Cerca

Il cardinale Zuppi al Charitas Baby Hospital di Betlemme (Foto SIR) Il cardinale Zuppi al Charitas Baby Hospital di Betlemme (Foto SIR)

Zuppi all'ospedale pediatrico di Betlemme: inaccettabile la sofferenza dei piccoli

Il cardinale presidente della CEI ha raggiunto ieri il Charitas baby hospital, l'unico ospedale pediatrico della Cisgiordania. Un appuntamento programmato nell’ambito del pellegrinaggio diocesano di pace e solidarietà. "Arriviamo sempre troppo tardi per proteggere la vita, qui bisogna provare a far ragionare i grandi e trovare il coraggio per un cessate il fuoco"

Vatican News

È arrivato ieri pomeriggio a Betlemme il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, al Charitas Baby Hospital (Cbh), unico ospedale pediatrico della Cisgiordania. Un appuntamento programmato nell’ambito del pellegrinaggio diocesano di “pace e solidarietà” in corso tra Gerusalemme e Betlemme, e guidato proprio dal porporato con 160 partecipanti provenienti anche da altre città italiane.

Oltre 70 anni di attività ininterrotta 

Zuppi, accompagnato da una delegazione di pellegrini - riferisce Daniele Rocchi, inviato per l'Agenzia SIR - è stato accolto al suo arrivo da Shireen Khamis, dell’ufficio comunicazione dell'ospedale, che gli ha mostrato un breve video sulla storia dell’ospedale che in questo 2024 celebra 71 anni di attività ininterrotta. Si stima che nella regione vivano oltre 410 mila bambini di età inferiore ai 18 anni. La storia attuale del Charitas Baby Hospital parla inevitabilmente di una guerra, quella a Gaza, che complica ancora di più le difficoltà di spostamento delle famiglie che hanno bisogno di far curare i loro bambini, ma parla anche del problema del sovraccarico di pazienti e la mancanza di posti letto. “Per arrivare a Betlemme le persone devono superare centinaia di check point israeliani. Nei primi tre mesi di guerra 7 mila bambini non hanno potuto ricevere cure per questo motivo” ha spiegato Khamis. “Inoltre, la guerra ha acuito i già gravi problemi economici. Senza turismo e pellegrinaggi molte famiglie hanno perso il lavoro e non possono permettersi cure”. Ma il Charitas Baby Hospital continua a fare la sua parte, anche quando è allo stremo, per aiutare i bambini malati: “a metà dello scorso marzo – ha detto Khamis – è giunto a Betlemme un gruppo di 68 piccoli dalla Striscia di Gaza. Accolti in un centro specializzato, vengono ora seguiti dall’organizzazione SOS-Villaggi dei Bambini, mentre l’assistenza medica è affidata all'ospedale.

La sofferenza dei bambini è inaccettabile

Il cardinale Zuppi, guidato dalla responsabile suor Aleya Kattakayam, dell’Istituto di Maria Bambina che gestisce il Cbh, ha poi visitato i vari reparti, salutato e portato abbracci e carezze ad alcuni dei piccoli ricoverati, ai loro genitori visibilmente provati, e poi ha potuto anche parlare con medici e infermieri. “Siamo in un luogo dove la sofferenza di tantissimi bambini trova una cura. Ma non sempre è così – ha dichiarato Zuppi -. Dobbiamo partire da qui per capire quel che serve ai più piccoli, ai più fragili perché possano avere tutto ciò di cui hanno diritto. La sofferenza dei bambini è inaccettabile. E qui bisogna provare a far ragionare i grandi”. A riguardo il cardinale ha voluto ricordare i bambini israeliani uccisi il 7 ottobre 2023 durante l’attacco di Hamas su Israele e quelli palestinesi morti a Gaza in questi 8 mesi di guerra. “Alcuni di questi piccoli gazawi – ha detto – sono stati curati negli ospedali italiani, anche a Bologna. Ho ascoltato da loro cose terribili, come amputazioni senza anestesia”.

Proteggere la vita: si trovi il coraggio per un cessate il fuoco

“Dobbiamo preparare una vita che sia possibile per loro, guardandoli capiamo cosa dobbiamo fare. L’odio, la logica terribile della violenza, il non saper capire la sofferenza degli altri e pensare solo alla propria sono tutte cose che producono altra violenza e vittime innocenti come i bambini” ha aggiunto l’arcivescovo di Bologna che ha voluto riprendere le parole di Rachel Goldberg-Polin, la madre del giovane Hersh, ostaggio di Hamas a Gaza, incontrata all’inizio del pellegrinaggio. “Questa donna pensava al suo dolore e a quello di tanti a Gaza. Rachel ha detto una cosa molto giusta: ‘voglio che il mio dolore non provochi altro dolore’. Il senso di questa visita – ha concluso Zuppi – è capire i dolori e affrontarli con un unico amore, stando vicini, aiutando e pregando perché si trovi la forza e il coraggio per un cessate il fuoco e per una via urgente di dialogo”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

16 giugno 2024, 13:36