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Premio Jean Coste: alla riscoperta storica delle periferie romane

Giovedì alla Facoltà di Lettere di Tor Vergata verrà assegnato il premio Jean Coste, a quei giovani che hanno saputo raccontare il territorio dove vivono.

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Far scoprire ai giovani che abitano nella periferia la storia del luogo dove vivono, perché riescano così a trovare la loro identità e ad iniziare un percorso di integrazione, per non sentirsi ai margini di una metropoli come Roma. È questo l’obiettivo del Premio Jean Coste, alle lettere, all’archeologia e alle arti, promosso dall’Associazione Culturale “Roma Fuori le Mura”, e rivolto sia a studenti di scuole di ogni ordine e grado poste al di fuori delle Mura Aureliane, che agli universitari, che si svolge giovedì prossimo presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Vergata.

Padre Jean Coste: una guida per i ragazzi di borgata

I ragazzi hanno partecipato presentando un rielaborato storico, dove veniva raccontato gli aspetti storici e archeologici del territorio sud est romano. Figura ispiratrice di questo premio giunto alla quarta edizione, è quella del padre marista Jean Coste, medievalista e studioso di topografia antica, che negli anni Sessanta diede vita a una fervida attività culturale nelle periferie che allora erano dimenticate da tutti, muovendo l’interesse nei giovani che vi abitavano, con ricerche storiche e pubblicazioni divenute in seguito fondamentali per gli studiosi del territorio romano.

“Padre Jean Coste, ha avuto molto a cuore i ragazzi che vivevano nelle periferie -spiega Rita Pomponio fondatrice del Premio - io stessa ero una di loro”.  E il ricordo di quelle gite, in mezzo agli antichi ruderi romani diventa vivo “Padre Coste – racconta ancora Rita – arrivava la domenica e dopo la messa ci conduceva alla scoperta delle meraviglie archeologiche della periferia. Le sue lezioni sono state molto importanti per la formazione di moltissimi giovani, che hanno poi continuato gli studi spesso dedicandosi all’architettura o all’archeologia. La sua eredità per tutti noi è stato l’amore per la ricerca e l’onestà intellettuale”

Il racconto di una periferia che rischia di scomparire

E questo premio permette di conoscere una storia della Città Eterna che rischia di scomparire, attraverso un racconto fatto dalla nascite delle prime borgate ai confini della capitale, sorte alla fine della prima metà del secolo scorso, e di un territorio ricco ancora oggi di numerose testimonianze artistiche. Come il Ponte di Nona edificato nel II secolo a.C. sorretto da sette arcate alte 12 metri, che è una delle strutture più antiche della città, o il Ponte S. Antonio, alto 36 metri, che trasportava l’acquedotto Anio Novus  del I secolo d.C., considerato ancora oggi come il secondo ponte più alto al mondo. 

Ascolta l'intervista a Rita Pomponio, curatrice del Premio

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Premio Jean Coste
01 maggio 2018, 18:52