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Il leader nord coreano Kim Jong-un dopo un recente lancio di missili Il leader nord coreano Kim Jong-un dopo un recente lancio di missili  

Corea: alta la tensione nell’area dopo il lancio di due missili dal Nord

Resta alta la tensione nella penisola coreana. Questa notte Kim Jong-un ha lanciato altri due missili caduti nel mare del Giappone. Intanto domenica 11 agosto il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) invita tutti alla preghiera annuale per la riunificazione pacifica della penisola coreana

Giordano Contu – Città del Vaticano

Resta alta la tensione nella penisola coreana. Questa notte il presidente nordcoreano Kim Jong-un ha lanciato altri due missili caduti nel mare del Giappone. E’ il quinto test condotto nelle ultime due settimane. Una dimostrazione di forza contro le manovre militari congiunte tra Stati Uniti e Sud Corea. Intanto i dissidi si estendono anche al rapporto tra Tokio e Seul. Così è ancora più importante l’invito del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) cristiane alla preghiera annuale per la riunificazione pacifica della penisola coreana. Per questo il Comitato centrale della Federazione cristiana coreana del Nord e il Consiglio nazionale delle chiese in Corea del Sud hanno scritto insieme una orazione, e chiedono alle Chiese di tradurla nelle loro lingue nazionali e condividerla con le loro congregazioni.

Sanzioni economiche e restrizioni commerciali

“La crisi internazionale con la Corea del Nord è una tensione stabile da 70 anni a questa parte”, spiega padre Vincenzo Bordo, missionario oblato di Maria Immacolata, che vive in Corea da 30 anni e li gestisce un centro Caritas a Seul. Insomma non è l’ennesimo lancio di questi due missili a turbare il Sud. “C’è molta più preoccupazione invece per la realtà economica che sta sfuggendo di mano a tutti”. Non solo per le sanzioni economiche inflitte dagli Stati Uniti a Pyongyang a causa del suo progetto nucleare. Infatti, a inizio agosto, il Giappone ha eliminato la Corea del Sud dalla lista dei partner commerciali di fiducia. Una scelta che impensierisce Seul perché, spiega il missionario, Tokio ha imposto restrizioni che si ripercuotono su materie prime importanti per l’industria elettronica sudcoreana, senza cui non si possono creare chip e semiconduttori. Una scelta che influirà anche su chi, come padre Bordo, lavora per le nuove povertà, “con gente lasciata ai margini della società moderna, che non riesce a stare al passo con questa realtà”.

Ascolta l’intervista a padre Vincenzo Bordo

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10 agosto 2019, 14:55