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Usa: la corsa alla Casa Bianca inizia tra le polemiche

La campagna elettorale per le presidenziali statunitensi del novembre di quest'anno si sono aperte in Iowa. Il partito repubblicano riconferma come unico candidato il capo della Casa Bianca, Trump, che ha evitato la messa in stato d'accusa grazie al voto del Senato. Nel partito democratico la situazione è più caotica con nessuno dei candidati che sembra prevalere sugli altri, almeno sino a quando al "super Tuesday" non si presenterà Michael Bloomberg, magnate dell'informazione

Giancarlo La Vella - Città del Vaticano

Negli Stati Uniti è ripresa la corsa verso la presidenza, in vista delle elezioni del novembre prossimo, nelle quali gli americani dovranno decidere se riconfermare Donald Trump alla guida della più grande democrazia del mondo. Il partito repubblicano, stando ai risultati dei cosiddetti "caucus" nello Stato dell'Iowa, primo test elettorale, riconferma come candidato alla più alta carica del Paese, Trump, forte del recente voto al Senato americano che ha evitato al capo della Casa Bianca la messa in stato d'accusa per abuso di potere e ostruzione alla giustizia. In campo democratico sono una decina gli aspiranti a rappresentare il partito alle presidenziali. La vittoria, tra le polemiche dovute al conteggio dei voti, dell'outsider Pete Buttigieg, non sembra essere la scelta definitiva democratica. I problemi di questo inizio della campagna elettorale hanno natura sia organizzativa che politica, afferma Fulvio Scaglione, esperto di politica estera:

Ascolta l'intervista a Fulvio Scaglione

I temi della campagna elettorale

Secondo Scaglione saranno i temi di politica interna a guidare le linee di questa campagna elettorale, che sono quelli che stanno più a cuore agli americani, tradizionalmente poco interessati alle tematiche estere, in cui invece gli Usa sono molto coinvolti. Il nodo degli argomenti che saranno prevalenti in questa nuova corsa alla Casa Bianca verrà sciolto nel cosiddetto "super Tuesday", in cui saranno chiamati ad esprimersi molti Stati. 

In quell'occasione, afferma Scaglione, per i democratici scenderà in campo Michael Bloomberg, ex sindaco di New York, magnate dell'informazione, uno degli uomini più ricchi del mondo. Potrebbe essere lui il democratico adatto a contendere la presidenza ad un Donald Trump, che attualmente vede davanti a sè ben pochi ostacoli per la riconferma. Solo Trump e Bloomberg in questo momento sono in grado di sostenere da soli le ingenti spese della campagna elettorale americana.

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08 febbraio 2020, 11:56