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Unicef: nuovo Rapporto sull’intervento umanitario 2019

Cresce il bisogno di assistenza ai bambini nel mondo; serve collaborazione internazionale e condivisione. L'appello dell'Unicef nel nuovo Rapporto di sugli interventi umanitari, con cifre e obiettivi del nuovo anno

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

A 41 milioni di bambini in 59 paesi nel mondo servono accesso ad acqua sicura, nutrizione, istruzione, salute e protezione. L'Unicef stima che nel 2019 per poter rispondere a questi bisogni siano necessari 3,9 miliardi di dollari di fondi. Le cifre, insieme ad un appello al supporto, rivolto alla comunità internazionale, sono contenute nel nuovo Rapporto sull'intervento umanitario 2019 stilato dall'agenzia Onu.

Nel 2018 le principali emergenze che hanno colpito i bambini, fa notare l'Unicef, hanno riguardato in primis Libia, Venezuela, Afghanistan e Sud Sudan, ma anche il popolo Rohingya e diverse aree dell'Africa. Per tutti loro, in totale, l'Agenzia è riuscita a supportare con acqua potabile, istruzione di base, sostegno psicosociale e vaccinazioni, oltre 47 milioni di piccoli. Per il 2019 invece l'agenzia, segnala cinque grandi appelli: i rifugiati siriani e le comunità ospitanti (Egitto, Giordania, Libano, Iraq e Turchia) che richiedono 904 milioni di dollari; lo Yemen che conta 6,6 milioni di bambini bisognosi e che necessiterebbe di 542,3 milioni di dollari; e poi la Repubblica democratica del Congo (326.1 milioni di dollari); la Siria (319.8 milioni di dollari) e il Sud Sudan (179.2 milioni di dollari).

Senza protezione non c'è guarigione dalle ferite della guerra

Il direttore generale Henrietta Fore nel ribadire che l’impatto dei servizi di protezione sui bambini non "sarà mai sottolineato abbastanza", ne ha rilanciato gli effetti: "Se i bambini non hanno luoghi sicuri per giocare" ha detto, "se non possono essere riuniti con le loro famiglie, se non ricevono supporto psicosociale, non possono guarire dalle cicatrici invisibili causate dalla guerra.” In tutto, lavorando con i suoi partner, l'Unicef intende incrementare quanto avviato nel 2018, ed in particolare dedicarsi all'accesso all'acqua sicura per 43 milioni di persone, dare istruzione di base formale e non a oltre 10 milioni di piccoli, vaccinarne almeno 10 milioni e curarne oltre 4 milioni. 

Servono collaborazione e condivisione internazionali

Protezione significa dunque tutto questo - prevenzione, nutrimento, servizi alla persona e alla salute, istruzione - e richiede finanziamenti adeguati. Tuttavia il crescente disinteresse delle parti in guerra per il diritto internazionale umanitario e il diniego dell'accesso umanitario, rappresentano una siginificativa limitazione alla capacità delle Agenzie per gli aiuti, di proteggere i bambini.  A questo proposito, per esempio, nel Rapporto, si legge che "nella Repubblica Democratica del Congo, l’UNICEF ha ricevuto solo un terzo dei 21 milioni di dollari richiesti per i programmi di protezione dei bambini nel 2018, mentre circa un quinto dei fondi per la protezione dei bambini in Siria non è stato ricevuto".

Da qui la sollecitazione alla comunità internazionale:"senza azioni consistenti e condivise" molti continueranno ad essere lasciati indietro". Specie se vittime di conflitto, i bambini hanno bisogno di assistenza specializzata perchè i traumi subiti non si trasformino in deficit cognitivi, sociali ed emotivi che li accompagneranno per tutta la vita. 

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29 gennaio 2019, 12:53