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I vescovi europei chiedono che l'intelligenza artificiale sia al servizio dei diritti fondamentali dell'uomo I vescovi europei chiedono che l'intelligenza artificiale sia al servizio dei diritti fondamentali dell'uomo 

Comece: l'IA deve servire e proteggere diritti e valori fondamentali

I vescovi dei Paesi dell'Unione europea in una dichiarazione sostengono il lavoro dell'UE nel regolamentare l'uso delle intelligenze artificiali e il loro impatto sui cittadini e consumatori. Si sottolinea la necessità di una dimensione etica e responsabile si chiede alla comunità internazionale di redigere un trattato su questo settore in continua espansione

Michele Raviart – Città del Vaticano

I sistemi di Intelligenza Artificiale devono essere concepiti, progettati e implementati in modo da poter servire e proteggere la gente e il suo ambiente, in una prospettiva etica che guardi non solo alla crescita economica e tecnologica, ma anche ai diritti e ai valori fondamentali dei cittadini. Lo sottolinea la commissione etica dei vescovi dei Paesi membri dell’Unione europea, riuniti nella Comece, in una dichiarazione di sostegno alle istituzioni europee nel loro sforzo di approvare il testo del cosiddetto “AI Act” sull’intelligenza artificiale, che al momento trova l’accordo provvisorio tra il Parlamento e il Consiglio europeo.

Verso la quarta rivoluzione industriale

I vescovi d'Europa sottolineano che stiamo assistendo a un’accelerazione senza precedenti in questo settore, un “balzo gigantesco” verso una quarta rivoluzione industriale dove si stanno sempre più confondendo i confini tra uomini e macchine, tra naturale e artificiale, tra mondo fisico e mondo virtuale. Salute, istruzione, lavoro, economia, industria e trasporti si stanno rinnovando rapidamente, ma ciò si accompagna inevitabilmente a questioni etiche.

Nessuna IA antropomorfa

Per questo, si sottolinea nella dichiarazione, le intelligenze artificiali non dovrebbero avere forma umana, anche perché autonomia, autocoscienza, scelta, libertà e responsabilità dovrebbero essere sempre distinte dalle attività di una “macchina intelligente”. Soprattutto la responsabilità deve essere sempre chiara e ricondotta all’uomo, secondo un principio di precauzione. In questo senso, la Comece confida nella direttiva per la trasparenza dell’IA, proposta dalla Commissione Eropea, che si propone di tutelare il consumatore e fare chiarezza sulle proprietà intellettuale delle intelligenze artificiali e dei loro prodotti.

La necessità di un trattato internazionale

Inoltre, come chiede Papa Francesco, i vescovi invocano ripetutamente la comunità internazionale a istituire un trattato internazionale “giuridicamente vincolante per una regolamentazione tempestiva ed eticamente fondata dell'IA”. “Oltre alla responsabilità degli Stati sovrani - si legge - le organizzazioni internazionali dovrebbero svolgere un ruolo decisivo nel raggiungimento di accordi multilaterali”, incoraggiando le migliori pratiche, stimolando approcci nuovi e creativi e incoraggiando le iniziative individuali o di gruppo. In questo senso deve anche essere incoraggiato e intensificato il dialogo con il settore privato che si occupa di Intelligenza Artificiale.

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02 febbraio 2024, 16:35