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Covid 19: tra Napoli e Pozzuoli, una grande catena di solidarietà

Caritas, diocesi, enti e associazioni fanno rete nel napoletano per sostenere anziani e bisognosi in questo periodo. Le testimonianze dal territorio del progetto “Mai più soli” di Pozzuoli e della “Rete di solidarietà” di Quarto

Elvira Ragosta - Città del Vaticano

In questo tempo di restrizioni imposte per il contrasto alla diffusione del coronavirus, anche la solidarietà nei territori si trasforma, rimodulando azioni e progetti a sostegno di chi ha bisogno. Dalle iniziative di socializzazione per gli anziani ai servizi domiciliari.

Il progetto “Mai più soli” a Pozzuoli


Il progetto “Mai più soli” della Caritas di Pozzuoli, si adatta all’emergenza sanitaria del momento. Se prima i circa 150 anziani aderenti venivano ospitati, in tre gruppi settimanali, nella sede del Centro San Marco per trascorrere una giornata di socializzazione e aggregazione, ora - che le restrizioni impongono alla popolazione di restare a casa - le attività si svolgono a distanza, grazie alla tecnologia e al supporto telefonico. Nel progetto sono impegnati una psicologa, due operatori sociali e un gruppo volontari. Tramite Whatsapp sono nati dei gruppi che raggiungono le persone anziane, residenti in una zona che comprende quattro municipalità. Spesso si tratta di anziani che vivono da soli. Oltre al messaggio di buongiorno e buonanotte, anche contenuti di vicinanza e di riflessione, le preghiere, i link per collegarsi alle dirette streaming delle messe che i sacerdoti della forania tengono in privato, i video di Papa Francesco, informazioni del Governo e degli enti locali sulla questione coronavirus.


Il conforto telefonico degli operatori


Tonia di Pierno, una mediatrice familiare ed educatrice del progetto racconta: “Cerchiamo di inviare contenuti a loro familiari, dal Santo del giorno, a idee su come mantenere allenata alla mente e anche delle semplici ricette”. Per quelli che non possono essere raggiunti tramite le app, si ricorre alle telefonate individuali. “Il senso di solitudine è quello che più li accomuna e in questa situazione di incertezza hanno anche più paura. Noi cerchiamo di infondere calma e serenità. Una signora – continua Tonia- mi raccontava che le mancano i momenti in cui cantiamo insieme quando ci incontriamo al centro, sono momenti di allegria per loro, che sentono il gruppo come un momento familiare. Naturalmente il mezzo tecnologico rende tutto un po’ più freddo, per questo cercheremo nei prossimi giorni di progettare per loro delle letture in video, che è una cosa che apprezzano molto”.

Ascolta l'intervista a Tonia Di Pierno


“La rete di solidarietà” a Quarto

L’iniziativa di assistenza alle persone impossibilitate ad uscire di casa nel territorio comunale di Quarto era nata dai giovani del locale Centro educativo Regina Pacis di don Gennaro Pagano. A causa delle restrizioni imposte successivamente, il Comune di Quarto ha predisposto la “Rete di Solidarietà”, coordinata dai Servizi sociali comunali in rete con il Centro Educativo, le Caritas parrocchiali, la diocesi di Pozzuoli e le associazioni “Terra Libera Quarto” e “Anteas Amici dei Campi Flegrei”. L’obiettivo è garantire servizi a domicilio per coloro che sono in quarantena domiciliare e/o volontaria, per gli anziani soli, i soggetti diversamente abili e per le famiglie che si trovano sprovviste di risorse economiche, perché magari in questo momento non lavorano. Ida Floridia, assistente sociale del Comune di Quarto, racconta che le richieste aumentano sempre di più perché questa situazione, imprevista, sta trovando le persone abbastanza impreparate. Gli operatori e i volontari della rete, in collegamento con i medici di base e le farmacie, si occupano di andare a comprare le medicine per chi non può, recapitano i pacchi alimentari forniti dalle parrocchie o i pasti caldi preparati dal centro diocesano Regina Pacis.


Marianna, infermiera al Pascale e volontaria a Quarto

Marianna Cònnola è presidente dell’associazione “Terra libera Quarto”, che si occupa da anni di recupero dalla tossicodipendenza, ed è un’infermiera. Quando non è di turno, all’ospedale Pascale di Napoli, Marianna partecipa alla rete come volontaria, come fanno i counselor e gli operatori socio-sanitari dell’associazione. “In questo momento- ci racconta - molti pazienti, affetti da diverse patologie, si trovano in condizioni di isolamento e disagio sociale e sanitario. Io metto a disposizione la mia professionalità, coordinandomi, naturalmente con i medici di base e quelli specialistici, e mi reco al domicilio dei pazienti se necessario. La testimonianza che posso dare è quella delle persone che partono già sofferenti in questo momento e che hanno più paura rispetto a noi e come infermiera lo vedo ogni giorno. Vedere la paura e la confusione negli occhi delle persone ci spinge ad andare avanti e cercare di dare il miglior supporto possibile, considerati i tempi”.

Ascolta l'intervista a Marianna Connola

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27 marzo 2020, 08:00