Cerca

Manifestazione contro la corruzione in Guatemala Manifestazione contro la corruzione in Guatemala 

Corruzione: in Italia in calo la percezione del fenomeno

Rapporto di Transparency International, la Danimarca il Paese considerato meno corrotto; fanalino di coda la Somalia. La situazione in Italia migliora ma non merita ancora la sufficienza

Alessandro Guarasci – Città del Vaticano

L'Indice di Percezione della Corruzione 2018 (Cpi) pubblicato oggi dall’associazione Transparency International vede l'Italia al 53.mo posto nel mondo con un punteggio di 52 punti su 100, di due punti migliore rispetto all'anno precedente. Si conferma dunque la tendenza in lenta crescita dell’Italia nella classifica globale e in quella europea, con un graduale allontanando dagli ultimi posti. Dal 2012 sono stati guadagnati 10 punti, mentre altri Paesi faticano ad implementare misure di contrasto efficaci. "Questo indice ci dice che, con fatica e lentamente, la reputazione del nostro Paese sta migliorando. Siamo sulla strada giusta ma non dobbiamo assolutamente accontentarci", dichiara Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia.

La situazione migliora ma non merita la sufficienza

"C'è ancora molto da fare, a partire dall'implementazione della recentissima legge anticorruzione, una legge che andrà valutata sulla sua capacità di incidere concretamente nel Paese", dice l’associazione. Dunque, per il presidente Carnevali la situazione sta migliorando ma l’Italia ancora non merita la sufficienza. Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone mette però in guardia: “Ci sono mentalità che purtroppo persistono e che abbiamo già visto all'opera, e che dopo mani Pulite hanno smontato la legislazione".

Paese meno corrotto al mondo la Danimarca; fanalino di coda la Somalia

Il Paese nel mondo percepito come meno corrotto è la Danimarca seguita dalla Nuova Zelanda, quello più corrotto è invece la Somalia. Nelle prime 50 posizioni, tra le nazioni meno corrotte, troviamo tutti i Paesi più industrializzati, ma anche Stati in via di sviluppo come la Namibia e il Botwsana.

Ascolta l’intervista a Virginio Carnevali

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

29 gennaio 2019, 13:37