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Le partecipanti alla conferenza"Women Leaders: Towards a brighter future" Le partecipanti alla conferenza"Women Leaders: Towards a brighter future" 

Le donne alla guida di un futuro più luminoso

La Compagnia del Gesù ospita una conferenza a Roma per sottolineare il ruolo di leadership che le donne ricoprono nella Chiesa, in una conferenza intitolata "Donne leader: Verso un futuro più luminoso". In un messaggio il Papa chiede un impegno sempre maggiore da parte di tutti, nella Chiesa e nel mondo, per promuovere il rispetto della dignità uguale e complementare di donne e uomini

Claudia Torres – Città del Vaticano

In occasione della Giornata internazionale della donna, donne e uomini provenienti da diversi Paesi e aree di competenza si sono riuniti presso la Curia generale dei Gesuiti a Roma per la conferenza "Donne leader: Verso un futuro più luminoso". Le sessioni, tenutesi mercoledì 6 marzo, si sono concentrate sull'emancipazione femminile nella Chiesa cattolica, su storie di successo che hanno mostrato come l'istruzione, la crescita economica e lo sviluppo delle competenze abbiano contribuito all'emancipazione delle donne in diverse parti del mondo e infine sulle proposte necessarie per aumentare la collaborazione tra attori religiosi e governativi. La conferenza è stata organizzata da Caritas Internationalis e dalle Ambasciate britannica e australiana presso la Santa Sede e moderata da Giulia Isabel Cirillo, coordinatrice dell'Advocacy dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG).

Il Papa: più rispetto della dignità uguale e complementare di donne e uomini

All’apertura della conferenza, padre Arturo Sosa Abascal SJ, Superiore Generale della Compagnia di Gesù, ha letto un messaggio inviato da Papa Francesco ai partecipanti. Firmato dal Sostituto della Segreteria di Stato, l'arcivescovo Edgar Peña Parra, il messaggio comunicava l'apprezzamento del Papa per l'evento e per l'invito a partecipare. "Pur non potendo partecipare all'evento", si legge infatti nel messaggio, Papa Francesco "invoca sui partecipanti il dono della saggezza di Dio Onnipotente e prega affinché le deliberazioni della Conferenza portino frutto in un impegno sempre maggiore da parte di tutti, nella Chiesa e nel mondo, per promuovere il rispetto della dignità uguale e complementare di donne e uomini".

Ambasciatrice Porro: per le donne al comando la sfida è duplice

Nel porre le basi per le discussioni della giornata, l'ambasciatore australiano presso la Santa Sede, Chiara Porro, ha sottolineato che c'è ancora molto lavoro da fare per la leadership femminile. Porro ha parlato delle sfide che si presentano quando si diventa leader e si viene riconosciuti come tali, sottolineando che "per le donne la sfida è duplice". Infatti, "per arrivare in cima", ha detto, "dobbiamo distinguerci, superare le aspettative, dimostrare di essere degne dell'uguaglianza".

Caritas Internationalis: il volto della povertà rimane un volto di donna

Un'uguaglianza che rimane sfuggente, secondo Kirsty Robertson, direttore generale di Caritas Australia e vicepresidente di Caritas Internationalis, che in un videomessaggio proiettato durante l'evento ha spiegato che le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla povertà e che, "nonostante alcuni importanti progressi per cambiare questa situazione negli ultimi anni, in nessun Paese le donne hanno raggiunto la parità economica con gli uomini". Ha tuttavia osservato che, sebbene "il volto della povertà rimanga un volto di donna", le donne sono anche il volto del cambiamento e "costruttrici di speranza dalla base e fino alle sale del potere".

Parlare degli abusi delle donne consacrate in India

Questo potere di creare cambiamenti è stato messo a fuoco dalla relatrice Suor Maria Nirmalini AC, presidente nazionale della Conferenza delle Religiose dell'India (CRI), che ha raccontato che fino a poco tempo fa le donne consacrate in India non avevano una piattaforma da cui parlare contro gli abusi e altre ingiustizie. Il 10 marzo 2023, la CRI ha inaugurato la cosiddetta "cellula di riparazione delle lamentele", uno spazio per le donne religiose per parlare liberamente di tutte le forme di abuso".Suor Nirmalini ha anche parlato dei programmi di sviluppo della leadership che sono stati lanciati per aiutare le religiose che lavorano in aree colpite dalla violenza, in particolare nelle regioni orientali.

