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Monsignor Paolo Giulietti durante la presentazione degli Atti del Convegno "Thesaurum fidei" Monsignor Paolo Giulietti durante la presentazione degli Atti del Convegno "Thesaurum fidei" 

Da Lucca a Roma, un progetto per ricordare i missionari e martiri cristiani in Giappone

L'iniziativa "Thesaurum Fidei", a cura dell'Arcidiocesi toscana, arriva nella Capitale. Presentati gli atti del convegno dello scorso anno mentre la mostra sarà visitabile alla Pontificia Università Gregoriana. L'arcivescovo Giulietti: "In una Chiesa in uscita queste memorie sono davvero preziose”

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano

"Thesaurum Fidei. Missionari Martiri e Cristiani Nascosti in Giappone. 300 anni di eroica fedeltà a Cristo": a nove mesi dal grande evento promosso dall’Arcidiocesi di Lucca che ha coinvolto tutta la città, con un convegno internazionale e una mostra dislocata in varie sedi, il progetto dedicato alla memoria dei testimoni della fede in terra nipponica torna a vivere a Roma: la mostra, dopo essere stata esposta presso la Pontificia Università Urbaniana sarà visitabile alla Pontificia Università Gregoriana, a partire dal 19 febbraio. Ieri 24 gennaio, presso il Salone Sistino della Biblioteca Apostolica vaticana, sono stati presentati gli Atti che raccolgono i frutti della ricerca di studiosi italiani, giapponesi e americani, con la curatela di monsignor Paolo Giulietti, arcivescovo della città toscana, e della professoressa Olimpia Niglio, dell’Università di Pavia, edito da Edizioni La Villa dell’Accademia Maria Luisa di Borbone di Viareggio. Un volume corposo, diviso per sezioni che pone un punto fermo su molti aspetti della ricerca e molti ne apre a quelle future.  

Alla presentazione hanno partecipato monsignor Cesare Pasini, prefetto emerito della Biblioteca Apostolica Vaticana, e don Flavio Belluomini, direttore dell’archivio storico di Propaganda Fide. Presenti poi monsignor Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa; don Mauro Mantovani, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana; monsignor Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca; padre Antonio Cocolicchio, priore provinciale della Provincia Romana di Santa Caterina da Siena e di Akira Chiba, ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, il quale ha detto: "Il periodo storico su cui si è focalizzato il progetto Thesaurum Fidei è al contempo doloroso e affascinante, ma è soprattutto importante poiché dà il via alla storia dei rapporti tra due Paesi che erano agli antipodi geografici e culturali, ma che sono arrivati nel presente a stringere forti legami di amicizia e collaborare nel nome della giustizia, della pace e del dialogo".

Akira Chiba, Ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede
Akira Chiba, Ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede

Papa Francesco ispiratore

L’occasione iniziale del progetto sono stati i 400 anni dal martirio del beato Angelo Orsucci (1622-2022) e i 450 anni dalla sua nascita (1573- 2023), ma l’ispirazione è stata data da Papa Francesco che più volte ha fatto riferimento ai martiri cristiani in Giappone, in particolare, durante il suo viaggio apostolico del 2019, quando fu a Nishizaka Hill, presso Nagasaki.

"In questo carcere mi sto contentissimo"

Nella storia complessa delle missioni in terre così lontane e in tempi precoci, nata per prima con la figura del santo gesuita Francesco Saverio che fu nell'agosto 1549 a Kagoshima, la figura del beato Orsucci spicca in modo particolare anche per la quantità di testimonianze scritte, come gli atti dell’intero processo, conservato nel convento di San Romano a Lucca e le sue lettere ai familiari dove raccontava non tanto i luoghi in cui andava, quanto la cura dei cristiani, costretti a vivere nascosti e che il beato visitava di notte, travestito da mercante. Fu scoperto e imprigionato nel 1618. Visse in condizioni terribili, in uno spazio angusto e angoscioso, mentre il cibo che riceveva bastava appena a tenerlo in vita, ma scriveva: “In questo carcere mi sto contentissimo”. Il 10 settembre 1622, con i suoi compagni, fu condannato al rogo. Angelo Orsucci fu uno dei 205 martiri guidati dal beato Alfonso Navarrete. La loro solenne beatificazione avvenne nel 1867 per volere del beato Papa Pio IX.

