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L'impegno di ACRA in Mozambico L'impegno di ACRA in Mozambico

Nessuno resti indietro, anche al tempo della pandemia

L'organizzazione non governativa milanese ACRA continua ad operare non solo in Italia, ma in diversi Paesi tra cui India e Mozambico. Al tempo della pandemia, spesso lo sforzo è doppio: non solo portare avanti i progetti, ma anche reinventarli in base alle nuove esigenze. L'importante è che nessuno resti indietro. Con noi la direttrice di ACRA, Elena Scanferla

Andrea De Angelis - Città del Vaticano

Il cuore ferito di Milano batte anche per chi, dall'altra parte del mondo, affronta la sfida che ha messo in ginocchio la Lombardia: quella dell'emergenza legata al nuovo coronavirus. Il Covid-19, lo abbiamo imparato, non conosce frontiere e, a maggior ragione, non può avere barriere neanche la solidarietà. Quel motore di bene che permette di accendere la speranza in Paesi dove le difficoltà da affrontare ogni giorno sono numerose, al di là della pandemia. Dall'India al Mozambico, l'organizzazione non governativa ACRA continua ad operare incessantemente affinché non ci siano cittadini di prima e seconda classe. Così come in Italia. Perché nessuno resti indietro.

Dalla didattica online ai fattorini per i supermercati

ACRA, ong milanese impegnata da oltre cinquant'anni nel contrasto delle povertà, lancia la campagna “Nessuno resti indietro” per fronteggiare le drammatiche conseguenze della pandemia. Scende così in campo in Italia con lo scopo di garantire a tutti l’accesso alla didattica online, ma l'intenzione è di non lasciare #nessunoindietro anche negli altri Paesi dove da anni è impegnata in importanti progetti. Così in India gli autisti di tuk-tuk - i mezzi di trasporto locali tradizionalmente utilizzati per brevi spostamenti di persone - del progetto Namma-Auto si reinventano fattorini per i supermercati, ed ancora in Mozambico il progetto SUB-URB potenzia la componente telematica per il monitoraggio e la divulgazione dei servizi igienico sanitari.

Un bambino su tre è in difficoltà

In Italia, in particolare, gli interventi di ACRA sono focalizzati nell’ambito dell’istruzione. Quasi il 30% delle famiglie italiane infatti non ha un dispositivo adatto allo svolgimento della didattica online e per i bambini e ragazzi che vivono in contesti familiari o sociali fragili, la chiusura delle scuole significa aumento della povertà educativa. Specialmente in caso di famiglie numerose: non è semplice, ad esempio, avere quattro computer per altrettanti figli. Per questo motivo l’organizzazione ha lanciato l’iniziativa #aCasaconACRA in supporto all’educazione a distanza dei bambini e delle famiglie più fragili, attraverso la donazione di pc e tablet, oltre ai laboratori didattici di Educazione alla Cittadinanza Globale, disponibili online sul portale di Acra. Con il sostegno di importanti partner sono stati già distribuiti oltre duecento computer.

Il progetto in India

In India, dove ACRA ha attivato in collaborazione con realtà locali il Namma Auto project, lo scorso mese è iniziata una nuova fase dell’emergenza sanitaria relativa al Covid-19, con un leggero allentamento dell’isolamento imposto dalle autorità. Nelle città di Bangalore e Chennai, il progetto Namma Auto, co-finanziato dall’Unione Europea Switch Asia, ha come obiettivo principale quello di promuovere stili di vita più sostenibili grazie all’utilizzo di risciò, i cosiddetti tuk-tuk. Un progetto che ha dovuto ampliarsi e reinventarsi nei mesi di lockdown. “Siamo stati molto attivi durante questo periodo - afferma Manju Menon, responsabile ACRA in India e referente per il progetto Namma-Auto -, riconvertendo la campagna di sensibilizzazione per creare consapevolezza intorno al coronavirus utilizzando vari mezzi di comunicazione e pianificando meticolosamente un programma di igiene e sicurezza per i conducenti di tuk-tuk insieme alle parti interessate. Abbiamo inoltre stretto accordi con negozi di alimentari e supermercati per assumere gli autisti dei tuk-tuk sostenibili per la consegna a domicilio”. In questo modo un possibile crollo occupazionale è stato scongiurato, in un Paese dove il Covid-19 ha colpito duramente la popolazione: quasi 300mila i casi ufficiali, più di 8mila le vittime ed oltre 140mila le persone ricoverate in condizioni serie nelle strutture ospedaliere.

