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Libia: il controllo del territorio Libia: il controllo del territorio  

Libia: le incognite della Conferenza di Berlino

Si terrà domani a Berlino l’atteso meeting internazionale sulla Libia. Obiettivo riunire gli attori esterni e quelli interni e rendere stabile il cessate il fuoco scattato domenica scorsa. Resta in forse la partecipazione del premier del governo riconosciuto al Sarraj. La nostra intervista all’analista di Limes Dario Fabbri

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Se indiscrezioni di stampa parlano della possibilità che il premier al Sarraj potrebbe disertare la conferenza di Berlino, inviando una delegazione del suo governo, resta per ora confermata la presenza del suo rivale sul terreno libico, il generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, che dallo scorso aprile ha iniziato un’offensiva per prendere il controllo di Tripoli. Nella capitale tedesca per l’appuntamento diplomatico di domani ci saranno anche rappresentanti di Stati e organizzazioni internazionali, dall’Onu alla Lega Araba da quelli europei (Francia, Italia e Regno Unito), agli Stati Uniti, nonché Russia e Turchia. Fine principale dell’incontro diplomatico è portare la tregua, chiesta da Mosca e Ankara, a un cessate il fuoco permanente. La fine delle ostilità resta infatti la condizione di partenza per la ripresa del dialogo politico tra le parti.

Prospettive della conferenza

L’inviato speciale Onu per la Libia, Ghassan Salamé in un’intervista chiede agli attori esterni di non inviare armi ai combattenti nel Paese, ma alla vigilia dell’appuntamento di Berlino il Presidente turco Erdogan mette guardia la comunità internazionale: “se il governo legittimo" di Tripoli, guidato da Fayez al Sarraj, dovesse cadere, c'è il rischio di creare terreno fertile per il terrorismo", e aggiunge che i turchi addestreranno  le forze di sicurezza  libiche e le aiuteremo a combattere il terrorismo, il traffico di  esseri umani e le altre gravi minacce alla sicurezza internazionale" in riferimento agli accordi sulla  sicurezza e sulla cooperazione militare, firmati tra Ankara e Tripoli a fine novembre.

Per Dario Fabbri, analista di Limes ed esperto di questioni internazionali, la prospettiva della conferenza di Berlino è un possibile cessate il fuoco, almeno temporaneo, deciso dai “patron” dei due attori libici, ammesso che al Sarraj ci sarà. “Più di questo – aggiunge – al momento non ci si può attendere. E’ un dialogo a due livelli, nel senso che ci sono gli attori autoctoni, ovvero la brigata di Misurata che sostiene sul terreno Tripoli e Haftar e i suoi che hanno una voce in capitolo minore perché non sono riusciti in questi mesi a risolvere la questione, e sopra ci sono coloro che li sostengono, soprattutto gli emirati, economicamente per quanto riguarda Haftar, e  dall’altro lato la Turchia. Sono questi gli attori cui bisogna guardare maggiormente”.

Ascolta l’intervista a Dario Fabbri:

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18 gennaio 2020, 12:52