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Cop24: corsa contro il tempo per cercare un accordo

A Katowice, in Polonia, si cerca di superare lo stallo sull’intesa finale dei lavori della conferenza delle Nazioni Unite sul clima, per l’attuazione dell’accordo di Parigi del 2015

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Slittata oltre il termine la chiusura di Cop24, la Conferenza Onu sul clima a Katowice, in Polonia. I 197 Paesi rappresentati non riescono a trovare un accordo che metta a fuoco termini, tempi e modalità per attuare entro il 2020 gli impegni nazionali fissati a Parigi. Persistono, infatti, tensioni tra il blocco che vuole rapidi progressi nella lotta ai cambiamenti climatici e gli scettici. “La situazione è molto complicata – spiega ai microfoni di Vatican News Riccardo Valentini, docente dell’Università della Tuscia e membro del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu (Ipcc) – perché rientrano in questa discussione anche temi economici in scala globale, il rapporto Stati Uniti-Cina: questo non facilita le discussioni”.

Dati allarmanti nell’ultimo studio Onu sul clima

A Katowice non è stata raggiunta neppure una posizione condivisa sul rapporto speciale del panel di scienziati Onu Ipcc sugli effetti del riscaldamento climatico a 1,5°. Lo studio, chiesto dai Paesi firmatari dell’accordo di Parigi, stabilisce che le emissioni dovrebbero essere ridotte almeno del 45 per cento a livello globale entro il 2030. Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia e Kuwait, tuttavia, non riconoscono le conclusioni. La stessa Polonia, che ricava dal carbone l’80% della sua energia, si rifiuta di abbandonare il combustibile fossile. “L’accordo di Parigi deve andare in vigore nel 2020 – prosegue Riccardo Valentini – potrebbe essere un’opzione quella di lasciare alcuni punti irrisolti a successiva sessione. Sicuramente io credo sia meglio avere già da adesso anche un accordo non perfetto, ma non tornare indietro”.

Ascolta l'intervista a Riccardo Valentini

Il clima vuole risposte immediate

“Gli anni stanno diventando pochi per agire veramente – sottolinea Antonello Pasini, fisico climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, docente di Fisica del clima presso l’Università Roma Tre e di Sostenibilità ambientale – aspetti scientifici presso la Pontificia Università Gregoriana – purtroppo il sistema clima ha un’inerzia e già oggi stiamo scontando quello che abbiamo fatto negli scorsi decenni. Per agire in maniera efficace bisogna fare il più presto possibile”. Per Antonello Pasini esiste, comunque, un movimento attivo che opera anche all’interno dei Paesi negazionisti, primo fra tutti gli Stati Uniti. “Nel momento in cui i grandi non dovessero mettersi d’accordo a livello globale – aggiunge – sarebbe molto importante agire dal basso. Il buon esempio di tanti Paesi e tanti circoli virtuosi che partono anche dai singoli cittadini può dare quella spinta che non si riesce ad avere con un approccio top-down”.

Effetto serra, effetto guerra

Il fisico climatologo del Cnr, autore del volume “Effetto serra, effetto guerra” per i tipi Chiarelettere, mette anche a fuoco le conseguenze che i cambiamenti climatici hanno sulle migrazioni e sulle crisi internazionali. Prendere coscienza dei rischi di un clima fuori controllo potrebbe favorire un’operazione di pace, integrazione e giustizia di portata inedita.

Ascolta l'intervista ad Antonello Pasini

L’appello all’unità delle Nazioni Unite

Dinanzi alle rigide posizioni di taluni Paesi, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, mercoledì è tornato ad esortare tutti a intraprendere la via dei compromessi. “Sprecare l’opportunità di Katowice – ha detto – comprometterebbe le nostre ultime possibilità di fermare la corsa del cambiamento climatico. Questo non sarebbe solo immorale, sarebbe un suicidio”. “È ora – ha aggiunto – di raggiungere dei compromessi politici. Questo significa sacrifici individuali, ma che porteranno benefici a livello collettivo”. Il presidente Sebastián Piñera, intanto, ha annunciato che il Cile sarà sede nel 2019 della Conferenza delle parti (Cop) sul cambiamento climatico, denominata Cop 25.

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15 dicembre 2018, 16:55