ogni società, c'è però qualcuno che ad arte fa leva su tutto ciò e fa opera di vera e propria strumentalizzazione.

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29 ottobre 2020, 17:26