Cerca

La protesta a Londra dei sostenitori della Brexit La protesta a Londra dei sostenitori della Brexit 

Brexit nel caos: la premier May ancora bocciata

Il Parlamento britannico, ha bocciato per la terza volta l’accordo del governo May sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La premier non si è dimessa e ora si attende il Consiglio Europeo del 10 aprile, mentre si fa sempre più probabile un’uscita senza accordi

Giovanni Maria Del Re - Bruxelles

Lo scarto si è ristretto, 58 voti, ma non è bastato a evitare il terzo no, i laburisti sono rimasti compatti così come i più accesi conservatori pro-Brexit e gli unionisti nordirlandesi sono stati irremovibili. A questo punto la nuova scadenza per la Brexit è, come hanno stabilito i 27 la scorsa settimana, la mezzanotte del 12 aprile. "La premier Theresa May accetti che il suo accordo va cambiato, o se ne vada" ha tuonato il premier laburista Jeremy Corbyn. "Una decisione grave - ha affermato invece May - non abbiamo tempo per trovare un altro accordo, dobbiamo trovare soluzioni alternative". Anche se non demorde, "continuiamo a lavorare per un sì all'accordo" ha detto uno suo portavoce. La scorsa settimana i 27 avevano stabilito che, in caso di una nuova bocciatura, entro il 12 aprile Londra dovrà dire cosa fare. Affermando inoltre che una proroga sarà possibile solo se il Regno Unito dirà che partecipa alle elezioni europee. Se ne discuterà a un vertice straordinario il 10 aprile convocato ieri dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. La Commissione Europea è pessimista, "la Brexit senza accordo è uno scenario probabile" ha dichiarato. In realtà nessuno vuole una Brexit disordina, i 27 puntano a un rinvio lungo, di almeno un anno. E si parla, a Londra, di nuovi voti a Westminster, la prossima settimana, nella speranza di trovare una linea su come andare avanti, ad esempio un nuovo referendum o di una Brexit morbida con un legame più stretto sull'Ue.

Per il presidente della Camera di Commercio Italiana a Londra Leonardo Simonelli, intervistato da Alessandro Guarasci di Radio Vaticana Italia, “la situazione sta peggiorando perché il tempo passa, ma soprattutto le posizioni si stanno irrigidendo. Un rinvio lungo potrebbe aiutare, anche perché di mezzo ci sono le elezioni”.

Ascolta l'intervista a Simonelli

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

30 marzo 2019, 08:35