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Anniversario dell'assassinio del Prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa Anniversario dell'assassinio del Prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa 

Anniversario Dalla Chiesa. Lorefice: "Fu pescatore di uomini per il bene comune"

Come Simon Pietro, Dalla Chiesa è rimasto fedele ad una chiamata. Un uomo delle Istituzioni fedele al suo mandato: liberare gli uomini dalla sofferenza generata da altri uomini disumani”. Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ha ricordato nella Santa Messa in cattedrale il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia 38 anni fa insieme alla moglie e all’agente di scorta. A Palermo il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese ha deposto una corona d’alloro

Isabella Piro - Città del Vaticano 

“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”: lo diceva il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso 38 anni fa, il 3 settembre 1982, in un agguato mafioso a Palermo. Insieme a lui, persero la vita anche la moglie, Emanuela Setti Carraro, e l’agente di scorta, Domenico Russo. Le parole di Dalla Chiesa sono state ricordate oggi dall’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, nella Messa celebrata nella Cattedrale della città. “Come Simon Pietro – ha detto il presule - Dalla Chiesa è rimasto fedele ad una chiamata. Lungo tutto l’arco della sua vita e nei diversi ambiti del suo servizio svolto nell’Arma dei Carabinieri o come Prefetto di Palermo, ha messo a disposizione la sua vita, la sua professione, la sua intelligenza, la sua esperienza, non temendo di gettare le reti in pieno giorno per combattere le organizzazioni mafiose e terroristiche, per liberare il nostro Paese dall’illegalità a dalla violenza”.

Ascolta da Palermo il servizio di Alessandra Zaffiro

Fedele al mandato e a servizio del bene comune

Dalla Chiesa “fu un vero pescatore di uomini – ha aggiunto l’Arcivescovo - capace di affrontare con arguzia e professionalità gli abissi del male organizzato e pianificato da esseri brutali attraverso alleanze perverse, e di prendere il largo per salvare donne e uomini destinati alla vita, al bene, alla convivenza solidale e pacifica”.  Fedele al suo mandato, Dalla Chiesa diceva: “Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti”.

“Con lui – ha concluso Monsignor Lorefice - anche in questo nostro tempo, nella nostra Isola, nel nostro Paese, in questa casa comune che è la madre Terra, siamo tutti chiamati ad essere pescatori di uomini, soprattutto se indifesi, vessati e sfruttati. Lo dobbiamo a questi testimoni di autentica e bella umanità”.

La commemorazione

Prima della Messa in Cattedrale, la commemorazione del compianto Prefetto ha visto, alle 8.30, la deposizione di una corona davanti al busto a lui dedicato presso il Comando Legione Sicilia. Successivamente, alle 9.30, in via Isidoro Carini, luogo della strage, le autorità civili hanno deposto una seconda corona d’alloro. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha commemorato Dalla Chiesa con un messaggio in cui lo ricorda “a servizio dello Stato, sempre animato dalla stessa determinazione e dalla costante fiducia nella capacità delle Istituzioni di affermare la legalità”. “La sua azione contro la delinquenza mafiosa fu tragicamente interrotta – conclude Mattarella - ma le sue intuizioni sono rimaste nel patrimonio comune di quanti hanno continuato a combatterla”.

 

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03 settembre 2020, 13:34