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Dati Istat sull'infanzia rilevati da Save the children Dati Istat sull'infanzia rilevati da Save the children

Save the Children: l’Italia oggi è un Paese vietato ai minori

Negli ultimi dieci anni in Italia è triplicato il numero dei minori in povertà assoluta che sono oltre un milione. La denuncia è dell’organizzazione Save the Children che oggi presenta il suo Atlante dell’infanzia a rischio

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

L’Italia è un Paese che sta perdendo il suo patrimonio più grande che è quello dell’infanzia. E’ il drammatico richiamo di Save the Children che fa il bilancio della condizione dei bambini e degli adolescenti negli ultimi dieci anni, nel suo X Atlante dell’infanzia a rischio, presentato oggi in dieci città italiane, in occasione della nuova edizione della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà  educativa.

Oltre un milione di bambini vive in povertà assoluta

E’ una situazione davvero problematica quella che viene fotografata dall’organizzazione internazionale: 1,2 milioni di bambini vivono in povertà assoluta, praticamente un minore su 10, ma il dato ancor più drammatico è che questo numero è triplicato negli ultimi dieci anni. E poi ancora: 1 minore su 7 abbandona la scuola, in molti studiano in strutture non sicure, 1 su 5 non pratica attività sportive o extrascolastiche, tutte condizioni che pregiudicano la possibilità per i bimbi di crescere capendo che esistono per loro le opportunità di avere un futuro migliore.

Nel 2018, 450 mila minori hanno ricevuto pacchi alimentari

“Povertà assoluta per un bambino – spiega Daniela Fatarella con, vice direttrice generale di Save the Children Italia – vuol dire non avere una situazione abitativa adeguata, non poter fare un pasto regolare proteico al giorno: nel 2018 ci sono stati 450 mila minori che hanno ricevuto pacchi alimentari, un numero enorme!” Esiste, inoltre, una grande diseguaglianza a livello geografico, un’Italia a macchia di leopardo, dove essere bambini del nord o del centro o del sud Italia, fa la differenza. 

Ascolta l'intervista a Daniela Fatarella

All’Italia si chiede un piano strategico per l’infanzia

Dietro a tutto questo – continua la Fatarella – c’è  un fenomeno di povertà che si è aggravato in particolare intorno al periodo 2008/2011. Sono bambini che provengono da famiglie che hanno chiaramente un reddito più basso, da contesti che noi definiamo a bassa densità educativa. L’Italia, denuncia Save the Children, non ha un piano organico di supporto per l’infanzia e l’adolescenza che dovrebbe  partire dalla primissima infanzia con l’accesso all’asilo nido, uno degli elementi principali – continua la vice direttrice – che garantisce lo sviluppo del bambino. L’Italia è dunque sempre più un Paese vietato ai minori, nonostante questo però, rileva Save the Children, cresce “il protagonismo giovanile, con sempre più ragazzi e ragazze impegnati per far valere concretamente i loro diritti”. 

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21 ottobre 2019, 10:12