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Materiale elettorale per le elezioni presidenziali del 23 febbraio Materiale elettorale per le elezioni presidenziali del 23 febbraio 

Nigeria al voto per eleggere il nuovo Presidente

Dopo il rinvio della scorsa settimana, la sfida di domani è tra il Presidente in carica Muhammadu Buhari e Atiku Abubakar. Rischio di violenze ad opera di Boko Haram

Michele Raviart – Città del Vaticano

Dopo il rinvio della scorsa settimana, Nigeria domani al voto per le elezioni presidenziali e legislative. Il via libera è stato dato dalla commissione elettorale del Paese, che aveva rimandato le consultazioni per difficoltà logistiche nel consegnare le schede elettorali in tutti gli Stati nigeriani. Questa mattina, ha confermato la commissione, oltre l’80% dei seggi ha ricevuto i materiali necessari per procedere alle votazioni.

Sfida tra Buhari e Abubakar

La sfida, che si preannuncia incerta, è tra il Presidente in carica Muhammadu Buhari, ex-generale di 76 anni eletto per la prima volta nel 2015 e già al potere negli anni 80 durante la dittatura militare, e Atiku Abubakar, ricco imprenditore e politico di lungo corso alla quarta candidatura presidenziale. “I programmi dei due contendenti non sono poi così differenti l’uno dall’altro”, spiega Enrico Casale della rivista Africa dei Padri bianchi.

Due programmi elettorali simili

“Per entrambi è prevista la lotta alla corruzione, un impulso alla crescita economica -  la Nigeria è la principale economia del continente africano, dopo quella del Sudafrica”. “Poi”, continua Casale, “la lotta alla disoccupazione e alla povertà, che sono diffusissime e poi l’altro punto fondamentale è la lotta per una maggiore sicurezza del Paese. Ricordiamo che la regione nordorientale del Borneo continua a essere minacciata dalle formazioni jihadiste di Boko Haram. Parallelamente, al sud, c’è una crescente instabilità legata all’insoddisfazione delle popolazioni del delta del Niger”.

I candidati provengono dal nord

“La cosa che colpisce in questa tornata elettorale”, spiega ancora Enrico Casale, “è che oltre ai programmi simili anche le figure dei candidati sono simili. In passato di solito si confrontavano un candidato del nord della Nigeria, abitato da popolazioni musulmane che subiscono anche un’influenza dalla parte araba del Sahel, e le popolazioni nero africane solitamente cristiane o animiste del sud. In questo caso invece i due candidati sono entrambi del nord e appartengono entrambi alla stessa etnia, i fulani, che sono una popolazione nomade del nord che è molto diffusa anche in altri Stati della fascia saheliana”.

Il ruolo dei vicepresidenti

Provenienti dal sud della Nigeria sono invece i due candidati alla vicepresidenza, rispettivamente Yesi Osinbajo, molto popolare tra i giovani e già con esperienza di governo quando il Presidente Buhrani è stato assente quando si trovava a Londra per problemi di salute, e Peter Obi, imprenditore cattolico noto per la sua integrità e per le sue lotte contro la corruzione.

84 milioni al voto

In un Paese di 190 milioni di abitanti, il più popoloso d’Africa, e 84 milioni di elettori, sarà Presidente chi otterrà la maggioranza dei voti e almeno il 25% dei suffragi in due terzi dei 36 Stati in cui è divisa la Nigeria. Un test elettorale particolarmente importante dopo le elezioni del 2015, considerate le prime elezioni democratiche nel Paese dopo i decenni di dittatura militare.

I rischi di violenza

“La speranza è che questo processo elettorale arrivi a buon fine e che confermi e ribadisca la natura democratica delle attuali istituzioni nigeriane”, conclude Casale. “È chiaro che le incognite sono molte, soprattutto legate all’insicurezza. Quella di Boko Haram è una minaccia che sebbene sia stata data più volte per vinta è in realtà ancora molto attiva e preclude intere zone del nordovest. Aggiungerei anche un’altra grossa minaccia, che si è riaffacciata negli ultimi tempi, cioè quella di un possibile insorgere dell’indipendentismo del Biafra, una regione del sudest molto ricca e da sempre insofferente al potere centrale”.

Ascolta l'intervista integrale a Enrico Casale sulle elezioni presidenziali in Nigeria

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22 febbraio 2019, 14:38