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Alla Lev il libro sulla nonna di Papa Francesco

Disponibile presso la Libreria Editrice Vaticana il libro sulla vita della nonna di Papa Francesco: “Nonna Rosa. La roccia delle Langhe da Cortemilia all’Argentina”. Il ricavato è destinato interamente all’associazione “Haciendo lío”, che in Argentina si occupa di iniziative a favore dei poveri ed è stata fondata dal nipote di Papa Francesco. Nell’intervista a Vatican News José Ignazio Bergoglio ci parla del lavoro dell’associazione e della fede della sua bisnonna

Debora Donnini – Città del Vaticano

Una donna coraggiosa, che ha attraversato i secoli – è vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento – e il mondo, dal Piemonte all’Argentina, dove emigrò a 45 anni, con suo marito e suo figlio Mario, il futuro papà di Papa Francesco. Una donna che tante volte ha dovuto ricominciare daccapo, sostenuta sempre dalla fede. Rosa Vassallo è stata fondamentale per la trasmissione della fede a suo nipote, Jorge Mario Bergoglio. Lo stesso Papa Francesco l’ha ricordata, per questo, più volte.

José Ignazio Bergoglio: al centro la persona

Con grande ricchezza di foto e testi, ripercorrono la sua figura gli autori del libro “Nonna Rosa”, Orsola Appendino e Giancarlo Libert, che hanno voluto legare  l’iniziativa ad una raccolta fondi a favore dell’associazione “Haciendo lío”, che significa letteralmente "facendo chiasso", fondata nel 2015 dal nipote di Papa Francesco, il figlio di sua sorella Maria Elena, José Ignazio Bergoglio. L’organizzazione lavora a Buenos Aires e nell’area della capitale, a Salta, a Rosario e a Santiago del Estero. Un primo intervento dell’organizzazione è quello di fornire cibo e vestiario alle persone che si trovano in situazioni di estrema vulnerabilità, ad esempio con i “percorsi solidali” o tramite le mense. Poi vengono realizzati programmi per il reinserimento lavorativo. Lo spiega José Ignazio nell’intervista a Vatican News:

Quello che facciamo è, prima di tutto, arrivare a loro e, dopo aver rilevato le loro problematiche, vedere in che modo dobbiamo procedere, quale tipo di aiuto dargli. Una volta che abbiamo capito le problematiche che hanno, li affidiamo ad altri programmi che permettono quel primo obiettivo per cui lavoriamo:  la promozione della persona, cioè che non si trovino più in questa situazione così vulnerabile. Lo facciamo con mezzi come la formazione, l’intermediazione lavorativa, la protezione e l’interazione con differenti organismi perché abbiano non solo strumenti, ma anche diversi aiuti per poter accedere a colloqui di lavoro e ottenere un lavoro.

Per questo, avete aperto la scuola di formazione dedicata a Papa Francesco, che è l’ultima parte di questo processo. Che tipo di formazione offrite e quante persone riuscite ad aiutare?

Assistiamo circa 800 persone al mese e l’obiettivo è che tutte queste persone passino per la nostra scuola di formazione, ma oggi come oggi - perché non riusciamo fisicamente - stiamo assistendo 200-300 persone, con laboratori e corsi. Noi offriamo formazione, che permetta un veloce inserimento nel mondo del lavoro, legata ad alcuni mestieri, come la riparazione di mobili, la cura di edifici, l’insegnamento delle lingue, o di essere formati come parrucchieri, a fare la manicure: corsi che danno una veloce uscita lavorativa. E, poi, insegniamo a realizzare il proprio curriculum e facciamo in modo che, una volta ogni tre mesi, abbiano accesso a colloqui di lavoro.

Con questo tipo di formazione, si trova lavoro in Argentina?

Con la formazione che offriamo, le persone raggiungono conoscenze che permettono di entrare nel mercato lavorativo, hanno un doppio strumento: da una parte di manodopera qualificata e così, quando si presentano ad un colloquio di lavoro, hanno conoscenze e attitudini che non avevano prima, con una qualificazione migliore per il posto di lavoro a cui si presentano. E, d’altra parte, hanno la possibilità di poter iniziare un lavoro in maniera indipendente, un lavoro che generi entrate in modo immediato.

Questo libro parla della vita della sua bisnonna, Rosa Vassallo. La sua fede come ha segnato la sua famiglia, la famiglia Bergoglio?

La nonna è stata un pilastro per tutta la famiglia, è stata quella che ha trasmesso questa relazione forte con Dio a mio zio Jorge, oggi Papa Francesco. E ‘ stata anche colei che la ha trasmessa ai miei zii e a mia madre. Loro sono andati via dall’Italia, da una situazione molto difficile, e quando arrivarono qui, lei sapeva che l’unico modo di superare tutto quello che stavano vivendo, era essere aggrappata alla fede in Dio e questo è quello che ha trasmesso e si è trasmesso da una generazione all’altra.

“Haciendo lío” è un’espressione che Papa Francesco ha rivolto ai giovani del mondo…

Il nome viene da quello che Papa Francesco ha detto ai giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile. “Haciendo lío” è anche fondata sugli insegnamenti di Papa Francesco. Non è un’associazione chiusa: ci sono volontari, anche persone di diversi credi, che sanno perfettamente che noi siamo legati all’esempio e alle parole del Santo Padre.

Alla Lev il libro per raccolti fondi 

Nelle sedi Benedetto XVI e Giovanni Paolo II della Lev si può, dunque, acquistare il libro, il cui ricavato è interamente devoluto all’associazione “Haciendo lío”, come spiega nell’intervista a Vatican News, Giancarlo Rocca:

Intervista a Giancarlo Rocca (Lev)

Appendino: Nonna Rosa non ha mai perso la speranza

Per Orsola Appendino, coautrice del libro, astigiana della diocesi che ha dato i natali agli antenati di Papa Francesco, “era doveroso dedicare il libro a nonna Rosa, a Maria Elena e ai suoi figli che tanto fanno per i poveri della grande capitale sudamericana”. La Appendino spiega, nell’intervista a Vatican News, che Rosa Vassallo è stata una donna di fede, “una donna che ha ricominciato sempre e che non ha mai perso la speranza, e che ha sempre parlato delle origini italiane e piemontesi ai suoi nipoti e ha insegnato loro prima a pregare e poi il dialetto piemontese”. Ricorda, poi, che il legame con l’associazione “Haciendo lío” è nato attraverso i suoi viaggi in Argentina per andare a trovare i parenti e i paesi gemellati con le località piemontesi. “Ho conosciuto subito questa associazione e i parenti del Papa, che visito quando vado in Argentina. E ci è venuto bene parlare della nonna Rosa e cercare di inviare qualche piccolo contributo alle attività per i poveri”, racconta.

A colpirla maggiormente della figura di Nonna Rosa è stato il suo tratto di “madre coraggiosa che durante la Prima Guerra Mondiale ha vissuto a Torino da sola con il figlio, perché nel 1916 il marito Giovanni è stato chiamato in guerra e ha combattuto tre anni sul Carso, mentre lei, a Torino, ha dovuto accudire al figlio piccolo – Mario – il padre del futuro Papa”. La Appendino ricorda anche che Rosa Vassallo è stata iscritta all’Azione Cattolica e che, alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando si trasferì ad Asti, divenne una formatrice dell’Azione Cattolica. Dunque, una donna dalla fede forte, “praticata in famiglia, nella parrocchia, con i nipoti”.

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14 novembre 2018, 12:32