Le comunità afro-discendenti in Messico

Nel frattempo, dal Messico, suor Ruperta Palacios Silva, missionaria carmelitana di Santa Teresa e segretaria della Pastorale afro-messicana della Caritas Messicana, ha parlato a nome delle comunità afro-discendenti dell'America Latina e dei Caraibi, che si sentono sottorappresentate nella Chiesa. Nonostante si stimi che nel continente ci siano circa 200 milioni di persone che si identificano come afro-discendenti, ha spiegato, queste comunità rimangono in gran parte invisibili nella Chiesa e vengono spesso ed erroneamente accomunate alle popolazioni indigene, nonostante i loro diversi contesti, culture e modi di vivere la fede. Nell’evidenziare questa diversità, ha descritto l'immagine unica che i cattolici afro-discendenti hanno di Dio: "Per noi Dio non è un uomo serioso. Perché a volte è questa l'immagine che vediamo: un Dio molto solenne, un Dio a cui non è permesso sorridere".Per i cattolici afro-discendenti, invece, Dio è associato alla gioia, alla danza e alla festa. Suor Palacios ha aggiunto che, nonostante la sofferenza e l'"invisibilizzazione", il popolo afro-discendente è pieno di vita e di speranza.

Le propettive teologiche

Parlando invece da una prospettiva teologica, la dottoressa Maeve Heaney, direttrice del Centro Xavier di Teologia dell'Università Cattolica Australiana, ha riflettuto sull'autorità e sul governo nella Chiesa e sul suo rapporto con il sacerdozio, nonché sull'antropologia teologica alla base della leadership. A questo proposito, ha osservato che "molte antropologie teologiche, cioè modi di comprendere la persona umana, 'essenzializzano' troppo ciò che gli uomini o le donne portano in tavola, in modi che non sono utili e non riflettono la reale esperienza umana". Ha chiesto un maggiore investimento nella formazione teologica per le donne leader e una maggiore riflessione scritturale e teologica per consentire alle donne e ad altri laici di contribuire a "rendere le strutture e le agenzie della Chiesa più efficaci, collaborative e, si spera, più in linea con il modo in cui Gesù immagina il suo Corpo".

Leadership femminile e guerra in Siria

Nel frattempo, Alistair Dutton, Segretario Generale di Caritas Internationalis, ha condiviso l'esempio di leadership di Mama Maggie, una donna che si è recata in una delle aree musulmane più povere di Aleppo, in Siria, con un'équipe della Caritas, per fornire aiuti a una comunità che ha passato anni in prima linea nel conflitto. "Maggie ha guidato questa squadra e, giorno dopo giorno, è stata nella comunità", svolgendo un lavoro molto pratico, come fornire cibo, lenzuola e vestiti, creare "spazi adatti ai bambini per farli giocare e aiutare la comunità a guarire". Dutton ha descritto come le persone della comunità di Aleppo guardino a Maggie per la sua instancabile cura, a testimonianza del suo alto livello di "leadership e impegno".

Usare i dati per comprendere la Chiesa

Per quanto riguarda i modi tangibili per promuovere una maggiore collaborazione tra la Chiesa cattolica, le organizzazioni religiose e i governi impegnati nell'emancipazione delle donne e delle ragazze, Suor Helen Alford, OP, Presidente della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, ha innanzitutto sottolineato la necessità della Chiesa cattolica di trovare modi più efficaci per raccontare la storia della Chiesa. A tal fine, ha raccomandato l'uso dei dati per aiutare le persone, specialmente quelle che ricoprono ruoli di governo, a comprendere la missione e il lavoro della Chiesa in tutto il mondo, per promuovere un dialogo e un processo decisionale fruttuosi. "I dati stanno diventando una lingua in cui si parla nella società di oggi", ha detto, ma la Chiesa cattolica non ha una vera e propria cultura in merito. Ha scherzato dicendo che se San Paolo fosse qui oggi, userebbe i dati invece della filosofia greca per diffondere il messaggio di Gesù. Per concludere la conferenza, l'ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Christopher Trott, ha ringraziato i relatori, i partecipanti e gli organizzatori e ha espresso la speranza che la conversazione sulla leadership femminile e sui diritti delle donne continui, perché, ha detto, sono argomenti "degni di più tempo, più energia e più impegno".

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08 marzo 2024, 17:55