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1° maggio: non dimenticare i diritti dei lavoratori 1° maggio: non dimenticare i diritti dei lavoratori 

Primo maggio senza manifestazioni. Cisl: sì al valore sociale del lavoro

In questo 1° maggio, San Giuseppe lavoratore e festa del lavoro, la pandemia ci porta a riflettere che nella sola Unione Europea si rischiano di perdere milioni di posti. Nel terzo trimestre il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell'Eurozona è calato del 3,8%. Il segretario generale aggiunto della Cisl, Sbarra: "E' il lavoro che tira fuori il Paese da questa crisi sanitaria, economica e sociale. Pensiamo alla fatica dei lavoratori, delle lavoratrici, degli uomini e delle donne che continuano a operare con sacrificio"

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Sarà un 1° maggio senza manifestazioni e senza concerto a piazza San Giovanni a Roma, per effetto delle misure sul coronavirus. Anche nel resto d’Europa misure simili per ottemperare alle regole del distanziamento sociale. Ma la preoccupazione è ora per le centinaia di milioni di posti di lavoro che si perderanno nel Vecchio Continente. Solo nel primo trimestre dell’anno il Pil dell’Eurozona è calato del 3,8%. Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, afferma che il sindacato celebra “questo 1° maggio anche senza cortei, senza manifestazioni di piazza, ma sarà per noi un segnale di forte unità, di solidarietà, di speranza per tutto il mondo del lavoro. Mai avremmo voluto e pensato di celebrare questa festa del Lavoro 2020 in una condizione drammatica, in piena emergenza”.

Ascolta l'intervista a Luigi Sbarra

E in questa particolare condizione come tutelare i valori del lavoro?

R. - Ritrovarsi nei valori del lavoro, nella qualità del lavoro oggi è più che mai importante, perché secondo noi è il lavoro che tira fuori il Paese da questa crisi sanitaria, economica e sociale. Pensiamo in queste ore in modo particolare al sacrificio dei tanti infermieri, del personale ausiliario che ogni giorno rischia la propria vita per salvare i contagiati. Ma pensiamo anche all'impegno di chi nelle forze dell'ordine, nelle pubbliche amministrazioni continua a garantire quotidianamente, in una condizione di difficoltà, l'erogazione dei servizi essenziali. E pensiamo alla fatica dei lavoratori, delle lavoratrici degli uomini e delle donne che continuano a operare con sacrificio e con responsabilità nelle fabbriche, negli uffici, in agricoltura, nei cantieri. Io penso che tutto questo aiuterà il Paese a risollevarsi dalle ferite della pandemia.

Ma cosa significa festeggiare durante la pandemia di coronavirus il 1° Maggio?

R. - Festeggiare il lavoro oggi significa rendere omaggio al più grande motore di crescita e di coesione di cui il Paese dispone. Bisogna rimettere al centro la dignità della persona, la qualità del lavoro, il valore sociale del lavoro che rimane centrale in ogni prospettiva di crescita e di sviluppo.

Ma serve a questo punto un'azione congiunta tra tutti i sindacati europei?

R. - Sì serve quanto mai oggi una saldatura tra le esperienze nazionali e la rappresentanza europea. Vediamo finalmente un po' di luce in Europa, qualche segno di risveglio. I provvedimenti adottati metteranno in campo una massa critica di risorse imponenti per fronteggiare la crisi economica ed aiutare i singoli stati ad affrontare con maggiore fiducia, con maggiore speranza il futuro. Ma penso che i cambiamenti che sono in corso in Europa sono importanti anche sotto il profilo del metodo, perché finalmente, lo abbiamo rivendicato soprattutto come Cisl, ci si lascia alle spalle una impostazione rigorista, tutta centrata sull'austerità, sul rigore finanziario, e si mette finalmente al centro il valore della persona, la dignità del lavoro, gli investimenti per la crescita e lo sviluppo. Bisogna riuscire a saldare quanto di buono e di nuovo sta venendo avanti nella dimensione europea, con un grande progetto di Paese che orienti la prospettiva e costruisca una visione per un nuovo modello sociale di sviluppo. Il sindacato, il ruolo delle parti sociali è determinante. Noi dobbiamo sostenere l'apertura in Italia di un vero cantiere riformatore che metta insieme istituzioni e parti sociali su obiettivi condivisi. Per noi le priorità non possono che restare il lavoro, la dignità della persona che non può essere considerata un ingranaggio residuale di un'economia dello scarto come ci ricorda Papa Francesco.

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30 aprile 2020, 12:06