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Marcia di protesta antigoernativa dei cattolici a Kinshasa Marcia di protesta antigoernativa dei cattolici a Kinshasa 

Congo: vescovi chiedono elezioni inclusive e regolari

In vista delle elezioni del 23 dicembre, i vescovi congolesi esprimono preoccupazione: senza elezioni credibili e trasparenti la pace è a rischio

Andrea Gangi – Città del Vaticano

No alla manipolazione della giustizia. No all’esclusione dei candidati. Le elezioni non inclusive sono dannose per il processo di pacificazione del Paese. La Chiesa teme il peggio, perché più volte, in passato, le elezioni sono state rimandate. Occorrono “elezioni credibili, trasparenti, inclusive e regolari”, altrimenti la gioia per l’avvio del processo elettorale “diverrà un’illusione”. Così si esprime mons. Tapa, arcivescovo di Kisagani, rivolgendosi all’Onu.

Le elezioni di dicembre

23 dicembre 2018 è la data delle elezioni presidenziali e legislative in Congo. Il secondo e ultimo mandato del Presidente uscente Joseph Kabila è scaduto il 20 dicembre 2016, ma il voto è stato più volte rimandato, suscitando il timore nell’opposizione e nella società civile. Si pensava che Kabila volesse modificare la Costituzione per presentarsi alle elezioni e ottenere un terzo mandato. I vescovi avevano mediato nella crisi politica e nel dicembre 2016 era stato firmato l’Accordo di San Silvestro, che prevedeva un periodo di transizione, con Kabila Presidente, per preparare le elezioni. Poi è stato nominato dalla maggioranza presidenziale Emmanuel Ramazani Shadary. Ciò ha contribuito a rasserenare gli animi. Tuttavia permangono ancora problemi relativi a sei milioni di elettori registrati senza impronte digitali e all’utilizzo delle macchine elettorali.

L’illusione del voto

La gioia per l’avvio del processo elettorale “diverrà un'illusione se questo non porta all'organizzazione di elezioni credibili e trasparenti, inclusive e pacifiche”. Sono le parole di mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani e presidente della Conferenza episcopale del Congo, Cenco. Il presule lo ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sullo stato del processo elettorale nella Repubblica Democratica del Congo.

Chiesa preoccupata

Secondo la Cenco, la mancata realizzazione di “elezioni credibili e trasparenti” costituisce “un rischio latente se non si affrontano le seguenti preoccupazioni: chiarimento della situazione di milioni di elettori iscritti nelle liste elettorali senza impronte digitali; mancanza di consenso sull’uso delle macchine elettorali elettroniche; mancato completamento delle importanti misure di rasserenamento previste nell'Accordo di San Silvestro”.

No alla manipolazione della giustizia

“Nel complesso - affermano i vescovi - la presentazione delle candidature si è svolta in un'atmosfera calma e in uno spirito patriottico, a eccezione del caso del politico Moïse Katumbi, per il quale ricordiamo al governo il rispetto dell'accordo di San Silvestro”. Katumbi, ex governatore del Katanga, è stato accusato di aver complottato contro Kabila. Per questo è stato privato del passaporto congolese e del diritto di rientrare nella Rdc. Nonostante le limitazioni ha annunciato di volersi candidare come Presidente.
“Bisogna evitare di forzare l'interpretazione delle leggi e di manipolare la giustizia al fine di escludere arbitrariamente determinati candidati dalla competizione elettorale. Le elezioni non inclusive sono dannose per il processo di pacificazione del Paese” ribadisce Mons. Utembi Tapa.

 

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30 agosto 2018, 10:39