Testa e cuore

“Quanto realizzato in India dimostra che è possibile reinventare i progetti, così come accaduto in Mozambico”. Lo afferma nell'intervista a VaticanNews Elena Scanferla, direttrice di Acra. “A Maputo sensibilizzando i cittadini con la produzione artigianale di mascherine, vista la scarsità di dispositivi individuali di sicurezza - sottolinea Scanferla -, siamo riusciti a creare una domanda di questi strumenti di protezione”. In India, poi, si è riusciti anche a garantire un'assicurazione medica ai conducenti di tuk-tuk. Infatti non solo queste persone hanno mantenuto il posto di lavoro cambiando mansione, ma “in vista delle inevitabili differenze rispetto al passato anche in questa fase di riapertura, un' assicurazione medica per loro è fondamentale”. Uno sforzo che si serve anche della tecnologia: sia in Mozambico che in India la ong milanese ha creato delle app per favorire da un lato la formazione delle persone, dall'altro la prenotazione dei servizi richiesti.

Ascolta l'intervista ad Elena Scanferla

Sempre con la massima attenzione per la sicurezza dei singoli individui. I progetti di ACRA sono realizzabili, in Italia come in altre realtà, grazie al contributo di tutti. Non solo i volontari, ma anche i donatori. “Per questo con #nessunoindietro - sottolinea la direttrice della ong - chiediamo la donazione del 5x1000 agli italiani: non costa nulla e in questo modo ci permetteranno di proseguire nel nostro lavoro sul territorio nazionale e in altri contesti, stando al fianco delle persone che aiutiamo”

Sensibilizzare anche via sms

In Mozambico, nella città di Maputo, ACRA ha attivo il progetto SUB-URB per il supporto allo sviluppo sostenibile della città. Il progetto prevede di migliorare le condizioni ambientali, domestiche e urbane nei quartieri suburbani, lì dove anche fronteggiare la pandemia è meno semplice. Per non interrompere il progetto, anzi favorendone l'inclusione nelle campagne di prevenzione e sensibilizzazione portate avanti dal governo mozambicano, si è dovuto operare in remoto, nonostante numerose difficoltà. “È impensabile abbandonare il campo in questo momento - afferma Massimo Tommaselli, coordinatore di ACRA nel Paese -, ma tutto il lavoro, solitamente cartaceo, è stato realizzato tramite un’applicazione sul telefono e i dati sono centralizzati su una piattaforma online gestita internamente. È stato inoltre ideato un nuovo modo per fare divulgazione e monitoraggio, grazie alla creazione di una piattaforma per l'invio massiccio di sms d'informazione a migliaia di numeri raccolti attraverso la campagna sul terreno, ma anche attraverso le catene informative circolari”. Nel Paese africano sono circa 500 i casi registrati di coronavirus e al momento sono solo due le vittime, ma si teme che i contagi possano essere superiori. In questa, come in altre realtà la pandemia non è il principale e il solo problema quotidiano per milioni di persone.

La preghiera “per tutte le pandemie” 

In più occasioni nelle ultime settimane, il Papa ha pregato per i più fragili, per coloro i quali hanno meno strumenti per difendersi dall'attuale emergenza sanitaria. Francesco, in particolare, lo scorso 14 maggio nella Messa a Casa Santa Marta ha pregato perché si sconfiggano “tutte le pandemie”, ricordando la Giornata di preghiera promossa dall'Alto Comitato per la Fratellanza Umana. Nell'omelia, il Papa ha sottolineato che ci sono altre pandemie che causano milioni di morti, come la pandemia della fame, la pandemia della guerra e dei bambini che non hanno accesso all'istruzione, ed ha invitato a chiedere a Dio che ci benedica e abbia pietà di noi.

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11 giugno 2020, 12:36