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Il laboratorio di mascherine a Roma Il laboratorio di mascherine a Roma 

A Roma un laboratorio di pelletteria diventa una fabbrica di mascherine

Aumentano i casi di aziende che decidono di riconvertirsi nella produzione di strumenti di protezione contro il coronavirus. Nel quartiere romano di Monteverde un esempio di solidarietà verso cittadini e associazioni

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Sono tante le aziende che in questo momento stanno collaborando per arginare il propagarsi del Coronavirus. Da Nord a Sud si moltiplicano i casi di imprese, che abbandonata la produzione, decidono di realizzare dispositivi di protezione, tra cui le mascherine. A Roma succede nel quartiere di Monteverde, nel laboratorio di pelletteria di Danilo Scardaccione. “Il progetto è nato semplicemente dal vedere le persone per strada, o i nostri clienti - dice Scardaccione - che tentavano in tutti i modi di proteggersi, ma invano, perché comunque protezioni non c'erano, e i costi di quelle che erano disponibili erano molto alti. Dunque ho subito riconvertito il mio laboratorio di pelletteria per dare queste mascherine in modo gratuito. Tra l'altro si tratta di mascherine riutilizzabili, idrorepellenti e lavabili fino a 70 gradi. L’obiettivo è che durino il più possibile. Siamo stati letteralmente invasi da richieste di tutti i tipi: dalle case di cura, alla Comunità di Sant'Egidio, ai volontari della Croce Rossa e ovviamente da tutte le persone che ci conoscevano”. 

Ascolta l'intervista a Danilo Scardaccione

Appunto, gli abitanti come hanno reagito?

R. - Abbiamo assistito a situazioni incredibili. Per esempio un anziano è venuto con il nastrocarta messo intorno al viso perché non aveva nulla come protezione. E noi ovviamente gli abbiamo donato la nostra mascherina. Nel momento in cui vi sto parlando sono in macchina, stiamo correndo di nuovo al laboratorio perché è arrivato il nuovo materiale, continueremo a cucirle fino a stanotte sicuramente, perché ho avuto un'altra chiamata urgente.

Avrete dovuto acquisire anche delle competenze. Prima eravate tappezzieri ora, in qualche modo, siete una piccola industria sanitaria

R. - Esatto, noi stiamo cercando di acquisire tutte le esperienze e i certificati che ci vogliono. Ma non è facile perché la burocrazia è un po' lunga. Però intanto stiamo continuando a produrre la nostra mascherina artigianale, che non è ad uso medico ma che comunque dà una ottima protezione.

Che cosa vi dice la gente a cui date queste mascherine? Che cosa vi racconta?

R. - La prima cosa che vedo quando le persone ci chiedono le mascherine è il loro sguardo angosciato. Noi cerchiamo di accontentarli subito. Poi  si complimentano in qualsiasi modo, ed è una cosa bellissima perché questo ti riempie di gioia. Anche se fisicamente sei molto stanco, allo stesso tempo sei ripagato dai complimenti che ricevi sempre. Tutto questo ci dà una carica in più, e stiamo andando avanti senza fermarci.

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02 aprile 2020, 09:45