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Papa Paolo VI con Bartali e altri ciclisti Papa Paolo VI con Bartali e altri ciclisti 

20 anni fa la morte di Bartali, campione e Giusto tra le Nazioni

Il 5 maggio di vent’anni fa la scomparsa di Gino Bartali, indimenticabile campione del ciclismo. Un uomo grande nello sport e nella vita. Il 23 settembre 2013 venne dichiarato Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem, il memoriale israeliano delle vittime dell'olocausto, riconoscimento per i non ebrei, che hanno rischiato la vita per salvare ebrei durante le persecuzioni naziste.

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

La figura di Gino Bartali evoca nelle persone di tutte le età entusiasmo, ammirazione e rispetto. Il campione delle due ruote, scomparso venti anni fa all’età di 85 anni, svolse la sua attività agonistica dagli anni ’30 agli anni ’50, attraversando anche la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Fu proprio durante quel doloroso conflitto che Bartali, grazie alla sua popolarità, riuscì, con la scusa degli allenamenti per tenersi in forma, a salvare la vita a centinaia di ebrei, che sarebbero invece stati vittime della ferocia nazi-fascista.

Bartali, campione nello sport

Tre Giri d’Italia, due Tour de France, quattro Milano-Sanremo e tre Giri di Lombardia. Questi i principali allori, che figurano nel palmares di Bartali. Ma anche dopo la carriera agonistica, il campione toscano rimase nel mondo delle due ruote, emblema di uno sport d’altri tempi in cui la fatica e la lealtà erano gli aspetti predominanti. Leggendaria la rivalità con il “campionissimo” Fausto Coppi, rivalità che non impedì ai due di essere amici. Emblematico il famoso passaggio della bottiglia d’acqua, durante l’ascesa del Col du Galibier, al Tour del France del 1952. Per tutti questi motivi Bartali è stato un esempio e un modello da seguire anche per tutti i corridori che sono venuti dopo di lui. Lo sottolinea Paolo Alberati, ex ciclista e autore di diversi libri su Gino Bartali.

Ascolta l'intervista a Paolo Alberati

Bartali, campione nella vita

Solo recentemente si è scoperta l’attività segreta, con cui Bartali riuscì a salvare la vita ad almeno 800 ebrei. Durante il conflitto mondiale trasportava, all'interno della sua bicicletta, nel corso di lunghi allenamenti, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità ed evitare di essere deportati. Nel maggio 2005 il Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampiha consegnato alla moglie di Bartali, la medaglia d'oro al valor civile allo scomparso campione per meriti umanitari. Il 23 settembre 2013, poi, Bartali è stato dichiarato "Giusto tra le Nazioni" dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'olocausto, riconoscimento per i non ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella degli ebrei durante le persecuzioni naziste. Nella motivazione dello Yad Vashem si legge che Bartali, "cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia, ha fatto parte di una rete di salvataggio, i cui leader sono stati il rabbino di Firenze, Nathan Cassuto, e l’arcivescovo della città, cardinale Elia Angelo Dalla Costa".

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05 maggio 2020, 13:50