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L'incontro del 9 marzo tra Kenyatta e Odinga L'incontro del 9 marzo tra Kenyatta e Odinga 

Kenya: appello dei vescovi alla riconciliazione nazionale

Nella dichiarazione pubblicata al termine della loro Assemblea Plenaria, i vescovi auspicano la costituzione di una “Tavola rotonda inclusiva di tutte le parti in causa, per spianare tutte le divergenze che separano i keniani”. Preoccupazione per la disoccupazione

“Un passo importante nella giusta direzione che però va accelerato per arrivare ad una riconciliazione duratura”: lo affermano i vescovi del Kenya in riferimento all’incontro del 9 marzo tra il Presidente Uhuru Kenyatta e il leader dell’opposizione Raila Odinga, volto a superare le tensioni per le contestate elezioni presidenziali dello scorso anno.

Capo dello Stato sia al di sopra dei partiti politici

Nell’auspicare la costituzione di una “Tavola rotonda inclusiva di tutte le parti in causa, per spianare tutte le divergenze che separano i keniani” i vescovi chiedono tra l’altro la trasformazione della Presidenza in un’istituzione che “sia al di sopra dei partiti politici, in modo che non sia oggetto di un aspro conflitto politico come accaduto nelle contestate elezioni presidenziali nel 2007 e nel 2017”. Nel 2007 in particolare le contestazioni degenerarono in violenze che durarono alcuni mesi con migliaia di morti e circa un milione di sfollati.

Corruzione, nepotismo e tribalismo: i mali della politica

La Conferenza Episcopale si dice però “molto turbata dal fatto che alcuni politici pensino solo alla prossima campagna elettorale e sono già ossessionati dalle prossime elezioni nel 2022 invece di focalizzare il loro impegno nel risolvere i problemi dei keniani”.I vescovi criticano inoltre la corruzione, il nepotismo e il tribalismo, mali diffusi specie a livello delle amministrazioni delle contee. “La devoluzione dei poteri è una buona cosa se vi sono bravi amministratori” affermano.

Mancanza di servizi ai cittadini

“Sappiamo che vi sono leader seri che vogliono apportare cambiamenti significativi e sono desiderosi di utilizzare la risorsa disponibile per il bene di tutte le persone nelle loro rispettive contee – si legge nella nota - Purtroppo ci sono pure quelli che sono lì per depredare i fondi loro assegnati”. “In alcune contee il tribalismo è una pratica manifesta – prosegue il documento - si perpetua un malcostume che sta distruggendo il nostro Paese. In queste contee vengono impiegate solo persone appartenenti alla tribù dominante. Si pensa solo che è "il nostro turno di mangiare" e non a fornire in modo professionale dei servizi ai cittadini”.

Disoccupazione giovani, una bomba ad orologeria

La corruzione aggrava le pesanti condizioni economiche del Paese, che si traducono in un forte tasso di disoccupazione giovanile, definita dai Vescovi “una bomba a tempo che può esplodere in qualsiasi momento”. “Per disperazione molti giovani finiscono per unirsi a bande, milizie e gruppi terroristici mentre altri si danno alla droga e all’alcol , sprecando la vita”. “La creazione di posti di lavoro dovrebbe essere al primo posto nell'agenda di qualsiasi Paese” affermano i presuli.

Occorrono maggiori risorse per gli agricoltori

Di qui, anche il richiamo della Chiesa alla tutela dei terreni adatti all’agricoltura: “Il Kenya è un Paese agricolo – sottolineano i vescovi - e quindi si dovrebbero assegnare maggiori risorse agli agricoltori per lavorare la terra e produrre cibo. È molto triste vedere gli agricoltori frustrati a causa dei bassi prezzi dei loro prodotti. Abbiamo visto come, invece di comprare dagli agricoltori, i cartelli commerciali possano importare gli stessi prodotti dall'estero, uccidendo così gli sforzi della nostra stessa gente. Chiediamo al governo di proteggere i nostri contadini”.

No alle unioni omosessuali e alla poligamia

Infine i Vescovi ribadiscono la loro opposizione “ai tentativi di introdurre in Kenya le unioni omosessuali e la promozione della poligamia. Sono contro la volontà di Dio e dobbiamo desistere da ciò. Lasciamo che i nostri leader si impegnino a proporre idee migliori per promuovere e proteggere i valori familiari”. (Agenzia Fides)

 

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17 aprile 2018, 07:49