Beato Angelo Orsucci
Beato Angelo Orsucci

“Il nostro cuore è il vostro cuore”

Durante la presentazione del volume degli Atti più volte è stata evidenziata una forte analogia del martirio dei cristiani nascosti con quello del cristianesimo primitivo. Le persecuzioni furono durissime e il martirio del beato Orsucci e dei cristiani in Giappone non fu tanto un atto di eroismo quanto la volontà di imitare Cristo e immedesimarsi interamente nelle sue sofferenze e morte. Oggi in Giappone la percentuale dei cristiani è solo dello 0,01 %, e si è ricostituita, dopo la loro cacciata nel 1639, soltanto dal 1873, quando fu abrogato il bando contro il cristianesimo, l'editto Sakoku, promulgato dallo Shogun Tokugawa Iyemitsu. Monsignor Pasini a questo proposito racconta la storia di tre donne che, entrando in chiesa, domandarono dove fosse la statua di Maria. Il sacerdote le interrogò sulla loro fede. “Il nostro cuore è il vostro cuore” risposero. "Ecco Maria": si avvicinarono alla statua della Vergine come provando “sollievo dopo un’attesa secolare”.

Ascolta l'intervista a monsignor Paolo Giulietti

Monsignor Paolo Giulietti condivide con Vatican News - Radio Vaticana alcune riflessioni sul significato dell'evento: “Il progetto Thesaurum Fidei è nato da un incontro. Andando a celebrare i 400 anni del martirio di Angelo Orsucci a Nagasaki, ho conosciuto l'ambiente giapponese, la storia dei cristiani nascosti. Da questi missionari è nato il desiderio di poter far conoscere queste vicende anche a Lucca e in Italia. Da qui il progetto della mostra, del convegno e delle altre iniziative culturali, proprio per poter far riscoprire questa storia che è patrimonio dell'umanità e della Chiesa”. Le motivazioni che hanno guidato il progetto Thesaurum fidei non sono di semplice interesse storico e artistico: "In una Chiesa che vuole essere in uscita la testimonianza coraggiosa dei missionari martiri, di questi cristiani che hanno conservato per generazioni il tesoro della fede, anche in un contesto molto difficile, è davvero di grande stimolo, perché la Chiesa sarà missionaria se avrà in grande onore il tesoro della fede per la propria vita, per la vita del mondo” sottolinea l’arcivescovo. E conclude: “Quindi, in una Chiesa in uscita queste memorie sono davvero preziose”. Alla domanda sulla portata dell’esempio dei cristiani nascosti in Giappone, Giulietti risponde che essa "serve per accreditare intanto un protagonismo laicale nella trasmissione della fede all’interno della famiglia, nella società e poi per dire che non c'è una condizione in cui è impossibile essere cristiani anzi a volte la professione della fede avviene proprio nei luoghi più duri ed è lì che si manifestano particolari esempi di eroicità e di fedeltà".  

Affresco nella Salone Sistino con il corteo per l'incoronazione di Sisto V dove sono raffigurati i “i ragazzi della missione Tensho"
Affresco nella Salone Sistino con il corteo per l'incoronazione di Sisto V dove sono raffigurati i “i ragazzi della missione Tensho"

L'esempio del beato Orsucci

Il presule si sofferma poi sulla figura di Orsucci, rampollo di una nobile famiglia lucchese che decise di farsi domenicano e poi nel suo percorso si innamorò della missione e attraverso la Spagna giunse prima nelle Filippine poi in Giappone e attraverso le lettere che ci sono giunte - soprattutto dalla prigionia - diede una testimonianza di come questa sua decisione sia stata davvero importante e fondamentale per il senso della propria vita. Il beato, parlava di desiderio di martirio come identificazione in Cristo: oggi è ancora possibile desiderare il martirio? In che cosa consiste oggi il martirio? Monsignor Giulietti osserva che non dobbiamo dimenticare che ancora oggi, come sempre dice il Papa, i martiri sono molti: "Anzi, forse i nostri tempi hanno un numero di martiri non inferiore a quello del '600 in Giappone. In tante parti del mondo i cristiani di ogni confessione continuano ancora a essere discriminati, perseguitati, a volte uccisi e le chiese distrutte quindi non sono cose del passato, ma sono cose dell'oggi. Ma non dobbiamo dimenticare che anche nelle società secolarizzate la professione della fede è alle volte fonte di discriminazioni, per cui anche oggi il martirio appartiene alla nostra esperienza, forse non più cruento come allora, ma sicuramente in qualche maniera sempre costoso".

 

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25 gennaio 2024, 13:45